mercoledì 21 febbraio 2018

Lasciando l'Italia alle spalle - 14. Broken (Ritorno alla quotidianità)

Sistiana (TS), 18/8/2017

Anche la tappa a Rupa è stata molto gradevole, ma è giunta l'ora del rientro. Riusciamo a non incontrare code nemmeno alla frontiera tra Croazia e Slovenia, e questa è davvero un'impresa. Arriviamo indenni a Basovizza, dove ci fermiamo per un caffè. Che fare? Decidiamo di fare un ultimo bagno alla baia di Sistiana prima di rientrare definitivamente a casa.

Per evitare il traffico di Trieste prendiamo una strada che si snoda tra le colline del Carso. Superato Prosecco ci affidiamo alle indicazioni per la Strada Costiera, che ci conducono su una pendenza, in discesa, del 24%. Pensiamo ad un errore, ma ci accorgiamo presto che la segnalazione è corretta! Precipitiamo dunque sulla Costiera, strada lungo la quale erano state girate alcune suggestive scene del videoclip di Elisa Broken.
Qualcosa si è rotto, davvero, cos'è stato? Il pensiero corre a Barcellona, città cui abbiamo imparato a volere bene durante la nostra visita ad inizio estate, ieri oggetto di un attentato terroristico proprio sul tratto di Rambla che percorrevamo ogni giorno. Non era questo il mondo che avevamo immaginato, certo. Questi pensieri ci colgono anche perché è ormai tempo del rientro alla quotidianità. Ed è in quella quotidianità che bisogna riprendere a lottare, con umiltà, per farlo assomigliare un po' di più a quello che vorremmo, ora che davanti a noi è di nuovo Italia, è di nuovo quasi casa.

martedì 20 febbraio 2018

Lasciando l'Italia alle spalle - 13. Riavvolgendo la Jadranska Magistrala

Rupa (Croazia), 17/8/2017
Cogliamo gli ultimi fichi e le ultime mele dagli alberi nel giardino intorno a casa e salutiamo la padrona. Direzione Brbinj, dove facciamo tappa in un market e in un grazioso negozio di souvenir in una caletta sul lato opposto del promontorio rispetto al porto. Ci avviciniamo poi all'imbarco per bere un caffè. Ci sarebbe anche tutto il tempo per un ultimo bagno a Dugi Otok, ma la lentezza estrema del servizio fa sfumare questa possibilità. La cosa mi mette di pessimo umore. Ci rifaremo nel pomeriggio risalendo la costa dalmata. Mi rilasso navigando tra le isole dell'arcipelago zaratino e mangiando un panino al prosciutto, dalmata pure lui.
Risaliamo la Jadranska Magistrala. Riattraversiamo Zara, il Novigradsko More, Seline. La strada si conferma spettacolare, incredibile. Ci fermiamo tra i vicoli di Karlobag (Carlopago) per un caffè, e poi poco a Nord di Senj (Segna) per un bagno. Cerchiamo la caletta che ospita il campeggio dove siamo stati un paio di volte in passato ma sbagliamo imbocco e scendiamo in quella prima. Poco male, quella dove facciamo il bagno è tranquilla e deliziosa. Si raggiunge in un paio di minuti di discesa, ospita non più di una decina di persone e qualche barca ormeggiata. Sdraiati sui ciottoli ci godiamo il sole che scende verso l'orizzonte in direzione Krk.
Pernottiamo a Rupa, a lato della vecchia strada statale che collega Trieste e Fiume, in mezzo alle colline boscose in prossimità del confine interno della regione istriana. L'influsso dell'Istria si sente anche a tavola. Ci fermiamo in una trattoria a Permani, pochi chilometri in direzione Fiume. Fusi con goulasch, vino rosso locale, palačinka, medica (grappa al miele). Nell'ultima giornata piena del viaggio abbiamo riavvolto il nastro, ritrovando sensazioni via via più familiari, ma sempre scoprendo qualcosa di nuovo, che sia una caletta in cui fare il bagno, un villaggio in mezzo ai boschi o una trattoria tipica.

domenica 18 febbraio 2018

Lasciando l'Italia alle spalle - 12. Misteri di Dugi Otok

Božava (Croazia), 16/8/2017

A cosa servono quelle spianate di cemento nelle immediate vicinanze dei centri abitati di Dugi Otok, situate sui versanti delle colline? Crediamo di avere trovato risposta all'interrogativo che ci accompagna da qualche giorno: raccolta di acqua piovana. Alla base sembra infatti esserci un serbatoio. Ci allontaniamo soddisfatti da quello di Božava, situato poco dietro la chiesetta, e facciamo una passeggiata nei dintorni. Qualche giorno fa abbiamo percorso la strada che si tiene qualche centinaio di metri al largo del villaggio, tra uliveti, muretti a secco, recinti per le pecore ed un improbabile campo da calcio abbandonato. Oggi ci dirigiamo invece verso il faro. Proseguendo lungo la costa, dice la mappa turistica del porto di Božava, si trova il tunnel marittimo. Di cosa si tratta? Altro mistero che risolveremo nel pomeriggio, in maniera inaspettata.
Torniamo infatti in paese, lo attraversiamo e superiamo il complesso dei quattro hotel e residence situati sul versante settentrionale della baia, grosse strutture ben nascoste tra i pini marittimi. Il sentiero ombreggiato prosegue lungo la costa, in un susseguirsi di piccole calette. La prima è discretamente frequentata ed è dotata di un piccolo campo sportivo cementato polifunzionale. Man mano che si procede si incontrano sempre meno persone: qualche camminatore come noi, a cui si uniscono i bagnanti che si tuffano da qualche barca ormeggiata nelle vicinanze.

E' così che raggiungiamo un secondo tunnel marino: cerco qualche notizia e scopro trattarsi di strutture un tempo destinate ai sommergibili dell'ex-Jugoslavia, ed oggi fruite occasionalmente da qualche navigante curioso. Il tunnel a pelo d'acqua si inoltra nella collina per svariate decine di metri e da fuori quell'oscurità ci inquieta un poco, complici anche la presenza di un paio di strutture in disuso nelle vicinanze, l'erba alta e l'aspetto decadente di questa baia.
Una decadenza di altro tipo la troviamo salendo al villaggio di Dragovije: a parte qualche casa affittata ai turisti tutto sembra abbandonato. Case diroccate, bar chiusi da decenni, una struttura che ospitava probabilmente il municipio. Mi metto a giocare a bocce da solo nel campo che nessuno usa più da tempo immemorabile, poi prendiamo un secondo sentiero che tagliando per l'interno, tra alte stoppie e qualche incertezza nell'interpretazione dei segnali, ci porta dapprima alla chiesa di Santa Marta e poi di nuovo sulla costa. Se volete imitarci portate con voi gli scarponi.
La sera ci aspetta il conforto delle cose ormai note: i tantissimi gatti che si rincorrono tra i vicoli e quelli piazzati sotto i tavoli dei ristoranti del porto che aspettano la loro parte. Per noi una plješkavica, e temo che non ne rimarrà nulla per i nostri amici felini.

sabato 17 febbraio 2018

Lasciando l'Italia alle spalle - 11. Cartoline dall'Isola Lunga

Božava (Croazia), 15/8/2017

Savar è davvero, come avevamo letto prima di partire, una cartolina. Nel paese c'è poco o nulla, una manciata di case che digradano verso il porticciolo che ospita l'unico, minuscolo negozietto aperto solo alcune ore al giorno, dove si vende un po' di tutto. La solita, minuscola striscia di terreno conduce al promontorio su cui sorgono la chiesetta di San Pellegrino ed il vecchio cimitero. Fare il bagno qui è spettacolare, nell'acqua quieta è con la vista chiusa dalle varie isole ed isolotti di fronte.



Ripartiamo nella tarda mattinata per la grotta di Strasna Peć, il "forno terrificante". Di terrificante c'è la strada per raggiungerla, se percorsa a quest'ora: circa tre chilometri di sterrato in mezza costa in pieno sole. In mezzo a questo nulla c'è un ragazzo che strappa i biglietti d'ingresso ma non accompagna i turisti. La grotta è piccola, ma lui deve presidiare l'entrata e si limita a prestarci la torcia elettrica ("fate attenzione perché ho solo questa e le pile si stanno scaricando!"). L'ambiente è suggestivo, ma viste le dimensioni 40 kune ci sembrano un po' eccessive: almeno potevano fornire una torcia in più!


Brbinj è un porto particolarmente quieto (quando non c'è l'arrivo o la partenza delle navi per Zara) situato lungo la costa orientale, come tutti i centri abitati dell'isola. Mangiamo un piatto di calamari alla griglia buoni ma non particolarmente economici rispetto agli standard croati: i prezzi di Dugi Otok si confermano un po' più alti della media, certamente anche a causa dell'approvvigionamento di materie prime.



 



















Un'altra discesa, stavolta asfaltata, ci porta a Veli Žal, spiaggia caldamente consigliata dalla nostra padrona di casa. Un breve sentiero conduce ad un baretto sulla spiaggia, dietro al quale si apre una lunga spiaggia di ciottoli e scogli bianchi. Rispetto a Sakarun le acque sono più agitate perché non ci troviamo in un'insenatura, ma i colori sono ugualmente spettacolari e di fronte a noi l'orizzonte è incorniciato da un isolotto. Che altro chiedere all'Isola Lunga?