Cavagnolo (TO), 1/5/2015
Primo Maggio su coraggio, cantava UmbertoTozzi: dimentichiamo le varie traversie e ci mettiamo in viaggio con la
benedizione di Stefano, nostro sindacalista di fiducia nonché autista per
l’occasione.
A Racconigi, dopo avere costeggiato per più di un chilometro
il muro di cinta del castello che fu residenza dei Savoia, incontriamo Laura e
Gianluca, che ci ospiterà in questi tre giorni che trascorreremo in Piemonte.
Due passi per la bella cittadina tra piazzette e portici, un panino, un gelato
e poi visita al Castello. Peccato solo che non tutti i locali siano visitabili
(essendo il Primo Maggio il personale è ridotto), così come buona parte
dell’immenso parco. Proviamo con ostentata indifferenza a superare i cartelli
di divieto d’accesso ma in poco tempo ci raggiunge una gentile signora in
bicicletta e ci invita a ritornare sul percorso prestabilito.
Ci spostiamo allora di una ventina di chilometri
per raggiungere la “capitale” del Roero, cioè Bra. Superate alcune brutture
periferiche (e non solo) ci addentriamo nel centro storico. Proviamo anche a
raggiungere la Zizzola, una chiesa segnalata un po’ ovunque che sorge su un
colle che domina Bra. Scopriamo solo una volta in cima che la chiesa non è
vistabile. Ce lo dice la signora che abita di fianco: “arrivano fin quassù
anche i turisti stranieri, e mi tocca ripetere sempre la stessa cosa”. Facciamo
buon viso a cattivo gioco e le chiediamo consigli sul posto ideale per prendere
un aperitivo e farsi una buona cena.
Siamo nella città dello Slow Food, e l’aspetto
enogastronomico è importante. Iniziamo con un aperitivo d’obbligo, a base di
Roero Arneis, per poi cenare con tagliatelle alla salsiccia di Bra (formato di
pasta che qui è più stretto rispetto a come lo intendiamo noi) e brasato al
Barolo.
Se il lavoro debilita l’uomo, come cantavano i cuneesi Marlene Kuntz, il viaggio lo riabilita, non c’è che dire. E anche una
bella cena.
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