Senigallia (AN), 19.8.2018
Quanto sono godibili le città la settimana di Ferragosto, prima che
cominci l’ondata del rientro? Ci siamo goduti la nostra, nei giorni scorsi,
come ci godiamo Faenza in questa calda domenica, mentre l’incrociamo in
direzione opposta, quell’ondata. Da domani riprenderà gradualmente la
normalità, ma oggi è ancora il tempo per un pranzo al sacco in un parchetto, ai
piedi della statua di Torricelli, conversando con una famiglia, credo rom. Due
gli argomenti di discussione: il recentissimo e sconvolgente crollo del Ponte
Morandi a Genova ed i due gemelli in arrivo, ormai ben visibili. Cioè, non che
si veda che sono due, però la pancia è davvero evidente. Sara non deve
affaticarsi, quindi dosiamo le energie. A partire da oggi: dopo il pranzo ci
concediamo giusto due passi fino a Piazza del Popolo, che tanto ci era piaciuta
l’anno scorso, per un caffè. Per il resto, quello che ci aspetta è un
appartamento con spiaggia di sabbia a cento metri di distanza, ma anche con rocce e scogli
a una ventina di chilometri, dolci colline all’interno costellati di città
d’arte e borghi ed un’ottima offerta enogastronomica. In una parola,
Senigallia.
Senigallia (AN), 20.8.2018
Che poi non è semplice spiaggia di sabbia, quella di Senigallia: è
spiaggia di velluto! Non è una trovata pubblicitaria, provate a distendervi
sulle spiagge cittadine e capirete perché. I frangiflutti proteggono il
litorale, ma rendono l’acqua un po’ stagnante rispetto al mare aperto. Siamo
nei pressi della Riviera di Ponente, ma quella di Levante è pressoché
speculare: un bagno via l’altro, e qualche fetta di spiaggia libera ogni tanto.
Certo, non è il nostro tipo di mare, ma sappiamo che fuori dal centro abitato
si può trovare anche altro. E poi questa è una giornata di assestamento e di
commissioni varie. Abbiamo un po’ di faccende da sbrigare, rimandiamo a domani la
ricerca di un altro mare.
Senigallia (AN), 21.8.2018
E un altro mare lo troviamo al Monte Conero. Non scendiamo alla spiaggia
del Trave, né a quella di Mezzavalle, raggiungibili tramite sentieri che
rischiano di essere troppo impegnativi vista la nostra situazione. Meglio
Portonovo, collegato con un parcheggio a monte grazie ad un bus navetta. Stavolta scegliamo
proprio la parte di spiaggia a settentrione, facendoci spazio tra le vecchie
costruzioni dei pescatori. Lo sguardo abbraccia tutta la baia fino alle spiagge
citate poc’anzi e ammirate dall’alto mentre col bus scendevamo a picco verso
Portonovo. Lo stesso panorama accompagna il nostro pranzo da Emilia a base di
spaghetti ai moscioli di Portonovo (le cozze locali presidio Slow Food). Tra i
bianchi ciottoli se si parla di mare cominciamo a ragionare!
Pochi chilometri all’interno ecco il borgo di Camerano. Nemmeno il tempo
di sbirciare all’interno della chiesa di San Francesco che un solerte e
volenteroso giovanotto ci fa da guida turistica. E pensare che l’anziana
signora di origine napoletana che fa compagnia a Sara sulla panchina alla
fermata dell’autobus si lamenta perché i marchigiani sono troppo riservati!
Saliamo in cima al campanile e guardiamo il paese dall’alto. Tra qualche giorno
lo vedremo anche “dal basso”… Ma non anticipiamo nulla, anzi, come si dice in
questi casi, non spoileriamo!
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