giovedì 27 gennaio 2011

Le radici e le ali

In questi giorni ho pensato che potrei scrivere qualcosa sulla campagna cremonese. Una specie di omaggio alle nostre radici, proprio ora che sto per liberare la casa di Grumello dove ho vissuto per dieci anni (e che è stata una specie di "casa di campagna" negli ultimi due). Faccio posto a mia sorella che sta per tornare nella terra d'origine, anticipata dal suo compagno.
Ancora traslochi dunque: bisogna disfarsi di un po' di roba, portarne altra in Via Antica Porta Tintoria, spostarne altra ancora nella mia vecchia camera in casa di mia madre, dove ho passato buona parte dell'infanzia e tutta l'adolescenza. Conto infatti di recuperare "la mia cameretta"; c'è bisogno di un punto d'appoggio per quando andrò a godermi il fresco dell'orto e per le cene estive tra amici.
Scrivere qualcosa sulla campagna cremonese, dicevo. Ormai il territorio della Provincia lo conosco piuttosto bene; dapprima per svago, tra scorribande notturne con amici e giri in bicicletta, poi anche per lavoro, con le indagini di supporto alla redazione dei Piani di Governo del Territorio di vari comuni ed il rilevamento delle aree boscate della Provincia. Ho iniziato quindi ad appuntarmi luoghi ed incontri, osterie e personaggi, piazze ed aneddoti...
Le radici e le ali, per usare un bellissimo titolo dei Gang; le ali sono quelle che ci consentono di viaggiare, le radici sono quelle piantate nella nostra terra...
Coming soon
Anzi
Riarà prèst...

sabato 15 gennaio 2011

Storie di cinghiali, di volpi e di un puma - 5. Un bacione a Firenze

Settignano, 2/1/2011

Piazzale Michelangelo è come di consueto gremito di turisti provenienti da ogni parte del mondo, intenti ad ammirare uno degli skyline più famosi d’Italia. La Cupola del Duomo, il Campanile di Giotto, Palazzo Vecchio sono così vicini che sembra quasi di poterli toccare. Noi tiriamo diritto, quasi irrispettosi nei confronti di uno dei più celebrati centri storici del mondo. I valori artistici di Firenze sono indiscutibili, anche se non è tra le mie città preferite. La prima immagine che mi viene in mente è il fiume di turisti che da Santa Maria Novella arriva fino a Ponte Vecchio; tra i giapponesi con le loro macchine fotografiche, gli americani in camicia a fiori, gli inglesi che dicono cheese, è difficile sentir parlare in fiorentino. Impressione differente mi lasciano città come Roma e Venezia, pure meta del turismo internazionale; forse in questi ultimi due casi i turisti si disperdono maggiormente per le strade del centro storico, ed è possibile scovare angoli più autentici di vita cittadina.

A Settignano, elegante frazione situata sulle colline intorno a Firenze, ci attende un’amica cremonese trasferitasi nel capoluogo toscano quasi dieci anni fa per studiare all’Università e rimasta a vivere qui, in un vecchio casale in mezzo agli uliveti insieme ad un’ex compagna di studi.
Siamo stati invitati ad un pranzo di inizio anno con i loro amici. Sembra quasi un convegno di antropologi: se ne contano ben tre – oltre al nostro Emilio – allo stesso tavolo! Sullo sfondo dalle finestre vediamo Firenze adagiata in mezzo ai colli; tappa di passaggio per noi viaggiatori, panorama consueto per i nostri commensali che abitano nei dintorni, approdo per coloro che vi sono arrivati seguendo il loro personale percorso. Chi come noi è cresciuto nella Bassa Padana, chi si è trasferito qui dalla Puglia per studiare Belle Arti e si è fermato dopo essersi fidanzato, chi ha lasciato il Burkina Faso e ora ha una famiglia e lavora in una ditta che produce componenti per i treni.
Dopo il pranzo sfida a Taboo tra cremonesi e fiorentini. Espugniamo Firenze e possiamo tornare a casa soddisfatti, più che per la vittoria, per la piacevole giornata. Ci portiamo a casa un po’ dell’olio prodotto dai padroni di casa, che abbiamo potuto gustare alla toscana, ovvero sul pane abbrustolito accompagnata dal cavolo nero. Peccato non potersi portare a casa anche una bottiglia del vinsanto bevuto a pranzo.
Salutiamo e saliamo in macchina, riprendendo la via del rientro. Sul pianale dell’auto davanti a noi un cinghiale di peluche sembra volerci salutare a nome della Toscana intera. Le volpi continuano a scorrazzare nei boschi della Maremma, un po’ le invidiamo, mentre cerchiamo di districarci nel traffico fiorentino. Del puma più nessuna notizia. Noi mandiamo un bacione a Firenze e poi via verso casa.

mercoledì 12 gennaio 2011

Storie di cinghiali, di volpi e di un puma - 4. Chi fa il bagno a Capodanno

San Casciano in Val di Pesa, 1/1/2011

Ogni Capodanno i TG mandano in onda le immagini di quei folli che a Roma festeggiano tuffandosi nel Tevere. Se chi fa il bagno a Capodanno fa il bagno tutto l’anno, noi sfruttiamo quello che abbiamo a portata di mano. L’esperienza alle Terme di Petriolo è meno traumatica, ma fare il bagno in pieno inverno in una pozza d’acqua calda in mezzo ai boschi e di fianco ad un torrente gelido è certamente bizzarro e mi presto volentieri a questo rito scaramantico pur non essendo un appassionato di bagni termali.
Dopo il bagno ci asciughiamo, ci rivestiamo ed arriva il momento dei saluti. Fausto e Barbara infatti rientreranno stasera, mentre noialtri cinque ci fermeremo in Toscana un’altra giornata. Non faremo però ritorno a Torniella. Oggi uscendo abbiamo salutato la vicina di casa, una donnetta sui settant’anni, piccola e di poche parole, che pure sembrava dispiaciuta augurandoci buon viaggio mentre fumava la sua sigaretta sul terrazzino.
“Meno male che ci siete voi, se no qui non ci viene nessuno”, ci ha detto al nostro arrivo il fornaio. Certo Torniella è un piccolo paese, un po’ al di fuori dei principali circuiti turistici toscani: ma proprio per questo a noi piace. Ci sembra più autentico delle tante immagini da calendario che vengono solitamente associate alla Toscana. Qualche casa abbandonata c’è, ma tutto sommato sembra conservare quel minimo di tessuto sociale che è indicativo della vitalità di un centro minore.

Percorriamo la superstrada Siena-Firenze, mentre Radio Siena diffonde la voce graffiante di Gianna Nannini; la figlia del noto industriale dolciario senese canta che attraverserà “monti, mari e fiumi”. Noi invece attraversiamo le colline toscane punteggiate dalle prime luci, che ben presto diventano gli unici segnali che ci consentono di distinguere i paesi sparsi intorno a noi. Arriviamo a San Casciano in Val di Pesa che è già buio. Trascorreremo l’ultima notte in un bed and breakfast in mezzo alle vigne poco fuori dalla frazione di Spedaletto.
Ceniamo nel circolo Arci del paese: pizza per gli altri, covaccino (una focaccia molto bassa e croccante di forma rotonda) al crudo per me. Rientriamo nelle nostre camere chiamate Bronzino e Mantegna “perché ai turisti piace”, come ingenuamente ammette il figlio del proprietario, un ragazzone che sembra non avere completamente smaltito i festeggiamenti di ieri sera. D’altra parte ci troviamo a pochi chilometri da Firenze e tutto, come in altre zone della Toscana, sembra studiato apposta per accalappiare i turisti, specialmente quelli stranieri. Anche il bed and breakfast dove pernotteremo è elegante e ben curato, oserei dire un poco patinato, e non propriamente economico (anche se da queste parti generalmente si spende di più). Si paga il marchio Toscana, anche se noi di questa regione preferiamo il lato più ruspante: le case in pietra a vista di Torniella, i boschi intorno al torrente Farma, la rustica trattoria di Scalvaia…

sabato 8 gennaio 2011

Storie di cinghiali, di volpi e di un puma - 3. Bilanci e buoni propositi

Torniella, 31/12/2010

Bilancio del 2010. Abbiamo cambiato appartamento, ho dovuto aiutare a svuotare la casa di mia nonna Maria, ho provato a mettere un po’ più d’ordine nella casa di famiglia a Grumello. Ho faticosamente ed indirettamente ottenuto un prolungamento del progetto per la Provincia dall’Università. Abbiamo visitato per la prima volta Genova, Vasto, Nardò, Maratea, Volterra ed altri centri minori d’Italia. La Nazionale italiana è uscita malamente al primo turno dei Mondiali di calcio. Berlusconi è ancora Presidente del Consiglio. E poi…
E poi finalmente si sveglia anche Sara, seguita a ruota da tutti gli altri. Consumiamo un’abbondante colazione a base di cantucci, cavallucci (biscotti tipici alle noci aromatizzati all’anice) e la ricotta di pecora di Isidoro, che mangiamo spalmata sul pane insieme alla marmellata.
Per smaltire facciamo una passeggiata nei boschi intorno a Torniella, tra querce, castagni e ginepri. Sarebbe bello fare qualche altro incontro, ma certo le volpi a quest’ora preferiscono starsene rintanate da qualche parte, per quanto cerchiamo di rendere la nostra presenza più discreta possibile.
Arrivati ad un torrente Emilio e Stefano giocano a fare gli Indiana Jones e guadano, mentre noi ritorniamo sui nostri passi, preoccupati dall’ora inoltrata. Siamo già rassegnati a trascorrere la mezzanotte senza i nostri amici, immaginandoli persi al buio nel bosco o peggio ancora finiti tra le fauci del puma, quand’ecco che nei pressi di un casolare abbandonato i due ci raggiungono; hanno incontrato un altro torrente ben più problematico da attraversare e sono tornati indietro. E così il gruppo si ricompatta.
Per la serata abbiamo prenotato sette posti per il cenone nell’agriturismo dove la zia di Fausto da una mano in cucina; si tratta di un antico edificio nel centro di Piloni, altra caratteristica frazione di Roccastrada situata in prossimità di Torniella.
Ingeriamo una quantità di cibo paragonabile solo a certi
matrimoni particolarmente impegnativi: crostini ai funghi, ravioli maremmani, cinghiale e molto altro. Fortunatamente anche stasera siamo a piedi e smaltiamo la cena camminando sotto un cielo che, appena dissoltasi la cortina di fumo dei fuochi artificiali, svela una limpida stellata.

Buoni propositi per il 2011. Studiare ed informarsi ulteriormente per migliorare la mia professionalità. Dedicare più tempo alla scrittura creativa. Allenarmi di pi
ù con le lingue straniere. Imparare a controllarmi meglio durante certe cene. E poi…
E poi mi addormento nella notte maremmana che, esauriti gli ultimi botti, sprofonda nel silenzio più totale.

mercoledì 5 gennaio 2011

Storie di cinghiali, di volpi e di un puma - 2. Cartoline dalla Toscana

Torniella, 30/12/2010

La casa della zia di Fausto è un vecchio edificio del centro di Torniella. La mattina apriamo le imposte ma le Colline Metallifere sono avvolte da una nebbia che ci impedisce di apprezzare il panorama. Ci troviamo a una trentina di chilometri da Gavorrano, dove abbiamo trascorso l’ultima notte del nostro Coast al cubo; zone che tutto il mondo ci invidia. Eppure anche qui lo sviluppo sfrenato sta minacciando il territorio; è stata rilanciata poche settimane fa la notizia che la Regione Toscana ha autorizzato la trivellazione a scopi esplorativi per la ricerca di metano in varie zone del proprio territorio, tra cui proprio Roccastrada e le celeberrime colline del Chianti. Mi sembra assurdo che si investa in forme impattanti di approvvigionamento energetico in aree già da anni meta del turismo internazionale, famose per i loro valori paesaggistici oltre che per le produzioni eno-gastronomiche di qualità.
Il programma della giornata ricalca quello di una gita scolastica di molti anni fa, credo fosse in terza superiore. E se di Pienza non ricordo nulla, nella mia mente riaffiora l’immagine della grossa vasca termale che occupa la singolare Piazza delle Sorgenti di Bagno Vignoni. Per arrivarci percorriamo la strada che porta a Montalcino, terra del Brunello ma anche, come dice il cartello stradale, del miele, dell’olio e del bio. Non c’è niente da dire, questi toscani sanno vendersi bene; e anche a prezzi piuttosto elevati, si direbbe guardando le vetrine di Volterra e Pienza.
Lungo la strada incontriamo numerosi gruppi di cacciatori; forse alla ricerca di cinghiali, o forse del famigerato puma che, stando alla stampa locale, è fuggito da qualche zoo o dalla villa di qualche riccone e sta tenendo in apprensione le terre senesi.Dopo aver lasciato sfogare i due fotografi del gruppo – Sara e Fausto – a Bagno Vignoni, ci dirigiamo verso Pienza. Passeggiamo per quella che nelle intenzioni del pontefice Pio II – che qui nacque agli inizi del ‘400 – doveva diventare da piccolo borgo degradato a città ideale del Rinascimento. Se lo scopo fu raggiunto solo in parte a causa della prematura scomparsa del papa e del fido architetto Rossellino, il risultato è comunque mirabile. In particolare rimaniamo incantati dalla piazza dedicata proprio al pontefice, un gioiellino con vista panoramica sulla Val d’Orcia. Assistiamo anche alla Gara del Panforte, che consiste nel lanciare il tipico dolce senese da un’estremità di un tavolo, cercando di avvicinarsi il più possibile all’estremità opposta senza farlo cadere. I pientini si divertono a giocare con i propri prodotti tipici, visto che a settembre la cittadina è teatro del palio del cacio.















Vorremmo rimanere per approfittare della distribuzione di vino e salsiccia, ma ci aspetta ancora un'ora e mezza di viaggio. Scegliamo quindi di rientrare e di dirigerci verso Scalvaia, piccolo paese a pochi chilometri da Torniella, per una cena a base di pici al sugo e fiorentina. Nei nostri occhi scorrono ancora le immagini da cartolina che la stagione invernale rende meno suggestive ma forse più autentiche. E senza trivelle a noi piacciono di più.

lunedì 3 gennaio 2011

Storie di cinghiali, di volpi e di un puma - 1. Endless Christmas

Torniella, 29/12/2010


San Sigismondo, ore 9:30 circa. La città è avvolta da una nebbia che inghiotte le strade, le case e i palazzi coi loro addobbi natalizi ed i Babbi Natale che si arrampicano sui balconi. Tutto è pronto per la partenza. Formazione: Laura alla guida; Emilio copilota; io, Sara e Stefano (che ha sciolto le ultime riserve ed ha deciso di unirsi a noi) sui sedili posteriori. Ci aspetta una trasferta di gruppo per trascorrere in compagnia l’Ultimo dell’Anno. A Torniella, frazione di Roccastrada (caratteristico borgo situato tra Grosseto e Siena) ci attendono l’amico artista Fausto e la sua ragazza Barbara (la figlia del mitico Rosario, incontrato qualche mese fa in un autogrill della Lunigiana).
Ci fermiamo vicino a Modena per un caffè e passo
alla guida. Superiamo senza problemi Rioveggio-Pian del Voglio-Roncobilaccio-Barberino del Mugello, dove una settimana fa una giornata di neve, ampiamente prevista per quanto abbondante, ha praticamente diviso in due l’Italia, costringendo gli automobilisti a passare la notte in autostrada.
Facciamo tappa a Volterra e passeggiamo per ore tra le mura della città etrusca, visitando la chiesa di San Lino, la suggestiva Piazza dei Priori, l’area del Teatro Romano. Emilio, in qualità di responsabile della bottega equosolidale di Cremona, studia l’allestimento di tutte le vetrine del centro storico (principalmente rivendite di prodotti tipici toscani e negozi di prodotti in alabastro). In un caffè un pianista di pianobar suona “Last Christmas” ed altri pezzi degli anni ’80 solo per noi. Usciamo e proseguiamo la passeggiata fino alla Fortezza Medicea, non visitabile in quanto tuttora adibita a carcere. Passi la galera, ma il Museo della Tortura è troppo e noi, ancora intrisi di clima natalizio, decidiamo di non entrare; anche perché si sta facendo tardi.
Raggiungiamo Torniella dopo un’altra oretta buona di auto, durante la quale incontriamo pure una volpe che subito si dilegua nell’oscurità del bosco, facendoci quasi sentire come cinque piccoli principi. Compriamo del pane toscano perché “l’è bbono, lo faccio io col forno a legna e me lo mangio e so’ arrivato fino a ottant’anni”, come ci assicura il fornaio. Prendiamo un aperitivo al circolo Arci del paese (nella Toscana di tradizione rossa i circoli Arci sono particolarmente radicati sul territorio), davanti al quale sta perennemente un gruppo di cacciatori in mimetica a chiacchierare. Poco dopo ci raggiungono Fausto e Barbara.
La zia di Fausto ci ha preparato del ragù di cinghiale, lo zio ci ha regalato uno dei suoi prosciutti di capriolo e una forma del pecorino prodotto dal suo amico pastore Isidoro, Fausto ha comprato in forneria i ricciarelli (biscotti alle mandorle tipici della zona) e Barbara ha preparato un’ottima torta. Dopo cena non riusciamo più ad alzarci da tavola, anche perché Laura ed Emilio hanno portato uno stock di giochi in scatola; e ci sembra che il tour di pranzi e cene natalizie non avrà mai fine…