Giugno 2008
Il modo
migliore per raggiungere in bicicletta Castelverde provenendo da Cremona è
percorrere l’itinerario ciclabile che parte dal quartiere Cambonino, costeggia
la pista dell’aeroporto del Migliaro e passa di fronte al ristorante Il Carrobbio.
Se è domenica mattina ci si può fermare a consumare una delle ottime colazioni
servite dal ristorante, che punta molto sulla qualità e sull’eticità delle
materie prime ed offre valide alternative per chi soffre di intolleranze
alimentari.
Poco dopo Il
Carrobbio si entra nel territorio del comune di Castelverde, caratterizzato
dalla presenza di diversi percorsi ciclabili. Bicicletta e cibo: così è
iniziato questo racconto. E così proseguirà, come una “bicilonga”, una di
quelle manifestazioni che negli ultimi anni si sono diffuse un po’ in tutta
Italia. Infatti dopo poche centinaia di metri ecco l’agriturismo Breda de’
Bugni, situato nella cascina-castello quattrocentesca. Vale la pena fermarsi
quantomeno per dare un’occhiata a quel che resta della cinta muraria, prima di
proseguire verso il vicino centro di Castelverde.
Dalle
testimonianze storiche all’epoca contemporanea: Castelverde sembra un nome
fittizio, e ormai si adatta meglio dell’antica toponomastica alla distesa di
villette colorate costruite negli ultimi anni. Resta poco di Castagnino, il
vecchio nome del paese, usato ancora oggi dagli abitanti di più lunga data.
Qualcosa però si muove anche sul fronte delle ristrutturazioni: la cascina
Ferrari è stata recuperata e vi hanno sede la biblioteca comunale e
l’auditorium Fabrizio De Andrè, che ospita le interessanti iniziative del
Centro Culturale Agorà.
Da Castelverde,
attraversando via Bergamo, si raggiunge agevolmente Livrasco. Qui si trova il
Cao-Lila, ristorante messicano che si è premurato di segnalare sul menù i
piatti più piccanti contraddistinguendoli con simbologia semplice ed efficace:
un peperoncino (picante), due peperoncini (muy picante) oppure tre peperoncini
(es como el fuego). Per chi preferisce la cultura nostrana invece ecco la
trattoria Franca e Luciano, ritrovo storico dei calciatori grigiorossi. Chi è
nato prima del 1980 può provare a riconoscere i giocatori dell’U.S.Cremonese
nella foto gigante di fianco al bancone, risalente all’anno della prima,
storica promozione in Serie A del dopoguerra.
Proseguendo da
Livrasco verso Bettenesco si incontra la ciclabile provinciale dei Navigli.
Percorrendola in direzione di Genivolta ci si addentra presto in una pittoresca
fascia boscata. Questa zona rappresenta l’estremità meridionale delle valli
relitte che tagliano trasversalmente la nostra provincia e che si
caratterizzano per la presenza di scarpate e fasce boscate (forse non è un caso
che a Castelverde sia presente un attivo gruppo micologico). Per comprendere al
meglio la storia di questa parte di territorio bisognerebbe abbandonare la
bicicletta e prendere l’aereo, magari uno di quei piccoli velivoli turistici
che decollano dall’aeroporto del Migliaro. Si riconoscerebbe immediatamente un
grosso rettangolo, situato a lato del Naviglio Civico di Cremona, che taglia di
netto l’orientamento prevalente della centuriazione romana presente nell’ager cremonensis, ben visibile ancora
oggi. Si tratta dell’area che il ras fascista locale Roberto Farinacci aveva
destinato alla realizzazione del nuovo aeroporto della città di Cremona,
progetto successivamente caduto nel nulla.
Dopo un paio
di chilometri la ciclabile incrocia un’altra strada asfaltata. Girando a
sinistra si raggiunge Marzalengo, le cui sorti sono state evidentemente ben
diverse da quelle del capoluogo, come testimoniano le insegne di vecchi negozi
ormai chiusi o le scritte scrostate sui muri. Rimane la trattoria Fioni, un
tempo piuttosto quotata.
Ritornando
sulla via Bergamo ecco San Martino in Beliseto, un centro piccolo che però
offre ben due alternative per chi vuole fermarsi a mangiare qualcosa: l’Antico
Pavone, molto conosciuto per l’ottimo rapporto qualità/prezzo, e la Vecchia
Cascina, di cui sono particolarmente apprezzati i piatti a base di pesce.
Da San Martino
gli itinerari ciclabili comunali consentono di ritornare a Castelverde e poi
portarsi a Castelnuovo del Zappa, località raggiungibile anche tramite strade a
traffico molto ridotto come quella che collega Castelnuovo con Polengo. I vari
percorsi disponibili possono essere l’occasione per apprezzare le belle cascine
disseminate nel territorio comunale: Licengo, Castelletto del Lupo, Mancapane,
Cantarane…
Per
Castelnuovo vale lo stesso discorso fatto a proposito di Marzalengo: vi sono
presenze architettoniche interessanti (la chiesa di San Michele Arcangelo, la
cascina Fieschi, il vecchio mulino) ma la relativa lontananza dalle principali
vie di comunicazione ha causato un certo spopolamento. I centri di aggregazione
rimasti sono il bar dell’oratorio e il ristorante il Valentino. Qui, pochi anni
fa, in occasione di una rassegna gastronomica, ho avuto la dimostrazione di
come il pesce di fiume, se cucinato da mani esperte, abbia ben poco da
invidiare a quello di mare. Meglio la nobilitazione del pesce d’acqua dolce di
quella sera rispetto alla mia ultima visita al ristorante, più sottotono, forse
perché il ristorante era al completo e la cucina più sbrigativa. I prezzi
restano comunque più bassi della media.
Siamo partiti
da un centro che ha conosciuto una notevole espansione negli ultimi decenni a
causa della vicinanza con Cremona e della presenza di un’importante arteria
stradale: analogamente concludiamo la pedalata a Costa Sant’Abramo, un paese
che ha cambiato volto in tempi recenti, situato a lato della Castelleonese. Il
tragitto da Castelnuovo alla Costa è parzialmente ciclabile, anche se al
momento la pista è chiusa per problemi al fondo stradale.
A questo punto
dovei parlare della trattoria che si trova lungo la via principale del paese, o
della celebre pizzeria situata nelle immediate vicinanze. Invece offro
un’alternativa a chi troverà il tutto esaurito in quest’ultima. Io e Sara
qualche anno fa passammo una bella serata in un locale situato di fronte alla
strada che porta alla chiesa. Era fine estate, e come sempre accade nelle
serate di settembre, serene e appena un poco più fresche di quelle che le hanno
precedute, avremmo voluto non finisse mai, seduti ai tavoli all’aperto del
cortiletto interno.
Così anche il
nostro itinerario, volenti o nolenti, si conclude qui. Parleremo in altre
occasioni della ciclabile provinciale dell’Antica Strada Regina, che da
Cremona, passando per la Costa, porta fino a Soresina. Non rimane che raggiungere
Castelverde e tornare verso casa, con il canto delle rane che accompagna il
rientro.
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