lunedì 17 ottobre 2016

Radici friulane



Tramonti Di Sotto (PN), 8/8/2016

Prologo: Sara parte per un festival di musica popolare in Friuli. Anche se in realtà il FESTinVAL di Tramonti di Sotto è molto altro, come scoprirò presto dando un’occhiata al programma e ascoltando i resoconti telefonici di Sara. Accanto ai concerti e agli stage di musiche e balli popolari, infatti, ci sono diverse mostre sui lavori tradizionali della val Tramontina e sull’artigianato locale (lavorazione del vimini, giusto per dirne una). Decido che dopo un paio di giorni la raggiungerò.
 All’altezza di Portogruaro seguo le indicazioni per Pordenone, poi per Sequals. Iniziano le prime montagne friulane ed è già passata mezzanotte. Supero il lago di Redona e raggiungo Sara nella piazza principale di Tramonti di Sotto. Con lei ci sono gli amici che ci faranno compagnia nei giorni seguenti: Laura, Gianluca, Erby, Davide, Giulia, Alfio, Claudia e gli altri. Da Torino alle Marche, da Cremona a Padova, lo scambio sarà ricco e ognuno, oltre ad imparare qualcosa delle radici friulane, racconterà un po’ delle sue.

Il mattino seguente partecipiamo ad una dimostrazione di caseificazione alla Casa della Conoscenza, ad opera dell’azienda Sottosopra. Oltre a raccontarci dell’economia tradizionale locale e a mostrarci i passi salienti della produzione di fontina e ricotta (che assaggeremo a pranzo insieme a salumi locali e al frico), Amanda ci racconta di quando lei e Gilberto hanno abbandonato la città (Venezia) per venire fin qui a produrre formaggi. Ottimo esempio dello spirito del FESTinVAL, la scelta, pur essendo venuta da fuori, si è tramutata in un inserimento nella realtà locale della val Tramontina. A proposito di questo spirito: gli abitanti di Tramonti hanno aperto i loro cortili ai partecipanti dell’evento, allestendo delle tavolate e cucinando per loro. Noi abbiamo assaggiato gnocchi con formaggio locale e insalata con pitina (prodotto tipico locale a base di carne di pecora). Anche gli stand ed i banchetti artistici ed artigianali sono tutt’altro che banali. Elemento essenziale, la musica: inizia quando i Carantan, gruppo di musica tradizionale friulana, raggiungono la Casa della Conoscenza ed accompagnano la dimostrazione di caseificazione, e proseguono per tutta la giornata. “Questo festival sta crescendo molto nel corso degli anni” mi spiega Glauco, musicista dei Carantan, “rimanendo più aderente allo spirito del folk rispetto a manifestazioni analoghe”. Anche in questo, il tema scelto per questa edizione, radici, è stato centrato in pieno.
Le radici dell’economia locale del posto ci vengono ben spiegate il pomeriggio successivo, durante una camminata guidata in mezzo ai boschi. Ma noi ci portiamo avanti con un’escursione alle pozze smeraldine, incantevole sito dove ci si può bagnare (sfidando le temperature molto basse) e tuffarsi tra le rocce in acque dal colore – appunto – smeraldo. La meta del pomeriggio è invece Tamar, vecchia borgata nei dintorni di Tramonti di Sotto. Per arrivarci passiamo prima da Vuar, che al contrario della prima, oltre che abbandonata versa anche in condizioni manutentive disastrose. “Quella che è venuta meno è l’economia agro-silvo-pastorale collegata al pascolo”, ci spiega la nostra guida. Pascolo che ha lasciato spazio ad una crescita del bosco poco sostenibile. La passeggiata è intervallata da suggestivi interventi del duo femminile Daltrocanto. La giornata si conclude con una pastasciuttata nel borgo di Tamar, ma per noi si è fatto troppo tardi. Ritorniamo alla macchina non più tramite il sentiero ma percorrendo la strada carrabile, particolarmente contenti per avere scoperto questo angolo d’Italia, per averne conosciuto più a fondo le radici e la storia e per gli amici che hanno condiviso con noi questa bellissima esperienza.

domenica 16 ottobre 2016

C'è del buono in Danimarca



Il congresso europeo di Neuroscienze, cui Sara solitamente partecipa, quest’anno è stato organizzato a Copenhagen. Una buona occasione per scoprire qualcosa di più sulla Danimarca e sulla sua capitale. Al di là delle consuete immagini della Sirenetta, un mini-reportage fotografico tra i suoi canali, le molte biciclette, le architetture scandinave. Storie interessanti come quella del Papiroen, ex cartiera riconvertita che oggi ospita stabilmente street food di tutto il mondo. Per Copenhagen si possono assaggiare i cibi più diversi: la tradizione locale non è così forte e la presenza di locali etnici è significativa. Non mancano però prodotti tipici come i celebri danish butter cookies, assaggiati nella celebre pasticceria La Glace. Curiosa anche la storia del quartiere di Christiania, una sorta di zona franca creatasi a seguito di un’occupazione di un ex base militare che ha avuto il riconoscimento di “stato libero” (così si definisce) all’insegna della vita comunitaria. Un’altra storia tutta da scoprire nella capitale danese.