Cerklje na Gorenjskem (Slovenia),
12/8/2015
La
prima notizia del giorno è che la Slovenia ha appena legiferato sulle unioni
omosessuali. No, mi asterrò dal fare confronti impietosi con la situazione
italiana. Ricordo solo le estenuanti discussioni sulle coppie di fatto (gay e
non) ed il fatto che ad oggi non si è ancora pervenuti ad una norma che assegni
dei diritti basilari, quasi che il vuoto normativo porti alla scomparsa
effettiva di ciò che appare sgradevole agli occhi di omofobi verosimilmente
repressi ma che è sempre esistito e continuerà ad esistere.
Certo,
viene da pensare, ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, solo 25 anni
fa, la Slovenia era la più settentrionale delle repubbliche federate che
componevano lo Stato jugoslavo. Oggi è una nazione sempre più proiettata verso
quella Mitteleuropa con cui ha un legame storico che ne ha influenzato la
lingua, la cultura, l’architettura, i costumi.
La
colazione mi riporta indietro nel tempo, con succo Fructal e gelato nella
confezione a forma di pallina. La giusta carica per tornare nel Parco del
Triglav, il Tricorno, la montagna più importante della ex Jugoslavia e simbolo
della nazione slovena, richiamato anche nella bandiera.
Bled
è una delle mete turistiche più conosciute del Paese, come si evince dalla coda
di auto all’ingresso del villaggio. Noi svoltiamo in direzione Podhom, pochi
chilometri più a Nord, dove parte la passeggiata per la gola Vintgar. Non ce lo
aspettavamo, ma anche qui incontriamo turisti provenienti da tutto il mondo.
Bisogna ammettere che gli Sloveni hanno fatto un gran lavoro di promozione
turistica: in fila davanti alla biglietteria ci sono olandesi, tedeschi,
francesi, spagnoli, italiani, israeliani, arabi: ma tra Postumia e Bled abbiamo
incontrato anche auto russe, ceche, ungheresi, polacche… Insomma, un patrimonio
sicuramente minore rispetto al nostro che però la Slovenia è capace di far
fruttare fino in fondo. Viene da pensare alle potenzialità italiane, se solo si
riuscisse a valorizzare tutto quanto abbiamo disseminato sul nostro territorio.
La
gola Vintgar si trova in mezzo a due profonde pareti rocciose ed è attraversata
da un sentiero che si snoda intorno ad un torrente le cui acque riflettono il
colore del verde tutto intorno. Scegliamo di percorrere l’itinerario ad anello,
decisamente meno frequentato nella parte che attraverso il bosco ci fa salire
fino alla chiesetta di Santa Caterina offrendoci un bel panorama sulla valle
della Sava.
Rientriamo
a Bled e ci troviamo di fronte alla scelta del programma del pomeriggio.
Facciamo un bagno tra anatre e cigni nelle acque del lago, che hanno la
temperatura giusta per una bella nuotata. Mangiamo poi una kremšnita, dolce che si trova nelle pasticcerie di tutti i paesi
della ex Jugoslavia ma che ho scoperto essere originario proprio di Bled.
Rinunciamo alla gita sulla pletna,
caratteristica imbarcazione del posto, che ci consentirebbe di arrivare fino
alla chiesa sull’isolotto in mezzo al lago, immagine da cartolina della
Slovenia, così come decidiamo di non entrare al Castello che domina il lago
dalla cima di un dirupo, nonostante il Museo al suo interno sembra essere degno
di nota.
Percorriamo invece la vallata cieca dove nasce la Sava, ed in mezzoretta raggiungiamo il lago di Bohinj. Ce l’hanno vivamente consigliato due ragazzi incontrati stamattina, così come ci hanno suggerito di non salire fino alla principale attrazione della vallata – la cascata Savica – perché in questi giorni l’acqua è molto poca e perde parte del suo fascino. Camminiamo lungo le sponde del lago (un itinerario consente di percorrerne l’intero perimetro e molti turisti lo affrontano in bicicletta) e ci corichiamo sulla riva facendo anche un secondo bagno. Anche qui, come lungo Isonzo, Idria e lago di Bled, le sponde sono affollate di bagnanti.
Percorriamo invece la vallata cieca dove nasce la Sava, ed in mezzoretta raggiungiamo il lago di Bohinj. Ce l’hanno vivamente consigliato due ragazzi incontrati stamattina, così come ci hanno suggerito di non salire fino alla principale attrazione della vallata – la cascata Savica – perché in questi giorni l’acqua è molto poca e perde parte del suo fascino. Camminiamo lungo le sponde del lago (un itinerario consente di percorrerne l’intero perimetro e molti turisti lo affrontano in bicicletta) e ci corichiamo sulla riva facendo anche un secondo bagno. Anche qui, come lungo Isonzo, Idria e lago di Bled, le sponde sono affollate di bagnanti.
Sulla
via del ritorno scopriamo quasi per caso la cittadina di Radovljica, dal centro
storico medievale piccolo ma particolarmente gradevole. In una gostilnica ordino gli štruklj (rotoli di pasta ripiena di
formaggio: in Slovenia sono un piatto tipico, anche nella versione dolce).
Ottimi anche i formaggi e le verdure di Sara. Il panorama dalla terrazza, con
vista sulle montagne di fronte, è all’altezza della cena.
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