Rocca
Grimalda, 29/4/2012
A colazione, insieme agli altri ospiti
del bed and breakfast, si finisce col parlare di consumo di suolo. Un problema
vivo anche da queste parti, ed infatti il movimento per lo stop al consumo di
territorio è nato a pochi chilometri da qua. “Io vivevo al limitare dei campi:
adesso intorno a noi è tutto costruito”, racconta una maestra di Torino. “Da
noi a Novi era la stessa cosa: ho finito col trasferirmi qui”, risponde la
padrona di casa. “Ci accorgeremo prima o poi che non mangiamo il cemento”,
conclude la maestra. Un po’ come le famose mucche di Luca Mercalli. Per quanto
mi riguarda, preferisco la peirbureira di ieri sera.
Ripartiamo per le colline: ci fermiamo
a Carpaneta per fare qualche foto, poi a Montaldo Bormida per una breve
passeggiata nel centro storico ed infine ad Acqui Terme. Della cittadina
piemontese ci colpiscono la quiete dei vicoli e la pulizia delle belle piazze. Piazza
della Conciliazione, irregolare nella forma e nell’altitudine, una sorta di
grosso teatro all’aperto. Piazza del Duomo, con la ricca Cattedrale di Santa
Maria Assunta e la sua grossa cripta caratterizzata da tante minuscole volte e
colonne. Piazza della Bollente, così chiamata perché ospita la sorgente d’acqua
che sgorga alla temperatura di 74,5°C. Piazza San Guido, dove accompagniamo un
caffè con amaretti e baci di dama – dolcetti tipici di queste zone – davanti
alla lunga fontana che scende verso le vecchie terme. Altre spazi che scopriamo
camminando tra i vicoli, come l’antico chiostro adiacente alla cattedrale o una
piazzetta a due passi dalla Bollente, che sembra voler richiamare gli spazi di
un antico teatro greco.
Una libreria proprio dietro la Bollente offre parecchi spunti in bilico tra letteratura, musica, cinema, territorio e …gastronomia, aprendoci lo stomaco. Infatti ci fermiamo poco più in là per un tagliere di affettati, tra i quali apprezziamo particolarmente la lonzarda e il salame baciato.
Rientriamo seguendo un percorso
alternativo. A Prasco facciamo due passi tra i colli sopra il paese, mentre a
Molare ci fermiamo a fare un po’ di foto al castello dei conti Chiabrera
Castelli Gaioli Boidi e al palazzo dei conti Tornielli di Crestvolant. “Vedi”,
dice un signore ad un amico, indicando Sara, “la signorina viene qui e
fotografa questi monumenti, e noi non sappiamo nemmeno di averli”. Anche
quest’oggi il nostro ruolo di scopritori e valorizzatori dell’Italia minore ha
avuto il giusto riconoscimento.
Langhe e Monferrato sono zone dove la
lotta partigiana è stata particolarmente dura; diverse località furono liberate
dai nazi-fascisti ancor prima dell’arrivo degli Alleati. Il gruppo folk-rock
degli Yo Yo Mundi, formatosi proprio ad Acqui, ha dato il giusto tributo alla
guerra partigiana attraverso l’album Resistenza.
E’ passato qualche giorno dalla Festa della Liberazione, ma – come sento dire
spesso - il 25 Aprile deve essere ogni giorno. E di modi di resistere ce ne
sono tanti. Lottare contro la cementificazione selvaggia che deturpa il nostro
territorio, per esempio. O valorizzare la provincia dimenticata. Questi sono
gli spunti ispirati dalla giornata di oggi.
Seduto nel giardino, tra un capitolo e
l’altro de Il compagno di Cesare
Pavese, alzo gli occhi verso le colline che stanno in fronte a noi, dove si
staglia la sagoma di Silvano d’Orba. Ci muoviamo in quella direzione, per fare
ancora due passi prima di cena. Parcheggiamo sotto la chiesa ai piedi del
castello Adorno, che però non è visitabile in quanto ancora oggi abitato.
Torniamo quindi a Rocca
Grimalda dove ceniamo con ravioli al tucco e tagliolini al pesto, il tutto
accompagnato da Barbera del Monferrato. Un menù tra Piemonte e Liguria che è un
anticipazione della giornata di domani, quando muoveremo verso Genova.
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