Valfabbrica, 10/3/2011
Barberino del Mugello. Autogrill. Un caffè. Un’occhiata veloce ai titoli dei giornali, le news che scorrono sullo schermo al plasma: polemiche sulla festa dell’Unità d’Italia, parlamentari indagati per camorra, frammenti di un’Italia che non ci piace. Quell’Italia un po’ Mediterraneo e un po’ Sudamerica che mi fa venire in mente l’ultimo album dei Negrita.
Sono in viaggio con Mamma: è il regalo che le abbiamo fatto per la pensione. Il programma lo stabilirà lei. Ed oggi ha deciso che si fa tappa ad Arezzo. Risaliamo perciò in auto e partiamo, colonna sonora il già citato Helldorado dei Negrita, rock-band proveniente proprio dall’Aretino.
Appena usciti dall’autostrada la sagoma slanciata del campanile del Duomo ci indica la via. Il centro di Arezzo si è sviluppato quasi a semicerchio intorno al Duomo, eretto in cima ad una collina, ed è tuttora delimitato dall’antica cinta muraria, in buona parte conservata. La zona dietro al Duomo è stata tutto sommato risparmiata dall’espansione urbanistica più recente: parcheggiamo a due passi dalle mura eppure sembra di essere al limite della città, con i campi che arrivano a lambire il ciglio della strada. La zona tra le mura, la chiesa di San Domenico ed il Duomo è inoltre caratterizzata dalla presenza di aree verdi ben curate dove gli aretini e le scolaresche in gita si godono la giornata di sole.
Seguiamo un itinerario artistico-religioso che ci porta dalla chiesa di San Domenico a quella di San Francesco (famose rispettivamente per il crocefisso ligneo di Cimabue e per la Leggenda della vera croce di Piero della Francesca), dalla stupenda Santa Maria della Pieve all’altrettanto suggestivo e già citato Duomo.
Camminando per il centro di Arezzo ci si imbatte qua e là nei cartelli che segnalano i punti in cui sono state effettuate le riprese de La vita è bella di Roberto Benigni; in particolare la meravigliosa Piazza Grande, il punto più scenografico della città toscana.
Passeremmo volentieri altro tempo ad Arezzo, ma siamo attesi prima di cena a Valfabbrica, ad una ventina di chilometri da Perugia; ci rimettiamo perciò in viaggio attraverso i boschi del sud della Toscana.
Un messaggio ricevuto. Sara. Finora è riuscita a concedersi solo una passeggiata sulla Rambla. Ma il programma della serata prevede visita alla Sagrada Familia e cena a base di paella.
Per noi invece tagliere di affettati con torta al testo (una specie di focaccia schiacciata tipica dell’Umbria) ed erbe, umbricelli al tartufo e agnello allo scottadito con patate.
Rientriamo all’agriturismo pensando alle possibili mete di domani. Non c’è che l’imbarazzo, fortunatamente non per la cena, ma della scelta.
Barberino del Mugello. Autogrill. Un caffè. Un’occhiata veloce ai titoli dei giornali, le news che scorrono sullo schermo al plasma: polemiche sulla festa dell’Unità d’Italia, parlamentari indagati per camorra, frammenti di un’Italia che non ci piace. Quell’Italia un po’ Mediterraneo e un po’ Sudamerica che mi fa venire in mente l’ultimo album dei Negrita.
Sono in viaggio con Mamma: è il regalo che le abbiamo fatto per la pensione. Il programma lo stabilirà lei. Ed oggi ha deciso che si fa tappa ad Arezzo. Risaliamo perciò in auto e partiamo, colonna sonora il già citato Helldorado dei Negrita, rock-band proveniente proprio dall’Aretino.
Appena usciti dall’autostrada la sagoma slanciata del campanile del Duomo ci indica la via. Il centro di Arezzo si è sviluppato quasi a semicerchio intorno al Duomo, eretto in cima ad una collina, ed è tuttora delimitato dall’antica cinta muraria, in buona parte conservata. La zona dietro al Duomo è stata tutto sommato risparmiata dall’espansione urbanistica più recente: parcheggiamo a due passi dalle mura eppure sembra di essere al limite della città, con i campi che arrivano a lambire il ciglio della strada. La zona tra le mura, la chiesa di San Domenico ed il Duomo è inoltre caratterizzata dalla presenza di aree verdi ben curate dove gli aretini e le scolaresche in gita si godono la giornata di sole.
Seguiamo un itinerario artistico-religioso che ci porta dalla chiesa di San Domenico a quella di San Francesco (famose rispettivamente per il crocefisso ligneo di Cimabue e per la Leggenda della vera croce di Piero della Francesca), dalla stupenda Santa Maria della Pieve all’altrettanto suggestivo e già citato Duomo.
Camminando per il centro di Arezzo ci si imbatte qua e là nei cartelli che segnalano i punti in cui sono state effettuate le riprese de La vita è bella di Roberto Benigni; in particolare la meravigliosa Piazza Grande, il punto più scenografico della città toscana.
Passeremmo volentieri altro tempo ad Arezzo, ma siamo attesi prima di cena a Valfabbrica, ad una ventina di chilometri da Perugia; ci rimettiamo perciò in viaggio attraverso i boschi del sud della Toscana.
Un messaggio ricevuto. Sara. Finora è riuscita a concedersi solo una passeggiata sulla Rambla. Ma il programma della serata prevede visita alla Sagrada Familia e cena a base di paella.
Per noi invece tagliere di affettati con torta al testo (una specie di focaccia schiacciata tipica dell’Umbria) ed erbe, umbricelli al tartufo e agnello allo scottadito con patate.
Rientriamo all’agriturismo pensando alle possibili mete di domani. Non c’è che l’imbarazzo, fortunatamente non per la cena, ma della scelta.
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