Lindos (Grecia), 19/8/2014
Rocce
bianche, arbusti, mare azzurro: è vero Mediterraneo quello che respiriamo lungo
la strada per Kattavia. Anche negli aspetti meno gradevoli, come i moltissimi
scheletri di cemento armato, edifici di cui non è stata realizzata che la
struttura portante. Nelle Ionie ne avevamo visti molti di meno. Forse è anche
l’effetto della crisi economica, che ha lasciato tracce devastanti nel paesaggio,
ma in molti casi anche nella gente. La storia di Alba Dorata, movimento di
simpatie neonaziste che ha raggiunto il 10% circa dei voti alle ultime
elezioni, è ormai nota. La crisi ha, nel bene e nel male, radicalizzato il voto
dei greci: la sinistra di Syriza, schierata su posizioni ben più nette del
Pasok, è ormai il primo partito, con il 28% circa delle preferenze. Probabilmente
la crisi ha avuto un impatto minore nelle isole, dove si vive di turismo,
agricoltura di sussistenza e rete familiare, rispetto ad aree urbane come
quella di Atene, dove d’altra parte vive più di un terzo della popolazione
greca.
Prassonisi,
estremità meridionale di Rodi, è un piccolo promontorio collegato all’isola da
una stretta lingua di sabbia, paradiso dei surfisti. Vi è stata istituita una
zona protetta a seguito di un incidente navale con conseguente sversamento di
idrocarburi. Qui si punta molto sulle energie rinnovabili, dai pannelli solari
sui tetti degli edifici alle pale eoliche sui crinali: viceversa la raccolta
differenziata, nelle località visitate finora, è sostanzialmente assente.
La
cucina greca offre ampia scelta, e sarà difficile provare tutti i piatti
principali in due settimane. Oggi per me è il giorno dei dolmades, involtini di riso e carne racchiusi in foglie di vite
(specialità presente nelle varie zone dei Balcani con numerose varianti),
mentre Sara ordina un horiatiki (la
classica insalata greca). E come dessert, kataifi.
Il
paesaggio tra Kattavia e Apolakkia è ancora più selvaggio di quello
attraversato stamattina ed il mare, sferzato dal vento, ha un colore
incredibile. Qualche baracchino in cui si vendono prodotti tipici, orti con
meloni ed angurie, un ristorante a due passi dalla spiaggia e poco più.
Facciamo due passi ad Apolakkia, dove le proprietarie delle due taverne che si affacciano sulla piazza principale si contendono la nostra presenza: ma è troppo tardi, abbiamo già pranzato. Proseguiamo quindi verso Monolithos, attraversando una zona dalla vegetazione più fitta. Superiamo il paese, percorriamo ancora un paio di chilometri e ci fermiamo ai piedi del castello. La salita fino in cima è breve e ripagata da una vista magnifica. Anche la discesa verso le spiagge più vicine è rapida,
solo pochi chilometri per
raggiungere Aliki e Fourni. Noi ci fermiamo alla prima e la troviamo magnifica,
tra scogli, ciottoli e mare blu.
Facciamo due passi ad Apolakkia, dove le proprietarie delle due taverne che si affacciano sulla piazza principale si contendono la nostra presenza: ma è troppo tardi, abbiamo già pranzato. Proseguiamo quindi verso Monolithos, attraversando una zona dalla vegetazione più fitta. Superiamo il paese, percorriamo ancora un paio di chilometri e ci fermiamo ai piedi del castello. La salita fino in cima è breve e ripagata da una vista magnifica. Anche la discesa verso le spiagge più vicine è rapida,
Rientriamo
attraversando paesi pittoreschi come Sienna, Agios Isidoros e Laerma, tra
boschi e uliveti nei quali scorrazzano capre e caprioli, col glabro massiccio
del Monte Attavyros che incombe. Siamo nella zona vitivinicola dell’isola: le
viti sono tenute particolarmente basse (a prima vista sembrano semplici
cespugli) ma sono quasi pronte per la vendemmia.
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