mercoledì 18 settembre 2024

Fine inverno a Venezia

 Venezia, 10/03/2024





Arrivare in treno a Venezia significa riscoprire ogni volta la meraviglia della prima volta da bambini. Cerco di ritrovarla anche negli occhi di Martina e Leonardo, ma sembrano interessati da qualcos'altro, o forse stanno memorizzando e tireranno fuori quest'immagine quando meno te l'aspetti, chi lo sa.





Sembrano riattivarsi in Rio Terà san Leonardo, rincorrendo i piccioni in direzione Rialto. Pernottiamo in un bell'appartamento a Cannaregio, ma vogliamo andare a vedere se c'è qualche laboratorio dove si fabbricano le maschere: abbiamo letto che San Polo è il sestiere dove se ne contano di più. Peccato per la pioggerellina che disturba un po' la passeggiata; rientriamo comunque in Calle Rielo passando dal Ponte degli Scalzi. A San Giacomo all'Orio negli anni vedo sempre quei ragazzini che giocano a pallone (cioè, probabilmente ormai saranno i figli).



Nella notte ha piovuto parecchio, la mattina del sabato ha smesso ma siamo in una delle zone più basse della città e l'acqua alta ci consente appena di andare a prendere il traghetto per Murano. Scherziamo sulla capacità di Martina di rompere i vetri ma osiamo ugualmente: entreremo ed usciremo indenni dalle botteghe, godendoci anche un buon pranzo poco distante dal Duomo.






Al rientro prendiamo la linea di traghetti che gira tutto intorno alla città, fermandoci a San Marco e poi riprendendo il battello che solca il Canal Grande, dove abbiamo il classico incontro imprevisto con due nostri conterranei.




La pioggia riprende il terzo giorno, accompagnata da una nausea che mi impedirà di finire i tagliolini al nero di seppia. Il piano B è il Museo di Scienza Naturale, piacevolissima sorpresa che cattura l'attenzione dei bambini. Dopodiché arriva il tempo del rientro, dello stomaco sottosopra, della corsa in stazione e della pioggia che continua a cadere, e così sì che Venezia diventa davvero triste.





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