Senigallia,
9/8/2013
Ieri sera le nostre speranze di cenare a base di
piatti tipici marchigiani sono andate in frantumi, ma ci rifacciamo stamattina
con la colazione. “Ho voluto recuperare la tradizione della colazione contadina
di una volta”, ci spiega Sandro, il gestore del bed and breakfast, mentre noi
trangugiamo di tutto: il pecorino prodotto da lui, il ciauscolo (salume tipico
delle Marche), le bruschette con frittata alla menta, dolci di ricotta, yogurt,
fette biscottate con marmellata. Si siede tra noi e due ragazzi romani,
anch’essi ospiti per la notte appena terminata, e ci racconta i suoi ricordi
d’infanzia, che si intrecciano con quelli della vita contadina di un tempo.
“Poi ad un certo punto è arrivata la televisione”… i suoi punti di sospensione sono
un amo lanciato affinché qualcuno intervenga, ed infatti uno dei nostri
commensali insinua “forse si stava meglio prima… Si aveva maggiore senso della
comunità”. “E vero”, prosegue Sandro, “se guardi le piazze dei nostri paesi la
sera le troverai ormai vuote”.
Prima di salutarci la moglie Natasha ci da qualche
indicazione per il nostro itinerario di oggi. Seguiamo i suoi consigli e non ce
ne pentiamo. D’altra parte ognuno di questi paesi ha qualcosa da offrire, a
partire dal vicino Polverigi, dove ci fermiamo per prelevare e per scattare
qualche foto. La nostra meta è però Offagna, un bel borgo arroccato in cima ad
un colle. Salendo tra scalinate e piazzette si arriva fino alla Rocca, che
ospita il museo delle armi antiche, oltre ad offrire una vista che spazia tra
le colline e l’Adriatico.
Rientrando ci fermiamo per una breve visita
all’abbazia cistercense di Chiaravalle, prima di proseguire per Senigallia. Ci
siamo già stati diverse volte, ma la cittadina marchigiana ci offre sempre
qualcosa di nuovo. Visitiamo così la Rocca, con l’ausilio di un audio-guida, poi
passeggiamo tra i principali luoghi di interesse del centro storico: il Foro
Annonario, i Portici Ercolani, il Palazzo del Governo. Senigallia è un centro
di notevole interesse storico, ma anche particolarmente vivace e ricco di
manifestazioni ed eventi culturali: per le strade incontriamo anche qualche
sosia di Elvis accorso qui per il Jamboree.
Anche in quest’ultimo giorno di vacanza abbiamo
viaggiato alla nostra maniera, fermandoci e scoprendo qualcosa in ogni paese
incontrato lungo la via. E’ questa la ricchezza del nostro paese, possibile via
d’uscita dalla crisi che lo attanaglia. E se è vero, come si ripete talvolta
enfaticamente, che nelle difficoltà l’Italia dà il meglio di sé, questo sarebbe
il momento giusto per agire. La nostra classe politica però non offre grandi
esempi: le cose migliori stanno nascendo dal basso, piccole realtà che si
stanno mettendo in rete. L’Aquila ci ha insegnato non solo la solidarietà che
può nascere nelle difficoltà, ma anche l’importanza della rete, con tutti i
significati che si possono assegnare oggi a questa parola.
Alla crisi si può reagire con l’egoismo o con la
solidarietà. Noi torniamo da questo viaggio con una rete ancora più ricca di
quando siamo partiti. La nostra scelta l’abbiamo fatta.