Mugeba/Monghebbo (Croazia),
19/8/2015
Il
bagno mattutino alla Zelena Laguna è più che altro una sfida a Giove Pluvio, o
a chi per lui. L’acqua è calda, ha appena iniziato a piovigginare e, secondo le
previsioni, la giornata sarà tutta così. Riesco appena ad asciugarmi prima di
dare vita al piano B (ma vista la quantità di pioggia che abbiamo preso negli
ultimi quattro giorni nonostante un’estate fino a poche settimane fa
particolarmente asciutta, potremmo parlare anche di piano C o D). Il programma
prevede un giro per i paesi dell’interno a breve distanza da Monghebbo, con
tanto di acquisti artigianali e soprattutto enogastronomici per noi e per
parenti e amici che durante il nostro viaggio si sono presi cura dei nostri
gatti.
Partiamo
da Visignano (Višnjan), il classico paese istriano, con annessa una discreta
dose di abbandono, in parte per ragioni comuni a tante realtà di campagna
dell’entroterra (emigrazione verso le città e la costa) ed in parte per ragioni
prettamente storiche (l’esodo degli Italiani nell’immediato Dopoguerra).
L’Istria nord-occidentale e quella costiera sono le zone che hanno maggiormente
risentito di questo fenomeno in quanto la popolazione locale contava un’alta
percentuale di Italiani (tra i più celebri esuli istriani, o figli di esuli, vi
sono ad esempio Laura Antonelli, Sergio Endrigo, Nino Benvenuti, Alida Valli,
oltre ai già citati Fulvio Tomizza ed Anna Maria Mori). Intendiamoci, ci sono
paesi messi molto peggio, e Visignano conserva tutti i servizi fondamentali di
cui necessita un paese: bar, trattorie, market ed alcuni negozi. Si tratta di
uno di quei paesi dove non c’è niente di eccezionale da visitare ma è interessante
farci una passeggiata per avere un’idea di che cos’è un centro dell’entroterra
istriano. La Loggia Veneta ed il Belvedere nella piazza San Marco, detta
significativamente “Olimpo”, assicurano una vista magnifica sulla campagna.
Come ultima nota segnalo che a Visignano c’è anche un importante osservatorio
astronomico.
Rimettiamo in moto ed attraversiamo vigneti, uliveti, boschi, doline e colline, oltre ad alcuni villaggi tra cui Visinada. Da qui in poi il nostri consiglio è quello di non seguire il nostro esempio. “Hanno sbagliato a mettere quell’indicazione”, mi dirà infatti di lì a una mezzoretta una signora a Grisignana (Grožnjan). In effetti, appena svoltato a destra, le segnalazioni si limitano a prescrivere il limite di trenta chilometri orari, senza premurarsi di scrivere che i tre/quattro chilometri da percorrere (in salita) sono interamente su strada sterrata, per quanto messa discretamente. Meglio quindi percorrere qualche chilometro in più e salire dalla strada asfaltata che parte da Buje. Le sorprese però non sono tutte negative.
Niente lasciava presagire quello che vediamo a Grisignana, a partire dal fatto che in tante estati trascorse in Istria non ci fossi mai venuto: solo alcuni siti internet e guide specifiche su questa regione ne parlano, e supponevo che i toni fossero un po’ troppo enfatici. Inoltre lungo le strade della zona non vi sono cartelli o segnali ad indicarne l’interesse turistico. Invece l’appellativo di “paese degli artisti” non è affatto fuori luogo. Oltre al valore storico ed artistico, la peculiarità di Grisignana è che vi si contano circa una trentina di botteghe, soprattutto piccoli atelier di artisti, ma anche alcuni negozi di prodotti tipici. I prodotti artistici esposti negli atelier li trovo molto belli, tutt’altra cosa rispetto a tante botteghe di souvenir per turisti (che pure oggi a Grisignana non mancano). Riguardo invece ai prodotti gastronomici, ce ne torniamo a casa con qualche pacchetto di fusi, barattoli di salsa tartufata, medica (grappa al miele), formaggio locale, ajvar.
Sulla via del rientro, a Verteneglio (in croato Brtonigla, altro bel paese sulle colline a pochi chilometri dal mare) facciamo un’altra sosta in un market per acquistare dei prodotti che ci sono stati commissionati, come il mix di spezie per insaporire ćevapčići e pljeskavica. Ma a Verteneglio è d’obbligo procurarsi il vino: ci troviamo infatti nel paese della malvasia delle “quattro terre”. “La terra bianca, quella grigia, quella nera e quella rossa si differenziano per gli elementi che la compongono, conferendo un sapore diverso al prodotto finale”, ci spiegano in una cantina nei pressi della frazione di Villanova (Nova Vas). Scegliamo alcune bottiglie, cui aggiungiamo il Terrano, acquisto imprescindibile visto che viene prodotto soltanto in una zona del Carso a cavallo tra Italia, Slovenia e Croazia. Non potevamo tornare dal nostro viaggio senza.
Rimettiamo in moto ed attraversiamo vigneti, uliveti, boschi, doline e colline, oltre ad alcuni villaggi tra cui Visinada. Da qui in poi il nostri consiglio è quello di non seguire il nostro esempio. “Hanno sbagliato a mettere quell’indicazione”, mi dirà infatti di lì a una mezzoretta una signora a Grisignana (Grožnjan). In effetti, appena svoltato a destra, le segnalazioni si limitano a prescrivere il limite di trenta chilometri orari, senza premurarsi di scrivere che i tre/quattro chilometri da percorrere (in salita) sono interamente su strada sterrata, per quanto messa discretamente. Meglio quindi percorrere qualche chilometro in più e salire dalla strada asfaltata che parte da Buje. Le sorprese però non sono tutte negative.
Niente lasciava presagire quello che vediamo a Grisignana, a partire dal fatto che in tante estati trascorse in Istria non ci fossi mai venuto: solo alcuni siti internet e guide specifiche su questa regione ne parlano, e supponevo che i toni fossero un po’ troppo enfatici. Inoltre lungo le strade della zona non vi sono cartelli o segnali ad indicarne l’interesse turistico. Invece l’appellativo di “paese degli artisti” non è affatto fuori luogo. Oltre al valore storico ed artistico, la peculiarità di Grisignana è che vi si contano circa una trentina di botteghe, soprattutto piccoli atelier di artisti, ma anche alcuni negozi di prodotti tipici. I prodotti artistici esposti negli atelier li trovo molto belli, tutt’altra cosa rispetto a tante botteghe di souvenir per turisti (che pure oggi a Grisignana non mancano). Riguardo invece ai prodotti gastronomici, ce ne torniamo a casa con qualche pacchetto di fusi, barattoli di salsa tartufata, medica (grappa al miele), formaggio locale, ajvar.
Sulla via del rientro, a Verteneglio (in croato Brtonigla, altro bel paese sulle colline a pochi chilometri dal mare) facciamo un’altra sosta in un market per acquistare dei prodotti che ci sono stati commissionati, come il mix di spezie per insaporire ćevapčići e pljeskavica. Ma a Verteneglio è d’obbligo procurarsi il vino: ci troviamo infatti nel paese della malvasia delle “quattro terre”. “La terra bianca, quella grigia, quella nera e quella rossa si differenziano per gli elementi che la compongono, conferendo un sapore diverso al prodotto finale”, ci spiegano in una cantina nei pressi della frazione di Villanova (Nova Vas). Scegliamo alcune bottiglie, cui aggiungiamo il Terrano, acquisto imprescindibile visto che viene prodotto soltanto in una zona del Carso a cavallo tra Italia, Slovenia e Croazia. Non potevamo tornare dal nostro viaggio senza.
Nessun commento:
Posta un commento