lunedì 1 maggio 2017

La nostra Romagna - 1. Faenza: biciclette e ceramiche

Montefiore Conca (RN), 15/4/2017

La zona artigianale/commerciale della periferia di Faenza non è forse il luogo più bello per iniziare un diario di viaggio, però appena abbandoniamo la via battuta per una strada mai percorsa prima ("per scoprire un po' di mondo", come uso dire) sento già una discreta elettricità. E poi vediamo già alcuni elementi che caratterizzano la città romagnola. 

Oltre a Gaia e la balena, una scultura piazzata in mezzo a una rotonda che entusiasma Sara, incontriamo un sacco di biciclette e soprattutto le prime aziende di ceramiche. Su biciclette e ceramiche torneremo più tardi. La prima idea che ci facciamo di Faenza verrà confermata dalla passeggiata nel centro storico: una provincia piuttosto ricca e con una buona qualità di vita.
Parcheggiamo in una zona residenziale poco fuori la cinta muraria (per alcuni tratti ne restano le tracce, soprattutto verso il fiume Lamone) e ci imbattiamo nelle postazioni di bike-sharing. Ci facciamo un pensiero, ma per la prima visita alla città, il cui centro storico non è troppo esteso, preferiamo camminare e gustarci meglio i dettagli architettonici ed urbani. Tornando alle biciclette, quella delle due ruote è una tradizione forte anche dal punto di vista sportivo (il Commissario Tecnico della Nazionale di Ciclismo su Strada, già importante atleta e commentatore televisivo Davide Cassani, è nato proprio a Faenza e cresciuto a pochi chilometri da qui, nel paese di Solarolo).
Il cuore della città, punto d'incontro tra il cardo e il decumano dell'antica pianta romana, sono piazza del Popolo e piazza Libertà. Qui troviamo i principali monumenti d'interesse: il Duomo, la Fontana Monumentale, la Torre del'Orologio, i palazzi del Podestà e Manfredi con i loro porticati ed il Portico degli Orefici. Da qui, passando sotto il Voltone della Molinella, si raggiunge piazza Pietro Nenni con il Teatro Masini.
Pranziamo all'aperto con carpaccio di polpo
in un grazioso angolo di fianco alla sede della casa editrice Polaris, specializzata in guide turistiche e letteratura di viaggio: il locale offre in consultazione alcuni volumi, oltre a molti altri libri. Mi appunto il nome per il mio "nuovo" lavoro da libraio, poi bevo un caffè leggendo poesie di 

Evtušenko, in omaggio al grande poeta russo da poco scomparso.








La notorietà di Faenza è legata soprattutto alla tradizione della ceramica. Sara, provetta ceramista, non può rinunciare alla visita del Museo Internazionale delle Ceramiche. Un museo immenso, dove si potrebbe tranquillamente trascorrere l'intera giornata. Si passa dalla lavorazione tradizionale della terracotta nelle antiche civiltà dell'Oriente, del Sudamerica, del mondo arabo e, ovviamente, dell'Europa fino ad opere di artisti contemporanei. Non




mancano opere di artisti del Novecento: ritroviamo anche una ceramica di Picasso, già apprezzato in questo suo aspetto meno conosciuto a Rovigno un paio di anni fa. Prima di andarcene prendiamo un ricordo a mia sorella Barbara, che ha reso possibile questo viaggio regalandoci un pernottamento che abbiamo deciso di sfruttare nell'entroterra riminese.


Abbiamo quindi ancora un'ora circa di viaggio, ma c'è il tempo per fare due passi fino al ponte sul Lamone: oltre il fiume si trova borgo Durbecco, anch'esso murato, la cui principale attrazione è la chiesa della Commenda.





Dopo avere lasciato i bagagli ed esserci riposati nel bed and breakfast che abbiamo scelto - a breve distanza dal paese di Montefiore Conca - e dove trascorreremo due notti, andiamo a provare la cucina tipica romagnola in un ristorante poco distante: tortellini, strozzapreti, grigliata mista, sangiovese. Il gestore, Luca, è il classico romagnolo socievole, con cui ci fermiamo volentieri a parlare. L'accento non è così diverso dall'emiliano a noi familiare, ma molto più veloce e trascinato. Abbiamo bisogno del ralenti... o solo di un po' di riposo?

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