sabato 26 dicembre 2015

Ai lati d'Italia - 1. L'Isonzo mormorava



Cerklje na Gorenjskem (Slovenia), 10/8/2015

A volte nella vita ci si sente un po’ palindromi, quando per qualche ragione si ripercorre una strada da tempo conosciuta per tornare al punto di partenza: a me per esempio capita ogni volta che torno in Istria, terra cui sono legati i miei primi ricordi, quelli delle estati al mare della mia infanzia. Non è un richiamo casuale, visto che dall’Istria ripasseremo, nel corso del nostro viaggio estivo.
I lati d’Italia che percorreremo sono infatti, più precisamente, i confini nord-orientali: quelli del Friuli Venezia Giulia, insomma. Il che significa, fondamentalmente, Slovenia (ma trascorreremo una buona parte delle nostre vacanze anche in terra croata).

Il Piave mormorava, ma noi non l’abbiamo sentito, solo visto dal finestrino, così come il Tagliamento col suo incedere quasi torrentizio tra le spiagge ghiaiose. Abbiamo varcato il confine a Gorizia, città maledetta da una vecchia canzone popolare che parla della Prima Guerra Mondiale. In Italia quest’anno fioriscono le iniziative a ricordo dell’inizio della Grande Guerra, che per il nostro paese è avvenuto proprio cent’anni fa. L’ideale sarebbe stato raggiungere Caporetto, dove c’è un museo particolarmente interessante dedicato al primo conflitto mondiale. Paghiamo però un po’ di ritardo accumulato per via di alcune code in autostrada, per cui la nostra risalita dell’Isonzo dovrà interrompersi anzitempo per deviare verso il paese dove pernotteremo. Non sarà una disfatta, ma dovremo limare il nostro programma.
Nova Gorica è stata edificata nel Secondo Dopoguerra dalla Jugoslavia per compensare il fatto che Gorizia, col suo castello che svetta in cima alla città, fosse stata assegnata all’Italia. Si tratta quindi di una città moderna, che attraversiamo dedicando un pensiero a Zvoran, compagno occasionale dell’attesa del traghetto per Cefalonia al porto di Patrasso qualche anno fa. L’ambiente però cambia ben presto in direzione di Canale d’Isonzo, dove scendo a rinfrescarmi nelle acque del fiume. Ci starebbe bene una vera e propria nuotata, come fanno i ragazzini e le famiglie radunatesi sulle rocce e sulle piccole spiagge ai margini delle sue verdi acque. Non solo nuoto ma anche tuffi, a Kanal: dalle rocce a strapiombo sul fiume e dal pittoresco ponte nel cuore del paese, dove è stato installato un trampolino a 23 metri di altezza: tuffarsi nell’Isonzo è un’usanza tipica del luogo.
La valle dell’Isonzo, tra boschi e rocce, è particolarmente suggestiva: la percorriamo fino a Tolmino, paese che meriterebbe un po’ più di tempo per una visita. Ci dirigiamo invece alle forre della Tolminka, ad un paio di chilometri dal centro abitato. In fondo alla forra si sviluppano alcuni sentieri: l’intero percorso dura un paio d’ore e richiede il pagamento di un biglietto d’accesso, ma è anche possibile raggiungere con la normale strada asfaltata il ponte alto 60 metri sull’orrido solcato dal torrente Tolminka.
Da Tolmin ridiscendiamo il corso dell’Isonzo, questa volta sulla sinistra orografica, fino al bel villaggio di Most na Soći (Santa Lucia d’Isonzo in italiano), dove questo si allarga ricevendo le acque del fiume Idria (Idrijca in sloveno). Risaliamo poi un bel tratto di quest’altro corso d’acqua. Il caldo ha spinto gli abitanti di queste zone sulle sponde dei due fiumi, particolarmente frequentate. Per un attimo mi viene da fare il confronto con i nostri fiumi tanto trascurati (per quanto negli ultimi tempi la loro fruizione pare in ripresa): l’attenzione alla qualità delle acque e lo sviluppo di attività legate al loro sfruttamento ricreativo e turistico possono creare un circuito virtuoso che troverebbe dalle nostre parti terreno fertile.
Da Cerkno saliamo fino a superare i 750 metri di altitudine, in un paesaggio alpino dolce e molto boscoso, per poi scendere verso la città di Kranj e da qui a Cerklje na Gorenjskem, nella campagna della valle della Sava, a pochi chilometri dall’aeroporto di Lubiana e dalle montagne del
Nord della Slovenia.

Tomaž e la moglie Julija ci accolgono con un aperitivo a base di sciroppo di sambuco e grappa di ribes. Andiamo poi a cenare in una gostilnica convenzionata con loro a qualche centinaio di metri da qui, nella frazione di Dvorje. Leggiamo il menù ed ordiniamo Ljubljanska steak, il piatto che ci sembra più tipico, accompagnandolo con Laško Pivo, “la birra con le corna”, come quelle dello stambecco che campeggiano sul suo simbolo storico. Noi oggi di stambecchi, nel Parco del Triglav, non ne abbiamo incontrati: solo un capriolo che ci ha attraversato la strada, fugace apparizione prima di sparire nel verde del bosco.

giovedì 24 dicembre 2015

2016... in arrivo

Impegni lavorativi vari hanno rallentato l'aggiornamento del nostro blog. Aspettando il 2016... presto recupereremo con racconti e immagini del viaggio dell'estate 2015, trascorso principalmente in Slovenia (nella zona occidentale del Paese) e in Istria (sia il territorio sloveno che quello croato). Nell'attesa, augurando Buone Feste ai nostri miliardi di lettori sparsi in tutto il globo, una foto come anticipazione...