Tramonti Di Sotto (PN), 8/8/2016
Prologo: Sara parte per un festival di musica popolare in Friuli. Anche
se in realtà il FESTinVAL di Tramonti di Sotto è molto altro, come scoprirò
presto dando un’occhiata al programma e ascoltando i resoconti telefonici di
Sara. Accanto ai concerti e agli stage di musiche e balli popolari, infatti, ci
sono diverse mostre sui lavori tradizionali della val Tramontina e
sull’artigianato locale (lavorazione del vimini, giusto per dirne una). Decido
che dopo un paio di giorni la raggiungerò.
All’altezza di Portogruaro seguo le indicazioni per Pordenone, poi per Sequals. Iniziano le prime montagne friulane ed è già passata mezzanotte. Supero il lago di Redona e raggiungo Sara nella piazza principale di Tramonti di Sotto. Con lei ci sono gli amici che ci faranno compagnia nei giorni seguenti: Laura, Gianluca, Erby, Davide, Giulia, Alfio, Claudia e gli altri. Da Torino alle Marche, da Cremona a Padova, lo scambio sarà ricco e ognuno, oltre ad imparare qualcosa delle radici friulane, racconterà un po’ delle sue.
Il mattino seguente partecipiamo ad una dimostrazione di caseificazione alla Casa della Conoscenza, ad opera dell’azienda Sottosopra. Oltre a raccontarci dell’economia tradizionale locale e a mostrarci i passi salienti della produzione di fontina e ricotta (che assaggeremo a pranzo insieme a salumi locali e al frico), Amanda ci racconta di quando lei e Gilberto hanno abbandonato la città (Venezia) per venire fin qui a produrre formaggi. Ottimo esempio dello spirito del FESTinVAL, la scelta, pur essendo venuta da fuori, si è tramutata in un inserimento nella realtà locale della val Tramontina. A proposito di questo spirito: gli abitanti di Tramonti hanno aperto i loro cortili ai partecipanti dell’evento, allestendo delle tavolate e cucinando per loro. Noi abbiamo assaggiato gnocchi con formaggio locale e insalata con pitina (prodotto tipico locale a base di carne di pecora). Anche gli stand ed i banchetti artistici ed artigianali sono tutt’altro che banali. Elemento essenziale, la musica: inizia quando i Carantan, gruppo di musica tradizionale friulana, raggiungono la Casa della Conoscenza ed accompagnano la dimostrazione di caseificazione, e proseguono per tutta la giornata. “Questo festival sta crescendo molto nel corso degli anni” mi spiega Glauco, musicista dei Carantan, “rimanendo più aderente allo spirito del folk rispetto a manifestazioni analoghe”. Anche in questo, il tema scelto per questa edizione, radici, è stato centrato in pieno.
All’altezza di Portogruaro seguo le indicazioni per Pordenone, poi per Sequals. Iniziano le prime montagne friulane ed è già passata mezzanotte. Supero il lago di Redona e raggiungo Sara nella piazza principale di Tramonti di Sotto. Con lei ci sono gli amici che ci faranno compagnia nei giorni seguenti: Laura, Gianluca, Erby, Davide, Giulia, Alfio, Claudia e gli altri. Da Torino alle Marche, da Cremona a Padova, lo scambio sarà ricco e ognuno, oltre ad imparare qualcosa delle radici friulane, racconterà un po’ delle sue.
Il mattino seguente partecipiamo ad una dimostrazione di caseificazione alla Casa della Conoscenza, ad opera dell’azienda Sottosopra. Oltre a raccontarci dell’economia tradizionale locale e a mostrarci i passi salienti della produzione di fontina e ricotta (che assaggeremo a pranzo insieme a salumi locali e al frico), Amanda ci racconta di quando lei e Gilberto hanno abbandonato la città (Venezia) per venire fin qui a produrre formaggi. Ottimo esempio dello spirito del FESTinVAL, la scelta, pur essendo venuta da fuori, si è tramutata in un inserimento nella realtà locale della val Tramontina. A proposito di questo spirito: gli abitanti di Tramonti hanno aperto i loro cortili ai partecipanti dell’evento, allestendo delle tavolate e cucinando per loro. Noi abbiamo assaggiato gnocchi con formaggio locale e insalata con pitina (prodotto tipico locale a base di carne di pecora). Anche gli stand ed i banchetti artistici ed artigianali sono tutt’altro che banali. Elemento essenziale, la musica: inizia quando i Carantan, gruppo di musica tradizionale friulana, raggiungono la Casa della Conoscenza ed accompagnano la dimostrazione di caseificazione, e proseguono per tutta la giornata. “Questo festival sta crescendo molto nel corso degli anni” mi spiega Glauco, musicista dei Carantan, “rimanendo più aderente allo spirito del folk rispetto a manifestazioni analoghe”. Anche in questo, il tema scelto per questa edizione, radici, è stato centrato in pieno.
Le radici dell’economia locale del posto ci vengono ben spiegate il
pomeriggio successivo, durante una camminata guidata in mezzo ai boschi. Ma noi
ci portiamo avanti con un’escursione alle pozze smeraldine, incantevole sito
dove ci si può bagnare (sfidando le temperature molto basse) e tuffarsi tra le
rocce in acque dal colore – appunto – smeraldo. La meta del pomeriggio è invece
Tamar, vecchia borgata nei dintorni di Tramonti di Sotto. Per arrivarci
passiamo prima da Vuar, che al contrario della prima, oltre che abbandonata
versa anche in condizioni manutentive disastrose. “Quella che è venuta meno è
l’economia agro-silvo-pastorale collegata al pascolo”, ci spiega la nostra
guida. Pascolo che ha lasciato spazio ad una crescita del bosco poco
sostenibile. La passeggiata è intervallata da suggestivi interventi del duo
femminile Daltrocanto. La giornata si conclude con una pastasciuttata nel borgo
di Tamar, ma per noi si è fatto troppo tardi. Ritorniamo alla macchina non più
tramite il sentiero ma percorrendo la strada carrabile, particolarmente
contenti per avere scoperto questo angolo d’Italia, per averne conosciuto più a
fondo le radici e la storia e per gli amici che hanno condiviso con noi questa
bellissima esperienza.