Pigadia (Grecia), 24/8/2014
Passiamo
la prima parte della mattinata ad organizzare gli spostamenti dei prossimi
giorni. Per prima cosa noleggiamo uno scooter. E’ dal precedente viaggio in
Grecia, datato 2009, che non guido un motorino: il modo migliore per riprendere
la mano sul mezzo non è certo la discesa per Kyra Panagia. Una volta arrivati,
un bagno nelle acque azzurro chiaro è il modo migliore per sciogliere la
tensione accumulata lungo i ripidi e stretti tornanti. Ci troviamo in una delle
spiagge più celebri di Karpathos, la cui immagine è stata riprodotta in innumerevoli
volantini e guide turistiche: la cupola rossa della chiesa di Agia Panagia in
primo piano e la piccola caletta di sabbia racchiusa tra le rocce sullo sfondo
campeggiano anche sul poster appeso alle pareti della nostra camera.
La
strada verso Sopa procede tra curve e saliscendi in un paesaggio selvaggio:
superato Arepi non c’è più alcun centro abitato per svariati chilometri, se si
escludono le poche abitazioni di Melates. Qualche chilometro dopo Kyra Panagia
un’altra strada scende verso la costa e ci conduce alla spiaggia di Apella, tra
pini marittimi, oleandri e fichi. Apella è una baia più lunga e spaziosa
rispetto a Kyra Panagia ma il colore della sabbia e dell’acqua sono gli stessi
di stamattina: un’altra cartolina, insomma, una di quelle immagini che non si
cancelleranno mai dalla nostra mente. Non rimane che scegliere se mangiare
qualcosa sulla terrazza della taverna (non sarà la più caratteristica della
Grecia ma la vista è impagabile), riposare all’ombra dei pini o fare un bel
bagno. Oppure tutte e tre le cose.
Confermo
l’idea che mi sono fatto cinque anni fa nelle Ionie: lo scooter è uno dei modi
migliori per visitare le isole greche, specie quelle di medie dimensioni come
Karpathos. Una volta presa la mano sul mezzo, ovviamente.
Rientrando
facciamo sosta ad Aperi per cercare tra i vicoli e i giardini terrazzati pieni
di alberi da frutto un’autentica atmosfera greca. Finora a Karpathos abbiamo
trovato molta Italia, o meglio, molti italiani. Se è vero che l’estate nelle
isole greche si trasforma spesso in un’esperienza cosmopolita, ognuna di esse
si caratterizza per un turismo peculiare. Karpathos ha mantenuto un forte
legame con gli italiani, che tra le varie isole del Dodecaneso l’hanno scelta
come meta preferenziale per le proprie vacanze. Si contano soprattutto molti
turisti settentrionali, probabilmente per la comodità dei voli diretti da
aeroporti come quelli di Bergamo e Verona. Anche i negozianti ed i ristoratori,
più ancora che a Rodi e Tilos, solitamente parlano almeno qualche parola di italiano.
Italia
e Grecia si stringono la mano anche a cena: mangiamo souvlaki con un sottofondo di liscio proveniente dall’hotel
dall’altra parte della strada. “Bravo! Bravissimo!” applaude la proprietaria
del locale, che non ha invece digerito la serata di ieri a base di musica
dance. Il nostro viaggio è anche questo, quasi volessero farci sentire un po’ a
casa: musica da balera della Bassa Padana su un’isola dell’Egeo.
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