Castell’Anselmo (LI), 23/5/2015
Scrutiamo il cielo perplessi: fino a una
mezzoretta fa sembravano esserci aperture ad incrinare il grigio che invece,
una volta giunti a Pisa, pare essersi ricompattato. Parcheggiamo di fronte
all’ingresso dell’Arena Garibaldi, stadio il cui nome altisonante mi rimanda a
puntate di Tutto il calcio minuto per
minuto ascoltate alla radio in tante domeniche mediamente tediose della mia
infanzia.
Gli onnipresenti venditori ambulanti si fanno più
concentrati intorno a Piazza dei Miracoli e porgono ai passanti ombrelli
pieghevoli: più che un cattivo auspicio è ormai una presa d’atto, visto che una
volta raggiunta la Torre Pendente la pioggia ha iniziato a cadere da un po’. Ma
a scoraggiarci non è il maltempo, né questi ed altri articoli che ci vengono
proposti lungo via Maffi (come la prolunga per i selfie, che pare destinata a diventare oggetto di culto dell’estate
2015), tantomeno i turisti in posa nell’immancabile foto di rito nell’atto di
sorreggere la torre: il problema è il prezzo per salire su quest’ultima (18€ ci
sembrano un po’ troppi). La visita in Piazza dei Miracoli va organizzata per
tempo: anche Duomo e Battistero hanno ingressi regolamentati con orari
piuttosto rigidi. Meglio prenotare da casa. Poco male, lo stupore che si prova
nel raggiungere uno dei complessi monumentali più famosi al mondo è comunque
impagabile. Al pregio artistico di Duomo, Battistero e Torre si unisce
l’unicità di quest’ultima, che dal vivo fa pur sempre il suo effetto
stupefacente. Ma questa sarà solo la prima delle torri e dei campanili toscani che
vedremo in questi giorni: in programma ci sono infatti le visite a città di
grande storia e antiche rivalità separate tra loro da poche decine di
chilometri, tra cui Pisa, Livorno e Lucca (sempre a proposito di campanili, o meglio
di campanilismo, forse il più sentito in Italia è proprio quello che divide le
prime due città).
Facciamo una passeggiata sui lungarni, oltrepassando
il fiume dalle parti di Santa Maria della Spina. Camminiamo per i vicoli della
Kinzica, il quartiere che un tempo ospitava i mercati, per poi tornare a Nord
dell’Arno riparandoci dalla pioggia sotto i portici di Borgo Stretto e di
Piazza delle Vettovaglie. Da qui raggiungiamo infine Piazza dei Cavalieri,
purtroppo offuscata dalla maggiore fama di Piazza dei Miracoli ma comunque
stupenda. Insomma, una giornata per ricordare che Pisa non è solo la Torre
Pendente. Peccato solo non essere riusciti ad incontrare Sergio, nostro
compagno di viaggio due anni fa tra L’Aquila e il Gran Sasso.
Per il nostro primo anniversario di nozze, che è
stato una settimana fa, abbiamo conservato l’ultimo regalo che ci hanno fatto
in occasione del matrimonio: un cofanetto-pernottamento che sfrutteremo presso
un agriturismo sulle colline all’interno di Livorno. I proprietari ci accolgono
con cortesia e ci danno i consigli per la serata. “A Livorno non c’è granché da
vedere, ma la sera è vivace, specialmente il quartiere Venezia. Lo si chiama
così perché i canali ricordano un po’ Venezia”. Premurandosi di aggiungere
subito dopo: “non che a Pisa, oltre Piazza dei Miracoli, ci sia molto di più…”.
Livorno è un’importante città portuale il cui
centro è racchiuso da una serie di canali e si caratterizza per le vie
ortogonali, i palazzi ed i portici generalmente piuttosto moderni (durante la
Seconda Guerra Mondiale i numerosi bombardamenti hanno causato morte e
distruzione). Quella dei canali, sprofondata qualche metro più in basso, sembra
quasi una città parallela, al pari di quelle invisibili di Calvino: barche
ormeggiate ovunque, circoli di pesca e ricreativi, pergolati sulle banchine.
Superato il Mercato coperto ecco il rione Ovosodo, che ha dato il nome ad uncelebre film di Paolo Virzì: in realtà il protagonista abitava a Barriera
Garibaldi, circa un chilometro da qui, in fondo alla via che imbocchiamo per
cercare uno dei ristoranti che ci hanno indicato.
Al riguardo scegliamo una trattoria del quartiere
Pontino, vicino a quello di Nuova Venezia. Ordiniamo del rosso, spaghetti
caciuccati e baccalà alla livornese. Alle pareti magliette del Livorno Calcio,
copertine del Vernacoliere e di Don Zauker, locandine dei film di Virzì. Più
labronico di così non si può.
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