Torino, 17/11/2012
La figura familiare di Leonardo
emerge gradualmente in mezzo alla folla all'arrivo dei binari della
stazione di Porta Nuova: saluti e abbracci, dopodiché ci
infiliamo sotto i portici di via Sacchi. In nemmeno un quarto d'ora
raggiungiamo l'appartamento che da qualche mese condivide con Miriam,
che ci accoglie con grembiule da cucina e cucchiaio di legno in mano.
Siamo a San Secondo, “quartiere residenziale fin troppo
tranquillo”, come ci raccontano. Se non altro si dormirà
bene, ci diciamo, anche se non è certo questa la ragione della
nostra presenza qui: vogliamo invece approfittare dell'ospitalità
fornitaci per visitare Torino, dove non veniamo da molto tempo.
Un
po' di riposo dopo l'ottimo pranzo, poi altri portici che ci portano
verso il centro e ci fanno sentire un po' come Stefano Accorsi e
Libero De Rienzo in Santa Maradona, divertente
film girato da Marco Ponti nel 2001 nella città sabauda.
Presto ci troviamo nel cuore della vita torinese, ben differente
dalla quiete di San Secondo. Leonardo mi racconta che dopo la crisi
della Fiat Torino ha cercato di ricostruirsi un'identità
puntando molto sulla cultura e sulla “movida”.
Passiamo davanti a due dei più
celebri musei torinesi: quello egizio in via Accademia delle Scienze
e quello del Risorgimento in Palazzo Carignano, sede del primo
parlamento del Regno d'Italia. Raggiungiamo Piazza Castello, piena di
giovani, la cui presenza sembra quasi stemperare l'aspetto austero
del capoluogo piemontese, conferito dai palazzi imponenti e severi,
dalle lunghe vie rettilinee, dalle piazze con i loro monumenti
equestri.
I
numeri di Fibonacci che si rincorrono sulla Mole Antonelliana ci
ricordano Dopo mezzanotte. La
seconda citazione cinematografica nel giro di poche righe non è
solo un omaggio al nostro conterraneo Davide Ferrario, ma ci aiuta ad
introdurre la nostra meta: il Museo del Cinema, grazie al quale il
monumento simbolo di Torino ha ritrovato una sua funzionalità.
Ci aggiriamo in quello che fu il set principale del film girato dal
regista nato a Casalmaggiore: molto interessanti i reperti da
archeologia del cinema, ma il museo è soprattutto
un'esperienza sensoriale, così come l'ascensore dalle pareti
vetrate che porta in cima alla Mole. Peccato solo che la serata non
sia meteorologicamente delle migliori. Superga ci appare lontana ed
il suo profilo è tutt'altro che nitido. Il cielo su Torino
cantato dai Subsonica si conferma fosco: meglio guardare di sotto. Il
reticolo delle vie cittadine visto dall'alto è un bel colpo
d'occhio e le Luci d'artista danno un tocco in più al panorama
serale.
Un
piatto di tajarin, una bottiglia di barbera ed un bonet, poi di nuovo
nella vita torinese. E' presto però per i Murazzi, la zona
della movida notturna che si sviluppa lungo il Po. Ci dirigiamo verso
Piazza San Carlo, dove è stato organizzato dal quotidiano
locale La
Stampa un
concerto che vede la partecipazione di alcuni tra i nomi più
importanti della vivace scena musicale di Torino, Giuliano Palma &
the Bluebeaters e Motel Connection su tutti. Quando arriviamo
l'ultima band è appena scesa dal palco. Troppo presto o troppo
tardi, in questa serata torinese siamo fuori tempo. Meglio tornare
nell'appartamento di Miriam e Leonardo per un bicchiere di San
Simone, amaro tipico locale, per chiudere la giornata nel modo più
consono. Il finale, per restare in ambito cinematografico, è
in dissolvenza.
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