Lindos (Grecia), 17/8/2014
La prima immagine della giornata è tipicamente
greca: un asino ci passa davanti e scende verso il centro di Lindos. Seguiamo
la sua pista (operazione agevolata da segnali inequivocabili lasciati lungo la
via), tra case bianche dai caratteristici portoni d’ingresso, spesso
incorniciati da cascate di buganvillee e contraddistinti da hohlakia. Questi ultimi sono mosaici
realizzati con piccoli ciottoli di colore bianco e nero che si trovano
solitamente davanti alle porte e sulle terrazze.
A
proposito di terrazze, ecco quella di un bar: sembra fare al caso nostro.
Ordino un greek breakfast e mi
portano dakos (un pane scuro e
croccante che ricorda la nostra frisa) con formaggio morbido tipo feta e miele.
Sara si tiene prudenzialmente su un breakfast più italian. Sta di fatto che la
colazione al bar non è usanza tipicamente greca, e generalmente si paga di più
che da noi.
La scelta di Lindos è stata strategica in quanto ci consentirà di esplorare le varie zone dell’isola di Rodi, che è una delle più estese di tutta la Grecia: in particolar modo ci interessa la parte meridionale, quella meno turistica. Ci dirigiamo infatti verso sud con l’auto che abbiamo preso a noleggio (scelta dettata sempre dalle distanze significative che bisogna percorrere per girare Rodi in lungo e in largo). Superati Pefki e Lardos ecco la spiaggia di Glystra, col suo piccolo stabilimento balneare. Fortunatamente in Grecia non si trovano distese ininterrotte di ombrelloni come su tantissime spiagge italiane: basta percorrere un centinaio di metri e raggiungiamo un angolo tranquillo dove possiamo tuffarci dagli scogli per il nostro primo bagno della vacanza.
Ad Askipliio, pochi chilometri all’interno, abbiamo modo di godere di alcuni scorci caratteristici, incontrando anziane signore nerovestite e uomini che cercano riparo dal caldo schiacciando un pisolino in quello che evidentemente è il luogo più fresco della casa: il pavimento dell’ingresso. Per fortuna è solo la siesta: vedendo i piedi spuntare fuori dall’uscio ci eravamo preoccupati! Bella anche la chiesetta, mentre la salita per raggiungere il castello che sovrasta il villaggio con questo caldo proprio non ce la sentiamo di affrontarla.
Superato
Gennadi il litorale si fa quasi deserto e caratterizzato da dune di sabbia che
anticipano la distesa di ciottoli e rocce piatte. Basta imboccare una delle
sterrate che partono dalla strada per Kattavia ed in un paio di minuti si
raggiungono angoli solitari. Il villaggio di Gennadi, invece, richiama quello
di Askipliio ma trovandosi a poche centinaia di metri dalla costa è un po’ più
turistico. L’atmosfera è comunque genuina e merita una visita.
La
sera, dopo aver fatto rientro a Lindos, scendiamo attraverso gli scivolosi
vicoli lastricati verso il centro di quella che è una delle più antiche città
del Dodecaneso. Tra le testimonianze vi è l’Antico Teatro, mentre la piazza
antistante, progettata tenendo conto della specificità del sito, è uno dei
punti di ritrovo della gioventù locale e dei turisti. Dal Teatro scopriamo un
vicolo che ci porta in una terrazza con belvedere sulla baia Agios Pavlov,
spettacolare insenatura quasi completamente isolata dal mare aperto.
La conclusione della serata
è la stessa di ieri: ci sediamo sulla terrazza davanti al nostro studio a
contemplare la notte su Lindos. Dal centro storico sale la musica di bar e
locali, mentre dalle colline retrostanti arriva il raglio di alcuni asini. E di
nuovo, la luna: se la nostra è di miele, quella che abbiamo di fronte ha un
colore ancora più intenso. Una luna baklava.
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