Rocca d’Ajello (MC), 23/4/2018
A colazione ci complimentiamo
nuovamente con Diego: la sua esperienza come cuoco nelle Feste de
l’Unità del circondario ha dato ottimi frutti! Diego è un
personaggio che impari a scoprire un poco per volta, con quell'ironia
che affiora improvvisa e che inizialmente può essere spiazzante. Gli
nominiamo Cremona e ci parla di Antonello, come lui chiama Antonio
Napolioni, da un paio d'anni vescovo della nostra città. Sono amici
di famiglia ed hanno fatto gli scout insieme, racconta condendo il
tutto con qualche aneddoto. E poi? E poi è successo che Antonello ha
preso la strada che sappiamo, mentreDiego, dopo aver fatto
tutt'altro, si è messo a ristrutturare la casa del custode della
rocca (Rocca d'Ajello, appunto, dove saliamo dopo colazione),
occupandosi personalmente di buona parte dei lavori. Nonostante ciò,
si capisce che c'è ancora una forte stima nei confronti del vescovo.
Diego ci racconta anche di Camerino,
il cui centro storico è tuttora zona rossa, e di buona parte della
viabilità dei Monti Sibillini. La situazione, devo dire, è più
grave di quello che pensavo, così ci dirigiamo nella direzione
opposta, verso Fabriano, dove appena arrivati veniamo accolti
dall'immancabile anziano del paese prodigo di consigli ed
indicazioni. E' però lunedì mattina e sono chiusi la storica
Farmacia Museo Mazzolini, il Museo dei mestieri in bicicletta, il
Museo della curiosità e della fantascienza ed il Museo della carta e
della filigrana. Proprio alla carta è inevitabilmente associato il
nome della cittadina marchigiana: chi non ha mai disegnato su uno
degli omonimi fogli A4? Comunque Fabriano è bella anche così, e
per accorgersene è sufficiente arrivare nella scenografica piazza
del Comune, col Palazzo del Podestà, la Fontana Sturinalto, l
Palazzo Vescovile, il Palazzo del Comune e il Loggiato di San
Francesco.
Siamo a pochi chilometri dal Parco
Naturale della Gola Rossa e dalle grotte di Frasassi, ma a questo
punto ho voglia di novità: seguiamo quindi un percorso per borghi in
direzione opposta. Breve sosta a Cerreto d'Esi, con la sua
fortificazione ed il piccolo centro storico sovrastante che ci mostra
le prime ferite del terremoto dell'anno scorso. Proseguiamo verso
Matelica, il cui nome è legato al vino doc che si produce nella
bella cittadina in provincia di Macerata, per una tappa un po' più
lunga.
Alle porte di San Severino Marche
parcheggiamo e ci incamminiamo seguendo le indicazioni per le grotte.
Indicazioni che non si premurano di specificare che le grotte sono a
più di un'ora di cammino. Il dubbio mi viene chiarito da una coppia
di passaggio. Ci fermiamo a chiacchierare (nelle Marche è più
facile che da altre parti). Sentendo nominare Cremona scatta
automatica la domanda: siete qui con don Antonio? Sul momento non
capisco, poi mi ricordo del vescovo, che periodicamente organizza
viaggi da queste parti e che deve aver lasciato un buon ricordo tra i
suoi conterranei.
Raggiungiamo il centro iniziando la
passeggiata dalla spettacolare Piazza del Popolo, dalla forma
allungata, sulla quale si affacciano una serie di bei palazzi. Nel
cuore cittadino si sta preparando il palco per un concerto che si
terrà il 25 Aprile. Il borgo è sovrastato da una parte antica, che
si raggiunge con una passeggiata di una decina di minuti. Chiediamo
indicazioni ad una signora che ha vissuto qui la sua infanzia e che
ci parla con nostalgia dei tempi in cui nella parte alta del paese
era di fatto un centro autonomo. Ci parla della fontana delle sette
cannelle, che dopo lungo vagare finalmente ritroviamo. Ne contiamo
solo sei, ma non importa.
San Severino ci è piaciuta molto,
l'ideale sarebbe concludere con una buona cena. Non abbiamo
indicazioni al riguardo, e se da queste parti è difficile sbagliare
stasera andiamo oltre. Cucina tradizionale di base ma con
accostamenti particolari. Mi piace quando la cucina omaggia le radici
ma cammina, un po' come abbiamo fatto noi oggi.
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