Tar/Torre,
22/8/2012
Ripercorrendo a ritroso la Jadranska Magistrala
rivediamo le immagini di tante vacanze passate, non solo di questa che sta per
finire. Siamo titubanti sulla scelta dell’ultimo posto dove pernottare, poi
decidiamo di tirare dritto lungo la costa quarnerina e dopo Abbazia deviare
verso l’Istria. Un piatto di calamari a Bakarac, poi riprendiamo la strada che
costeggia la baia di Buccari e risale verso Fiume cercando le indicazioni per
la E8, arteria stradale di recente realizzazione che attraversa la penisola
istriana per poi immettersi nell’autostrada – anch’essa realizzata nell’ultimo
decennio – che collega Umago con Pola.
Nei pressi del Monte Maggiore vediamo alzarsi in
cielo due colonne di fumo; anche qui incendi boschivi, ma fortunatamente i
vigili del fuoco sono già sul posto. Dall’Učka proseguiamo per Pisino e da qui
verso la costa orientale dell’Istria: poco per volta le montagne fanno posto ad
un paesaggio collinare e fra i boschi iniziano a comparire i campi coltivati.
Usciamo a Parenzo e prendiamo la bella strada che porta a Vabriga (Abrega) e Tar
(Torre), lungo la quale scorrono tanti ricordi d’infanzia: terra rossa di
ulivi, viti e strutture ricettive come il grosso camping Lanterna, dove
decidiamo di pernottare, giusto per andare sul sicuro. Come al solito abbiamo
dei seri problemi con l’attrezzatura da campeggio, ma non permetteremo che
questo influisca sul nostro umore o sul nostro programma, che prevede bagni
fino al tramonto, a cui assistiamo dalla solita spiaggia con vista su Cittanova
e sulla baia dove il fiume Quieto sfocia nell’Adriatico.
Amo l’Istria perché, anche in pieno agosto, è
capace di proporti, a due chilometri dal mare, un paesino tranquillo, dove
sostare nella quiete di una trattoria frequentata soltanto dai locali e da
pochi turisti. Ad Abrega mangio un bel piatto di fusi col gulasch, accompagnati
da un buon Merlot. Ma per l’ultima serata in Croazia vogliamo concederci anche
un po’ di mondanità, così facciamo un salto a Parenzo, dove passeggiamo tra le
vetrine del Decumano e la tranquillità dei vicoli laterali. Ci facciamo pure
“abbindolare” da un artista di strada che riesce a stuzzicare la nostra
curiosità: lo vediamo armeggiare con gran rapidità con forbici e carta, finché
non ci restituisce i nostri profili ritagliati su di un cartoncino scuro. Molto
somiglianti, non c’è che dire. Sarà questa la nostra foto-ricordo di Parenzo.
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