Montecatini Terme, 21/4/2012
Il lussureggiante parco di Montecatini pullula di
uomini e donne di ogni età che si dedicano al jogging mattutino nonostante la
pioggerellina; il migliore spot per una località termale. “C’è de’ bei
posticini pure qua” ci dice un imprenditore in pensione che sta – malvolentieri
– portando a spasso il cane del figlio. “Lo sa qual è il problema? Gli
stranieri. Quelli cattivi, intendo”. Montecatini non nasconde il proprio
benessere. E dove c’è benessere c’è la paura che qualcuno te lo possa portare
via. Anche se in questi tempi di crisi il tenore di vita di tanti italiani
somiglia sempre più a quello degli extracomunitari, che a loro volta iniziano a
tornare nelle terre d’origine perché il gioco non vale la candela.
La mattinata a Pistoia è vivace: è giorno di
mercato, e siamo in piena campagna elettorale in vista delle prossime
amministrative. La nostra visita prevede il tour degli edifici religiosi della
città, il cui elemento distintivo esterno sono le decorazioni in marmo
bianco-verde. San Giovanni Fuorcivitas, la cui oscurità dell’interno mette in
risalto le vetrate decorate. Il Duomo, con il notevole altare argenteo di San
Jacopo, la cripta con i resti dell’originaria chiesa romanica e molti altri
motivi di interesse. Il Battistero a pianta ottogonale. Sant’Andrea, con le sue
navate singolarmente alte e strette che custodiscono il pulpito di Giovanni
Pisano. Molto belli anche i vari palazzi che si affacciano su Piazza del Duomo
e gli altri sparsi all’interno della cerchia muraria. Da segnalare l’Ospedale
del Ceppo, con i suoi fregi in terracotta invetriata.
Piazza del Duomo ci ha colpito, e prima di partire
vogliamo tornarci. Entriamo in un bar dove la bionda cameriera mi da un bel
baciottino …(che altro non è se non un panino farcito), prima di prendere la
via delle montagne.
Salendo lungo la Porrettana si prende quota
rapidamente, passando presto dagli ulivi ai castagni. Scolliniamo e proseguiamo
accompagnati dal “suono continuo ed ossessivo che fa il Limentra”, come lo ha
definito Francesco Guccini. Il grande cantautore passa ormai la maggior parte
del proprio tempo nella casa di famiglia a Pavana, “tra i castagni
dell’Appennino”, per citare ancora Amerigo.
Data la bellezza di questo posto non so dargli torto. Da queste parti si sono
insediati anche gli Elfi, una delle prime comunità rurali d’Italia, tuttora
avvolta da un’aura quasi mitologica.
Superiamo il confine tra Toscana ed Emilia per
fare due passi nel gradevole centro di Porretta Terme, poi ritorniamo verso
Montecatini seguendo un altro itinerario. Sfioriamo Orsigna (quello che fu il
rifugio di Tiziano Terzani), poi attraversiamo Pracchia, Pontepetri, Prunetta…
A prima vista queste montagne sembrano un po’ meno spopolate di altre realtà. A
Marliana mi fermo a guardare un nutrito gruppo di ragazzini che gioca a pallone
sul sagrato della chiesa. Un’immagine che dà speranza.
Rimane il tempo per un’ultima tappa a Montecatini
Alto, più turistico ma comunque grazioso (e la vista sulla Piana dell’Ombrone
non è niente male).
Abbiamo macinato un bel po’ di chilometri anche
oggi: ci meritiamo una bella cena. Il classico antipasto toscano, poi fidelini
con le arselle (per me) e farro alla lucchese (per mamma) ed infine baccalà
alla livornese con ceci.
Pensierino della sera: in questo momento Sara è a
spasso per la città di Franco Battiato, così le dedico una delle più belle
canzoni d’amore di tutti i tempi, scritta una ventina d’anni fa dal “Maestro”. La cura.
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