domenica 30 agosto 2020

Bruxelles: nel cuore d'Europa

 Bruxelles (Belgio), 5.4.2019



Dal treno che collega l’aeroporto con la Stazione di Brussels Nord mi godo i primi esempi di architettura e paesaggio del Belgio. Per una volta sono io in viaggio per l’Europa per motivi di lavoro mentre Sara se ne sta a casa a godersi gli ultimi giorni di maternità. La conferenza finale del progetto sull’economia circolare che mi ha visto impegnato nell’ultimo anno e mezzo è giovedì, ma si parte il mercoledì per tornare il venerdì. Niente corse: chi ci capiterà di nuovo a Bruxelles? Anche se l’entusiasmo è stemperato dall’inquietudine: la mia carta di credito pare non funzionare. In città trovo conferma della cosa: cammino per il centro alla ricerca di una soluzione, mentre inizia a scendere la pioggia. Nonostante le circostanze avverse la Grande Place è stupefacente e, come si dice, vale da sola il prezzo del biglietto. Le facciate dei palazzi riescono a scintillare anche sotto il cielo bigio.




Mi rilasso (in parte: mi attende una giornata a conversare fitto in inglese!) verso sera, una volta risolti i miei problemi economici. Passeggiando per gli ampi viali della città, con l’ampio percorso pedonale e le file alberate a separare le due corsie, capito dalle parti di Santa Caterina. Alla ricerca delle tipicità gastronomiche belghe mi imbatto nelle meatballs (palle di carne, accompagnate da varie salse e, ovviamente, cavoletti di Bruxelles), oltre che nelle birre belghe. Cerco qualche marca introvabile in Italia e mi faccio trovare impreparato. Bisogna smaltire: andiamo perciò a vedere uno dei simboli della città, Mannekin Pis (l’Enfant qui pisse). Il bambino che orina allegramente all’angolo di due vie è più piccolo di quanto immaginavo, come sempre accade in questi casi. Mi perdo svariate volte, e non credo che c’entri la birra. Meglio rientrare, non prima di essermi procurato un po’ del celeberrimo cioccolato belga. Domani la conferenza inizia presto e guadagno la mia stanza incurante dell’incedere delle signorine che stazionano sotto la mia porta: meno sfacciate delle colleghe italiche, forse per via della temperatura, la loro presenza nei dintorni della metro di Yser è tuttavia piuttosto eloquente.




Colazione “intercontinentale” all’hotel all’angolo, convenzionato col mio e gestito da giapponesi: si passa dal pain au chocolat al miso, dal cappuccino al pane e formaggio. Ma ho altri pensieri: devo raggiungere Green Biz, uno dei tanti spazi in prossimità dei Docks che sono stati recuperati negli ultimi anni. Ci troviamo nella semi-periferia nord-orientale della città e qui il recupero delle aree dismesse si sta realizzando in maniera più assennata rispetto al centro, dove tra palazzi tipicamente belgi a tetti spioventi e chiese gotiche emergono prepotenti grattacieli moderni. L’architettura della capitale del Belgio è fatta anche di contrasti. C’è la zona dei “palazzi di vetro” sedi delle istituzioni europee, ci sono i quartieri universitari, c’è l’area dello stadio Re Baldovino (ex Heysel) e dell’Atomium, altro simbolo della città, che ho visto di sfuggita ieri dal treno.


L’incontro con i colleghi provenienti da vari paesi d’Europa è interessante, e tra break coffee e pranzi vari non mancano anche gli aspetti gastronomici. Una volta terminata la conferenza, però, definitivamente rilassato, la curiosità culinaria si riaffaccia. Passeggio tra la Place Royal e la zona del Sablon, due animate piazze ai piedi dell’omonima chiesa tipicamente gotica. Scopro altri imponenti palazzi, come il Palazzo di Giustizia o il Museo delle Belle Arti, simbolo di un Belgio che ha avuto un passato importante (va detto, anche sulle spalle della colonia del “Congo Belga”).

In una brasserie ordino infine vol-au vent: molto di più della semplice tartina cui siamo abituati, qui si tratta di un piatto unico farcito, anzi ricoperto di besciamella, pollo e funghi ed accompagnato con patatine fritte. Intorno a me, emblematici di questo quartiere, una tavolata di studenti ed una di colleghi di lavoro in qualche istituzione europea.



A Bruxelles ci si muove comodamente con la metro, che mi consente di raggiungere il quartiere di Ixelles. Anche qui, fuori dal centro, sono molti gli esempi di art nouveau, architettura che scopro essere di fatto nata qui. La zona è vivace, così come quella dei Marolles. Per raggiungere questo quartiere si rientra nel centro passando ai piedi dell’ultimo residuo della cinta muraria, l’imponente Porte de Hal. Al centro dei Marolles si tiene quotidianamente il grosso mercato dell’antiquariato, da segnalare se siete appassionati del genere. Proseguendo verso nord eccomi di nuovo ai Sablon. Torno volentieri in alcuni dei posti visitati nei giorni scorsi, prendendomi il tempo per guardarmi intorno alla ricerca di qualche acquisto. Non mancano gli spunti: il Belgio è terra di fumetti, di ciclisti… e di waffel, la tipica cialda ottima per una pausa caffè a metà mattina. Un ultimo saluto al Mannekin Pis (quest’oggi agghindato da mano ignota con una divisa a me sconosciuta.. omaggi di questo tipo sono piuttosto frequenti). Un passaggio dalla Grande Place (ad un balcone si affacciano strani individui a salutare la folla, componenti della famiglia reale?) e nell’animata Piazza De Brouckere.




E poi via verso l’aeroporto. Una Stella Artois, un pane scuro belga farcito, ma è già non luogo, è già casa che chiama.



martedì 21 luglio 2020

Le Marche in estate - 8. Cooperando


Senigallia (AN), 30.8.2018
Dopo il bagno mattutino è arrivato il momento di seguire i consigli di Alfio e Claudia e mettersi in viaggio in direzione entroterra. Arcevia è un nome che risuona familiare alle nostre orecchie perché nel territorio comunale, dalle parti di Piticchio, ha sede la Cooperativa La Terra e il Cielo, che rifornisce di pasta, vino, passate e numerosi altri prodotti il Gruppo di Acquisto Solidale di Cremona.
In realtà il territorio di Arcevia è molto esteso e comprende sette castelli, nei quali periodicamente vengono organizzate delle visite guidate. Il ritrovo è proprio nel capoluogo, abbarbicato in cima a una collina. Durante la giornata visitiamo il borgo di Palazzo, quello di San Pietro e quello di Loretello, tutti caratteristici ed ognuno con le proprie peculiarità. Verso sera ci imbuchiamo in un gruppo di insegnanti che sono qui in conclusione di un corso formativo e per i quali è stata organizzata la visita di Piticchio. Abbiamo anche l’occasione di visitare in anteprima il Museo dei Giochi Antichi, ancora in corso di allestimento ma già pieno di bambole, trenini e modellini di ogni tipo, raccolti negli anni dall’ideatore, che ha girato il mondo nelle vesti di inviato speciale.




 
 




Un consiglio per cena: la Cooperativa di pescatori Mare Azzurro, che ad oggi gestisce sei ristoranti self-service tra Romagna e Marche. A Senigallia la trovate nei pressi del Lungomare di Levante. Il menù dipende dal pescato del giorno, i prezzi sono particolarmente abbordabili, la qualità molto buona e le porzioni abbondanti, tanto che dobbiamo ricorrere alla classica “doggy box” in dotazione al ristorante. Serve altro?


Santarcangelo di Romagna (RN), 31.8.2018
Siamo ormai sulla via del rientro: c’è il tempo per il nostro ritorno a Santarcangelo di Romagna. Non aggiungiamo nulla rispetto al programma di due anni fa, ma la cittadina romagnola ci era piaciuta molto e ci ripassiamo volentieri. E poi questo viaggio, per ovvi motivi, è stato improntato su ritmi blandi e su un programma cauto. E l’anno prossimo? Come sarà? Dove andremo? Cosa ci potremo permettere? Penso a tutti i viaggi fatti fin dalla tenera età grazie ai miei genitori. Certo, loro erano più giovani dei miei quarant’anni… Le domande si allargano alla nostra gestione quotidiana. Sappiamo che avremo bisogno di aiuto. Il modello cooperativo marchigiano-romagnolo sarà di ispirazione?
Dubbi, perplessità, confusione, ma anche (soprattutto) felicità hanno affollato la nostra mente in questi giorni di vacanza. Ma guardiamo la strada davanti a noi una volta lasciata Santarcangelo, quella strada che ci riporterà verso casa. Un ritorno che ogni volta, al termine di un viaggio, viviamo come temporaneo. E aspettiamo dunque che la strada ci travolga con le sue sorprese, senza troppi programmi, che tanto poi la vita ci riserva sempre degli imprevisti...

lunedì 20 luglio 2020

Le Marche in estate - 7. No slot in Senigallia


Senigallia (AN), 28.8.2018
Il tentativo della scorsa primavera è andato a vuoto, ma oggi finalmente riusciamo ad incontrarci con Alfio e Claudia. Davanti a Passerina, Lacrima di Morro d’Alba e porchetta nostrana, cozze e filetto d’orata (a seconda dei gusti) in un locale del lungomare si parla di musica popolare marchigiana e molto altro, finché i due non ci devono lasciare perché Alfio ha le prove di uno dei suoi numerosi progetti musicali a Serra de’ Conti, una trentina di chilometri all’interno. Noi ci dirigiamo verso Palazzo Ducale dove, come anticipato, visiteremo la mostra di Doisneau, programmando le ultime giornate anche sulla base di alcuni spunti forniti dai due amici nel corso della serata.




Senigallia (AN), 29.8.2018
Giornata di transizione, causa impegni extra che condizionano il programma (una piccola riparazione all’auto). Raccogliamo qualche spunto di riflessione nella “solita” spiaggia in località Cesano. Il primo, per quanto abusato, è la considerazione che talvolta “gli animali” sono preferibili “ai cristiani” (questo per dire che i cani che popolano il bagno di fianco alla spiaggia non sono di alcun disturbo e preferiamo fare qualche chilometro e venire qui piuttosto che rimanere nella spiaggia affollata della città).


Il secondo è che il marchio “no slot” è molto diffuso: sono parecchi i locali con la vetrofania in bella mostra che evidenzia l’assenza di slot machine. Allo stesso tempo sono molto diffuse le stoviglie compostabili in sostituzione degli usa e getta di plastica e pure i prodotti bio. Ulteriori buoni motivi per scegliere Senigallia.

sabato 18 luglio 2020

Le Marche in estate - 6. La fisarmonica di Camerano


Senigallia (AN), 27.8.2018
Quando abbiamo voglia di un mare diverso da quello della costa adriatica più vicina al nostro appartamento ci dirigiamo verso il Conero. Ma non si può mai stare tranquilli: le cronache locali parlano della presenza di un’alga tossica che ha portato, nei giorni scorsi, al divieto di balneazione al Passetto, la principale area di balneazione della città di Ancona. Fortunatamente il temporale di ieri dovrebbe avere migliorato la situazione, mentre sempre dai giornali locali troviamo conferma del fatto che le meduse giganti sono innocue.

A Numana ci facciamo preparare un panino con ciauscolo e pecorino di Macerata per poi scendere alla spiaggia del Frate: ciottoli bianchi, mare azzurro, il borgo e le ultime pendici del Conero alle spalle.
Castelfidardo è noto, al pari di Stradella (Pavia) come città delle fisarmoniche. Ma la tradizione interessa anche i paesi vicini, tra cui Camerano, già sede della famosa azienda Farfisa. Il museo, situato all’ingresso della biglietteria delle grotte (usufruiamo di uno sconto avendole visitate l’altro ieri) ne ripercorre la storia, dagli inizi agli anni d’oro, fino alla crisi e alla chiusura. Sono esposti numerosi strumenti tra fisarmoniche, organetti, pianoforti, organi e così via. Da segnalare la presenza dell’organo Hammond utilizzato da vari gruppi tra i quali i Pink Floyd per un loro tour e per il Liveat Pompei (ai tempi questo tipo di strumento veniva ceduto in comodato d’uso dalle aziende costruttrici).
 

La sera siamo nel centro di Senigallia ma abbandoniamo per qualche ora, anche se solo virtualmente, la cittadina marchigiana. Ridiscendiamo l’Adriatico prima ed il Mediterraneo poi e a Mondo Basilico sperimentiamo un’ottima cena… libanese, cui si abbina bene la birra di un birrificio artigianale della zona (un tocco di Marche a tavola c’è comunque).

giovedì 16 luglio 2020

Le Marche in estate - 5. Camerano sotto (e) sopra


Senigallia (AN), 25.8.2018
 “Di Camerano ce n’è più sotto che sopra”: così si dice del paese situato in cima a una collina nell’immediato entroterra del Monte Conero. Qui il sottosuolo svela infatti un labirintico intrico di locali utilizzati nei secoli come rifugio sotterraneo, magazzino, cantina, di nuovo come rifugio (durante la seconda guerra mondiale) ed oggi come attrazione turistica e meta di visite guidate.



Se, come noi, capitate da queste parti nel periodo della festa del santo patrono il consiglio è di fermarvi per cena. Scelgo un menù tipicamente marchigiano: coniglio al potacchio accompagnato da Rosso Conero e cantucci per chiudere. Durante la serata comincia a piovere: i nostri vicini di tavolata sono in attesa di sapere se la rievocazione storica in costume sulla vita di San Giovanni Battista si terrà ugualmente. Per ingannare l’attesa ci intratteniamo gustandoci una mostra fotografica, ma non dovremo aspettare a lungo. La serata ci regala un happy end, con l’insperato riaprirsi del cielo. Di lì a pochi minuti rivedremo i nostri compagni di tavolo sfilare in abiti d’epoca insieme a tutti gli altri figuranti in una festa che coinvolge tutto il paese.



Senigallia (AN), 26.8.2018
Ritorna la pioggia, e stavolta fa sul serio. Faccio un salto in centro per una commissione trovando riparo sotto i Portici Ercolani, ma ritorno all’appartamento appena possibile. La pioggia da un po’ di tregua solo nel pomeriggio, il tempo di una birra artigianale prodotta da un birrificio di Ancona e qualche oliva ascolana tra gli stand ai piedi della Rocca Malatestiana. Ci spingiamo fino alla Rotonda battuta dalle onde e praticamente (e ovviamente) deserta. A proposito: la rotonda sul mare di Fred Buongusto pare non fosse questa, ma un locale di Passignano sul Trasimeno, dove pure siamo stati senza trovarne traccia. Oggi la Rotonda è uno spazio espositivo che ospita, in questi giorni, alcuni eventi legati al festival sulla letteratura gialla e noir. All’interno del programma, presso l'Auditorium di San Rocco, è prevista anche la presentazione della mostra di Robert Doisneau, ospitata a Palazzo Ducale: un interessante antipasto della visita dei prossimi giorni.





martedì 14 luglio 2020

Le Marche in estate - 4. Il mare d'estate


Senigallia (AN), 24.8.2018
Basta percorrere pochi chilometri in direzione nord ed ecco un mare più consono a noi: siamo dalle parti di Cesano, frazione di Senigallia. Frangiflutti sotto il pelo dell’acqua ed orizzonte finalmente libero, ciottoli bianchi, mare blu e una vela che si staglia all’orizzonte. In fondo, ci basta poco. Qui non siamo assediati dai bagni (ce n’è giusto uno di fianco a noi, attrezzato per i cani). Alle nostre spalle un paio di residence e due campi da tennis, più in là la ferrovia. A poche centinaia di metri un pezzo di spiaggia frequentato da naturisti, un canneto, una vecchia casa diroccata ed il fiumiciattolo che ci separa da Marotta. La località balneare, ho scoperto in questi giorni, ha ispirato ad Enrico Ruggeri uno dei suoi brani più famosi, Ilmare d’inverno. Fuori stagione, d’accordo, come la signora vicino a noi che canta L’estate sta finendo ed io che vorrei zittirla dicendole “non sono ancora a metà ferie, che diamine!”.
 Lasciamo la musica leggera italiana e torniamo a Rossini. Nel pomeriggio andiamo infatti al Labirinto di Hort. Col ragazzo che ci accoglie si scherza sul fatto che due cremonesi vengano fino a Senigallia per perdersi in mezzo al mais, monocoltura dominante nel nostro territorio. Ma il labirinto di mais che viene annualmente realizzato nelle Marche ha un valore didattico oltre che turistico. Bene, direte voi, ma che c’entra Rossini? C’entra perché il labirinto ogni anno è dedicato ad un tema specifico ed il 2018 è l’anno del musicista pesarese, di cui ricorre il 150esimo anniversario della morte.
 
 Dopo il labirinto torniamo a Fano per un aperitivo in una piazza XX Settembre piuttosto quieta. La spiegazione è molto semplice: si sono riversati tutti nella zona più vicina al mare, dove viene annualmente organizzata la Fiera di San Bartolomeo. Lo scopriamo a nostre spese: rimaniamo a lungo intrappolati tra le vie limitrofe al lungomare di Sassonia prima di riuscire a guadagnare la strada che ci riporta a Senigallia.

lunedì 13 luglio 2020

Le Marche in estate - 3. Crescendo rossiniano


Senigallia (AN), 23.8.2018
Dopo aver visto chissà quanti treni sfrecciare dal balcone del nostro appartamento, solo pochi metri più in là, ne prendiamo uno anche noi. Il tempo di vedere dal finestrino i nostri costumi da bagno appesi ad asciugare, di studiare le spiagge a nord di Senigallia, di raccogliere in corsa qualche immagine di Fano, ed eccoci a Pesaro in meno di mezz’ora. La seconda località delle Marche per numero di abitanti si fregia del titolo di “città della musica”. Quante ce ne sono in Italia? Almeno due, compresa la nostra. Pesaro d’altra parte si caratterizza per essere la città natale di Gioacchino Rossini. La casa natale oggi è un museo (due sale ad ingresso gratuito come antipasto, il resto visitabile con biglietto d’ingresso). Se preferite la musica leggera contemporanea, qui è nata anche la cantautrice Maria Antonietta, una delle più promettenti tra le giovani autrici italiane, che peraltro vive dalle parti di Senigallia.

Passeggiando per le vie del centro bisogna riconoscere in ogni caso che la musica è ben presente: sentiamo prima un coro che prova nei locali del Teatro Rossini, poi un pianoforte suonare nel Conservatorio, anch’esso dedicato al celebre compositore, ed infine una coppia di musicisti che discute animatamente sugli attacchi in sol minore nella musica del ‘700 (almeno questo è ciò che mi è parso di capire, ma devo confessare una certa ignoranza al riguardo).
 
Le scene raccontate hanno tutte luogo spostandosi di poco dall’asse via Branca – Viale della Repubblica, attraversando le centralissime Piazza del Popolo e Piazza Lazzarini, fino a Piazza della Libertà (ben visibile a grande distanza grazie alla presenza della sfera di Arnaldo Pomodoro, altro artista pesarese, e al mare che si staglia sullo sfondo). Su quest’ultima piazza affaccia anche il Villino Ruggeri, delizioso esempio di architettura liberty. Altro luogo d’interesse di Pesaro è la Rocca Costanza, aperta solo in occasione di eventi culturali, situato tra il centro storico ed il quartiere formato prevalentemente da ville liberty che lo divide dal mare.
Una piadina ad eccoci al mare, che oggi sembra migliore di quello di Senigallia, nonostante un po’ di mucillagine e l’arrivo di meduse giganti che però, ci assicurano, sono innocue. Ci godiamo perciò il degno finale di una giornata… in crescendo!