Muggia (TS), 21/8/2015
Direi
che è giunto il momento di fare un bilancio della nostra prima esperienza con Airbnb, di cui possiamo dirci
soddisfatti. La soddisfazione pare condivisa dai nostri host: se infatti noi abbiamo avuto modo di pernottare a prezzi
sicuramente contenuti, loro hanno dovuto cedere al portale una quota di
gestione che, in percentuale, è piuttosto ridotta. “Sicuramente più ridotta di
quella delle agenzie”, come ci spiega Branka. La nostra seconda host è stata davvero una presenza che
percepivamo “nell’aria”, ma l’abbiamo vista solamente al nostro arrivo ed un
paio di volte di sfuggita durante il nostro soggiorno, prima dei saluti di
stamattina. Abbiamo incontrato più spesso la mamma, che stamattina ci ha
salutato offrendoci dei biscotti mentre facevamo la nostra colazione a base di
succo di frutta e savijača (strudel)
alla crema.
Ultime
commissioni tra Parenzo, Cittanova (Novigrad) e Verteneglio, ed ultimissime
spese per terminare le kune residue: Laško Pivo, succo di frutta, mignon di
Pelinkovac (liquore alle erbe molto diffuso in Croazia). Abbiamo imparato la
lezione di lunedì scorso, quando abbiamo deciso di trascorrere la giornata sul
litorale sloveno e ci siamo ritrovati incolonnati in una coda da rientro delle
vacanze (avevamo evitato apposta il fine settimana, ma non è bastato): anziché
l’autostrada percorriamo la vecchia strada che attraversa i paesi e conduce
fino a Buie, deviando poi per la dogana di Sicciole. Da qui in poi seguiamo i
consigli della bottegaia di Verteneglio e a Capodistria, per evitare di
comprare la vignetta, proseguiamo per Ancarano rientrando in Italia attraverso
l’ex dogana di San Bartolomeo. Già, perché la vignetta slovena ha un costo che
parte da 15 euro. Si tratta di un sistema di pagamento del pedaggio molto
comodo, in quanto evita lunghissime code ai caselli mediante dei controlli
automatici: sarebbe consigliabile organizzarlo anche da noi, ma la
frammentazione nella gestione della rete autostradale sembra un ostacolo
insormontabile. La vignetta settimanale che avevamo acquistato all’inizio del
viaggio è però scaduta e non esistono vignette giornaliere.
Giornata
nuvolosa anche oggi: sono molto pochi i bagnanti nelle acque dell’Adriatico,
che oggi riflette fedelmente il colore plumbeo del cielo. Noi proseguiamo per
Muggia, gradevolissima sorpresa: ci fermiamo infatti per una passeggiata per i
vicoli tra le due vecchie porte del centro storico, quella in fondo a via Dante
e quella della Riva De Amicis, poi saliamo fino al Castello, alla vecchia torre
della cinta muraria e alla chiesa di San Francesco, dove due teche ospitano una
piccola collezione di presepi provenienti da tutto il mondo. Scendiamo
nuovamente e ritorniamo al Duomo, che si caratterizza per la singolare
facciata. Abbiamo anche la colonna sonora: un gruppo di ragazzi dal look
davvero molto vario (sembrano essersi ritrovati qui per caso!) canta a cappella
delle nenie balcaniche: a vederli non lo diresti, ma sono proprio bravi. Camminiamo
lungo il molo che ci offre una vista che abbraccia tutto il golfo di Trieste,
con la città che ci fronteggia quasi minacciosa con le sue strutture portuali.
Scegliamo un ristorante affacciato sul grazioso mandracchio ed ordiniamo un
piatto di fusi con tonno, olive, capperi e pomodorini ed uno di calamari
fritti.
Pranzando
non possiamo fare a meno di discutere su quanto abbiamo visto in questi giorni.
Argomento principale della discussione è la Slovenia e la sua storia in rapida
evoluzione, il suo essere giovane non solo “anagraficamente” (in quanto nazione
autonoma), la sua qualità di vita (apparentemente più alta della nostra)
mantenuta senza sfruttare il territorio in maniera intensiva. Sfruttamento
molto limitato anche in Istria, dove lo stile di vita, anche nelle zone più
interne, ci è sembrato comunque più che dignitoso e dove è possibile incontrare
orticelli, piccole greggi, trattorie a carattere familiare, un’economia di piccola
scala che non è ancora stata sacrificata per essere gettata nel tritacarne a
favore dei soliti colossi.
Parliamo
di tutte queste cose e pensiamo all’Italia, ora che siamo ritornati “al di
qua”. Parliamo di tutte le cose viste e immaginate durante il nostro viaggio,
con quella sensazione che a volte basterebbe davvero così poco, per far andare
un po’ meglio le cose e dare vita a… quello che potrebbe essere, ma per ora è
solo nella nostra mente.
Intanto
ha ripreso a piovere. C’è tempo ancora per un caffè, prima di ripartire.