Canossa (RE), 3/4/2016
Abbiamo perso le tracce di Cristina, ma
fortunatamente incontriamo la signora che lavora in cucina e che ci serve la
colazione: marmellata di more e biscotti alle uova, il tutto a base dei
prodotti delle cooperative che collaborano con La Quercia.
Partiamo in direzione di Castelnuovo de’ Monti,
ripassando da Vetto. Il paese ha avuto un ruolo fondamentale nella lotta dei
“partigiani reggiani”, per parafrasare l’ultima hit di Zucchero. Ci siamo
fermati ieri sera ed abbiamo letto parecchie informazioni al riguardo sui
pannelli di fronte al Municipio.
Abbiamo fatto appena in tempo, qualche anno fa, a
visitare l’Eremo di Bismantova: oggi l’edificio, situato sotto l’imponente
parete rocciosa, è in fase di ristrutturazione in quanto una grossa porzione di
roccia è crollata, colpendo il tetto. Oltre alla via ferrata, infatti, la
parete è attraversata da una striscia gialla che identifichiamo come parte del
sistema di monitoraggio dei movimenti franosi.
Questa volta riusciamo a salire fino sulla sommità
della Pietra di Bismantova, lungo un sentiero piuttosto agevole (non fatevi
spaventare dalla verticalità della parete rocciosa: ci vogliono solo 20
minuti!). Come si può immaginare, la vista è notevole: d’altra parte la Pietra
di Bismantova, col suo singolare profilo che si distingue chiaramente dalle
montagne circostanti e che ha ispirato anche Dante Alighieri, costituisce un
riferimento visivo in buona parte dell’Appennino Reggiano. Dalla sommità
chiudiamo il percorso ad anello (un’altra ora e mezza di cammino) e ritorniamo
nei pressi dell’Eremo.
Il castello di Carpineti è arroccato in cima alla
montagna che domina il paese: un borgo in miniatura sormontato da un mastio,
davvero molto bello. Il sito è legato alle vicende di Matilde di Canossa, ma il
luogo della celebre umiliazione dell’imperatore Enrico IV e del conseguente
perdono papale per intermediazione proprio di Matilde, ovvero quello che tutti
conoscono come “castello di Canossa”, è situato una ventina di chilometri più a
Nord. Ritorniamo proprio a Canossa, approfittando dell’apertura gratuita della
prima domenica del mese.
Il castello è recentemente salito agli onori della
cronaca per il rischio, per ora rientrato, di un drastico ridimensionamento
degli orari di apertura a causa dei paventati tagli ministeriali. Ma un’altra
minaccia incombe sul sito: il dissesto dei terreni circostanti. Le rovine del
castello sono infatti in buona parte circondate da incredibili calanchi
argillosi. Questo è l’ultimo panorama del nostro viaggio prima di rimetterci in
moto, accompagnati dall’immancabile tormentone radiofonico primaverile, che da
queste parti calza a pennello: PartigianoReggiano!