Rocca d’Ajello (MC), 24/4/2018
La palla col bracciale è uno di
quegli sport antichi e fortemente localizzati che si scoprono qua e
là per l'Italia, un po' come la palla 21 della Maremma che abbiamo
scoperto a Torniella. Uno sport che va forte a Treia, solo lambita
dal nostro itinerario quotidiano, e che vede nello Sferisterio di
Macerata un illustre campo da gioco, anche se l'immensa struttura
della città marchigiana ha cambiato più volte destinazione nel
corso dei secoli.
Lo Sferisterio ce l'ho in testa già
da un po', ho visto le immagini e deve essere un sito molto
suggestivo. Sarà l'ultima tappa della nostra passeggiata per
Macerata, una di quelle città della provincia italiana che non
finiscono quasi mai in prima pagina (a dire il vero nei mesi scorsi è
successo, ma come si sa in questi casi questo avviene solo per fatti
di sangue), ma che offrono gradite sorprese.
Passiamo davanti allo Stadio della
Vittoria ed entriamo nel centro storico da Piazza Annessione: questi
sono i primi due scorci scenografici che Macerata ci offre. In
via Lauri mi fermo in un'antica cappelleria: ho bisogno di un copricapo e scopro che oltre alle scarpe anche questa tradizione artigianale era radicata in zona, per quanto soppiantata in tempi di globalizzazione. Anche una chiacchierata con una famiglia di venditori di cappelli può insegnare tante cose. Arriviamo in Piazza della Libertà giusto in tempo per assistere alla sfilata dei Re Magi che escono dalla finestrella della Torre dell’Orologio e che si inchinano davanti alla Madonna che tiene in braccio Gesù Bambino. Questa bizzarra sfilata, preannunciata dall’uccellino Cesare ed anticipata da un angelo, ha luogo ogni giorno alle 12 e alle 18 e si conclude con l'immancabile applauso dei turisti radunati di sotto.
via Lauri mi fermo in un'antica cappelleria: ho bisogno di un copricapo e scopro che oltre alle scarpe anche questa tradizione artigianale era radicata in zona, per quanto soppiantata in tempi di globalizzazione. Anche una chiacchierata con una famiglia di venditori di cappelli può insegnare tante cose. Arriviamo in Piazza della Libertà giusto in tempo per assistere alla sfilata dei Re Magi che escono dalla finestrella della Torre dell’Orologio e che si inchinano davanti alla Madonna che tiene in braccio Gesù Bambino. Questa bizzarra sfilata, preannunciata dall’uccellino Cesare ed anticipata da un angelo, ha luogo ogni giorno alle 12 e alle 18 e si conclude con l'immancabile applauso dei turisti radunati di sotto.
Arriviamo infine allo Sferisterio,
dove ci concediamo l'ingresso al modico prezzo di tre euro. Scopriamo
un trait d'union col paese dove viviamo: una delle prime opere che
sono state rappresentate qui dopo uno dei vari mutamenti d'uso che
hanno caratterizzato la storia del più celebre monumento maceratese
è proprio La Gioconda di Amilcare Ponchielli.
Sul palco si stanno preparando le luci per chissà quale spettacolo,
mentre noi restiamo a guardarci intorno per un bel po', prima di
ripartire.
Passiamo praticamente davanti al
posto di lavoro del cremonese Roberto, espatriato da queste parti
qualche anno fa. Siamo all'uscita dell'autostrada, il posto non è
particolarmente ameno ma non ci si vede da tanto tempo e sfruttiamo
ugualmente l'occasione. Siamo peraltro reduci da Fano, dove ha
vissuto Roberto prima di trasferirsi ad Ancona e di cui il nostro
amico loda la vitalità, maggiore a suo modo di vedere di quella del
capoluogo di regione.
Siamo a pochi chilometri dal mare,
così raggiungiamo Numana e da qui le prime spiagge di ciottoli ai
piedi del Monte Conero. Giusto un po' di riposo prima di prendere la
via del ritorno: passiamo stavolta da Tolentino e Camerino, dove non
abbiamo modo di fermarci ma di cui ammiriamo comunque i paesaggi
rurali ed urbani.
Siamo però affamati e dopo domenica
sera abbiamo grandi aspettative per la cucina di Diego. Aspettative
che non verranno deluse nemmeno stavolta.