martedì 5 dicembre 2023

Gita a Crespi d'Adda



Il rientro è stato difficoltoso, ma mia madre, instancabile organizzatrice di gite, ci ha coinvolto per una domenica di ottobre a Crespi d'Adda. O meglio, ha coinvolto Sara: io ho declinato l'invito in quanto avevo già visitato il sito qualche anno fa, con la famiglia al completo.




Il villaggio operaio di Crespi d'Adda, situato all'estremità meridionale della cosiddetta Isola Bergamasca, in territorio di Capriate San Gervasio (quello di Leolandia, che ai miei tempi era semplicemente "la Minitalia"), è di particolare interesse, ed è frutto dell'esperienza di uno degli imprenditori cosiddetti illuminati, Cristoforo Benigno Crespi, titolare di un cotonificio, che vi realizzò le abitazioni di parte dei lavoratori della sua azienda. Se da un lato si tratta di un esempio molto avanzato in tempi di frequente sfruttamento conclamato dei lavoratori, dall'altro, a pensarlo oggi, dà un sottile senso di inquietudine per l'inevitabile controllo pressoché totale della vita delle maestranze.




In ogni caso Crespi d'Adda riveste anche un particolare interesse architettonico, con le sue strade ben organizzate e rettilinee e le abitazioni differenziate a seconda del ruolo ricoperto nell'azienda. Da segnalare anche la centrale idroelettrica sul fiume Adda, aperta alle visite. Adda che da queste parti (siamo al confine tra le province di Bergamo e Milano) crea alcuni ambienti naturali piuttosto interessanti. 



Il pomeriggio il programma non poteva non prevedere una visita a Bergamo. La meta è forse inflazionata di questi tempi, essendo stata, insieme alla vicina Brescia, riconosciuta come "capitale della cultura 2023". Però la città alta merita sempre una passeggiata.







sabato 28 ottobre 2023

Cherso, corsi e ricorsi - 9. Dal fiume più corto al fiume più lungo

 San Donà di Piave (VE), 29/08/2023

"Piove... piove... piove...". Vengo svegliato dalla vocina di Leo. Lo cerco a lungo nella penombra ma non lo vedo. Infine scorgo una sagoma tra la tenda e la portafinestra. Lo raggiungo ed esco sul balcone. Lascio correre lo sguardo sulle colline di fronte, verso il mare che pure da qui non si vede, ne accarezzo il profilo fino ad incontrare il Santuario di Pian del Grisa ("il formaggino", come lo chiamano i triestini per via della forma). Poi volgo lo sguardo verso oriente, oltrepassando i vigneti, verso i boschi ed il confine sloveno. Non piove.

Non piove ma il cielo è completamente coperto, e sarà l'abbassamento della temperatura, sarà l'anticipo di autunno all'interno della Trattoria Sociale di ieri sera, ma viene voglia di chiamare Toni Bruna, cantautore triestino che ho scoperto per caso qualche mese fa, e farlo venire qui per uno dei suoi house-concert intimisti. La strada la conosce, anzi, ad una manciata di chilometri da qui, per la precisione nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Repentabor, ha girato uno dei pochi video che si possono trovare su Youtube.

Ma è già tempo di ripartire. Scendiamo al paese di Santa Croce per la colazione e per comprare ai gemelli due "palline matte" alla macchinetta (che ricordo vintage!). Mentre sorseggio il cappuccino sfoglio "Il Piccolo": mezza Trieste allagata in occasione del nubifragio di ieri, un evento come se ne verificano ogni 20-30 anni nel capoluogo giuliano, dice l'esperto. Che culo, verrebbe da dire, anche se temo che queste stime vadano riviste in un epoca di cambiamenti climatici sempre più evidenti e conclamati.


Quante volte sono passato dalle bocche del Timavo? Molte, ma mai da quando mia madre ha stretto amicizia con Ada, che abita proprio lì di fronte e ci farà da guida d'eccezione. La tappa era d'obbligo, siamo di strada e terminata la colazione in dieci minuti siamo a San Giovanni di Duino. La chiesa di San Giovanni in Tuba merita sicuramente una visita ed ha la peculiarità di avere le risorgive al proprio interno, dietro la zona absidale. Ma è tutta l'area delle bocche del Timavo, che circonda la chiesa, ad essere particolarmente suggestiva.


Underground rivers of love that we can't see / I wish they could reach the sunlight to show us the / way to live without hate and set us free / hit me right through the heart now / and flow in the sea. Così cantava Elisa, cresciuta a due passi da qui, in un brano dedicato alla sua terra ed intitolato Lisert, che per molti è il nome di una barriera autostradale spesso intasata nel periodo estivo, ma che è anche, o soprattutto, la denominazione dell'area a sud di Monfalcone, dove il Timavo sfocia nell'Adriatico. Il Timavo lo abbiamo visto inabissarsi qualche anno fa in territorio sloveno verso il suo lungo cammino sotterraneo, e lo ritroviamo qui, dove rivede la luce per solamente un paio di chilometri prima di raggiungere il mare. Questa caratteristica lo rende il fiume più breve d'Italia. E quando arriva il momento dei saluti, io che cerco sempre qualcosa di simbolico nei miei viaggi non posso non pensare che passeremo dal fiume più corto al fiume più lungo d'Italia. Ringraziamo per la visita sicuri che ci sarà presto una nuova occasione... ma stavolta ha ripreso davvero a piovere.


Rimane solo il tempo per una pausa pranzo a base di cicchetti veneziani in centro a San Donà di Piave, poi si riparte, e già si fantastica sui prossimi viaggi. Quali saranno? Cercheremo di scoprire angoli nuovi in uno dei posti del nostro cuore oppure ci lasceremo stupire da mete sconosciute? Beh, queste sono pagine ancora da scrivere.


mercoledì 25 ottobre 2023

Cherso, corsi e ricorsi - 8. Assenti e presenti a Plomin

 Sales (TS), 28/08/2023

L'abbassamento della temperatura e l'arrivo delle nuvole, ampiamente preannunciati, ci aiutano a percepire l'ineluttabilità del momento. Nondimeno, dopo avere salutato i nostri padroni di casa Marjia e Robertino, lungo la strada per Porozine fatichiamo a reprimere una certa tristezza.

Sbarchiamo sulla penisola istriana e l'orario del pranzo si avvicina. Dove fermarsi? La scelta ricade su Plomin, il primo abitato che si incontra quando da Brestova, dopo essere risaliti sulla strada principale, si svolta verso sinistra in direzione Pola.


Il biglietto da visita di Plomin (Fianona in italiano) per chi arriva dall'entroterra, ovvero dalla strada che abbiamo percorso all'andata, non è dei migliori: la ciminiera della centrale a carbone situata in fondo all'insenatura è visibile da diversi chilometri di distanza. Ma questo è solo l'ultimo, cronologicamente parlando, degli eventi che hanno segnato le vicende di questo borgo, sul quale la storia sembra essersi particolarmente accanita.

Plomin è collocato sul versante orientale in fondo ad una profonda insenatura, una sorta di porto naturale che ne ha caratterizzato le fortune, fino a quando le rotte commerciali non hanno preso altre vie. Ad oggi il porto è ancora attivo e ben visibile dall'alto del borgo, ma ha perso l'importanza che aveva un tempo.


Al declino ha poi contribuito l'esodo della gran parte della popolazione italiana nel secondo dopoguerra, per le ben note vicende storiche. Oggi, entrando nel centro storico di Fianona e camminando tra le case in pietra, quasi tutte abbandonate e diroccate, la sensazione che provo è contrastante: lo trovo al tempo stesso un posto bellissimo ma che mi dà un'angoscia da togliere il fiato. Poche le case che mostrano segni di vita, almeno nel centro del paese, e le presenze sono costituite dalle sculture che un artista, che qui ha installato il suo laboratorio, ha collocato alle finestre vuote piuttosto che dai pochi passanti, principalmente turisti di passaggio. Qui le assenze si sentono più delle presenze. Ma siccome ho bisogno di almeno un briciolo di speranza, non posso non notare un cantiere: qualcuno sta mettendo mano ad una casa a due passi dalla chiesa di san Giorgio.


Quando abbiamo parcheggiato l'auto abbiamo subito notato una trattoria che sembra avere diverse caratteristiche che la rendono degna di nota: tavoli all'aperto sotto il pergolato di forma irregolare situato sulla sommità di un muro di sostegno che affaccia sulla strada principale, con vista sul borgo (e non sulla centrale a carbone, parzialmente coperta). La cucina sarà all'altezza? La risposta è si. Per Martina gnocchi di patate allo spezzatino, mentre io e Sara ci dedichiamo al tartufo, cui avevamo rinunciato a Pinguente. Tagliata di manzo al tartufo per lei e frittata al tartufo con focaccia fatta in casa per me. Come dessert mi servono plominski krafi, dei tortelli con ripieno dolce. Ripartiamo entusiasti.


Superata Buzet arriva anche la pioggia, che in Slovenia si fa incessante e fittissima. Nonostante questo su Maps impostiamo il percorso senza pedaggi, stanchi di pagare il balzello alle autostrade slovene, e attraversiamo i paesi di Gabrovizza e Osp prime di rientrare in Italia tramite il valico secondario vicino alla frazione di Crociata e raggiungere una allagata periferia triestina.

Il pernottamento sarà a Sales. Chissà com'è, ma ultimamente finiamo sempre in questo minuscolo borgo carsolino. non siamo però attrezzati per la cena e a costo di rischiare di strafare saremo a cena fuori anche stasera. Vogliamo andare sul sicuro: un altro corso e ricorso della vacanza, appena rientrati in Italia da un viaggio in Croazia ci rifugiamo alla trattoria Sociale di Prosecco. Visto il repentino abbassamento della temperatura stavolta ci sediamo all'interno, tra le accoglienti pareti rivestite in legno che ci regalano quasi un anticipo di autunno.



martedì 10 ottobre 2023

Cherso, corsi e ricorsi - 7. Ultimi giorni sull'isola

 Cherso (Croazia), 27/08/2023

Dodici anni fa, appena arrivati sull'isola di Cres, la prima tappa fu Valun. Ci torniamo ma stavolta, lasciata l'auto al parcheggio, non ci dirigiamo verso l'abitato ma teniamo la sinistra per scendere verso Valun Beach. Spiaggia comoda, anche se un po' più affollata di quelle viste negli ultimi giorni. Al paese ci andiamo nella pausa dopo il pranzo, non prima di esserci fermati in un chiosco per assecondare la nuova passione di Leo: Snjeguljica, un gelato sullo stile del "nostro" Mottarello, tanto per intenderci. Io invece scelgo un Macho al gusto cioccolato ed arancia. In vacanza all'estero, anche il gelato confezionato ha il suo fascino esotico.


La domenica, ultimo nostro giorno sull'isola, ci dedichiamo alla "nostra" spiaggia sotto casa (incluso giro in pedalò) e ad un ultimo giro per la città di Cherso. Il nostro appartamento è a soli cinque minuti a piedi dal centro, che ci siamo goduti quotidianamente anche svolgendo le varie commissioni e spese: la krempita per la colazione, una bottiglia di malvasia istriana, del miele alla salvia da portare a casa e... crema all'arnica (l'età avanza anche per noi). Un ultima passeggiata è però d'obbligo, tra la fontana Jadran, che tanto piace ai bambini, la vicina e pittoresca loggia, fino alla Pjaceta, uno di quegli angoli nascosti dove non ci sono monumenti particolari, però... però.






mercoledì 4 ottobre 2023

Cherso, corsi e ricorsi - 6. Gita in barca

 Cherso (Croazia), 25/08/2023


La morfologia dell'isola di Cres rende di difficile accesso buona parte delle spiagge per chi ha due bambini di quattro ani al seguito. Per questo motivo decidiamo di giocarci l'opzione gita in barca, scegliendo tra le varie offerte che si possono trovare al porto della città di Cherso.


Il ritrovo è nel primo pomeriggio poco prima dell'ingresso al mandracchio. Destinazione: le spiagge di Lubenice e della Plava Grota (la grotta azzurra). Entrambe le calette sono raggiungibili con sentieri di moderata difficoltà dall'abitato di Lubenice, quasi 400 metri di dislivello e, rispettivamente, 50 minuti e un'ora e mezza di cammino. La spiaggia di Lubenice ce la ricordiamo bene, e quando arriviamo guardiamo l'abitato appollaiato lassù, in cima alla rupe, e ci diciamo: "però"!


La Plava Grota invece è una novità anche per noi. C'è un discreto traffico di imbarcazioni intorno alla grotta: d'altra parte siamo ancora in agosto ed il turismo, sull'isola di Cherso, si concentra nel periodo estivo, come ci conferma il nostro capitano: "il periodo di Pasqua per la nostra attività è trascurabile, ci attiviamo in giugno". Ed infatti passa le vacanze di Natale sulle Alpi e quelle di Pasqua in Toscana. In estate invece arriviamo noi...


Se si escludono i venti minuti di traghetto da Brestova e Porozine, questo è il primo viaggio in barca per i gemelli. Il mare è tranquillo e direi che l'esperienza è positiva: Leonardo si addormenta già all'andata, cullato dalle onde, mentre al ritorno anche MArtina sta per cedere... ma ormai siamo in vista del porto di Cres.



domenica 1 ottobre 2023

Cherso, corsi e ricorsi - 5. Il mondo sottomarino di Bijar

 Cherso, 24/08/2023



Il nostro ritorno sull'isola di Cherso è caratterizzato da nuove scoperte e da ritorni, come quello ad Osor (Ossero). Dopo la sempre gradevole passeggiata fino alla piazza ed una sosta in una pekarna per fare scorta di burek per pranzo, però, stavolta non ripartiamo verso l'estremità sud dell'isola ma prendiamo il percorso pedonale che dalla chiesa di Santa Maria, in pochi minuti, porta alla baia di Bijar.






La spiaggetta non è dotata di servizi in loco ma come dicevo è a 250 metri dal paese, mentre in direzione opposta ad un centinaio di metri, sopra il porticciolo, si trova il camping Bijar. Questo la rende frequentata anche da famiglie. Di fronte a noi, la bella vista sull'estremità settentrionale dell'isola di Lussino. Alle nostre spalle, direttamente sulla spiaggia, le rovine del Monastero di Santa Maria degli Angeli rendono particolare il sito. Ma soprattutto, a sorprenderci sono i fondali marini e la grande varietà di pesci, che renderanno Bijar, da questo punto di vista, la più significativa tra le spiagge visitate. Martina rimane incantata dal mondo sottomarino di Bijar e tutti noi ci concediamo lunghi bagni, tanto che a metà pomeriggio siamo già pronti per il rientro in paese, giusto in tempo per il piccolo spettacolo dell'apertura del ponte girevole.



sabato 30 settembre 2023

Cherso, corsi e ricorsi - 4. Cin cin

 Cherso (Croazia), 23/08/2023


Dalla spiaggia sotto casa la sponda opposta della baia di Cherso è così vicina che potrei tranquillamente raggiungerla a nuoto, facendo solo attenzione alle imbarcazioni che entrano ed escono dal porto. Sembra che ci stia chiamando da alcuni giorni, così decidiamo di raggiungerla (via terra, però).

Oltrepassiamo la Marina ed eccoci nel fondo dell'insenatura, laddove l'acqua è limacciosa e la terraferma è occupata da alcuni orti. Qui parte un percorso ciclopedonale lungo la costa, mentre la strada carrabile si fa più impegnativa (e sconsigliabile per auto come la nostra) e sale sul versante della collina per poi ridiscendere presso la spiaggia di Dražica.



Ci incamminiamo ai piedi della collina dominata dagli ulivi, fino a raggiungere la pineta che costeggia il mare in prossimità della pittoresca caletta di Dražica, dove si trova anche un bar essenziale. Da qui la vista spazia sul campeggio Kovačine, sull'abitato di Cherso e sulla Marina.



Queste serate le stiamo dedicando alla città di Cherso e a tutti i piaceri che può offrirci: una passeggiata lungo il perimetro del Mandrac, una palačinka guardando le barche ormeggiate, la ricerca di una piazzetta che avevamo tanto amato... In uno slargo di Ribarska Ulica ci imbattiamo per caso in un concerto di un gruppo folk. I bambini ballano e si divertono sulle note di "Con la supa istriana" del cantante Elio Pisak (che scopriremo essere nativo proprio di Pinguente) e capiamo subito che questo pezzo sarà destinato a diventare il tormentone della nostra vacanza. Infatti rientriamo canticchiando: stasera faremo cin cin...



venerdì 15 settembre 2023

Cherso, corsi e ricorsi - 3. Frondi

 Cherso (Croazia), 21/08/2023


Dalla terrazza del nostro appartamento si intravede il mare, tra le altre case e la strada, ad un centinaio di metri davanti a noi. Un altro centinaio di metri lungo la passeggiata lungomare che dalla città porta al Kamp Kovačine e raggiungiamo la caletta situata all'ingresso del campeggio, con la sua piccola spiaggia di ciottoli e la pineta retrostante.



Questo è il mare dove facciamo i nostri bagni quotidiani, ma si sa, non siamo molto stanziali, ed oggi scendiamo lungo la costa occidentale dell'isola. Lasciamo la strada principale, attraversiamo il villaggio di Stivan ed eccoci a Miholašćica. Ci fermiamo sulla lunga spiaggia in ciottoli per fare il bagno nel bel mare blu con vista sull'isolotto di Zeča. Qui c'è anche un bar, molto spartano, dove però ci concediamo i primi cevapčići della vacanza. Un chilometro più a nord, invece, si trova il villaggio di Martinšćica, dove ci facciamo una sosta con gelato e Cockta prima di rientrare.



Mio padre andava matto per i Frondi, piccoli wafer della fabbrica dolciaria Kraš. Dopo il 1990 non li abbiamo più trovati sugli scaffali dei market della ex-Jugoslavia. Li abbiamo cercati più volte insieme. Quando ho iniziato a venire da solo da queste parti ho provato e riprovato, per portarglieli a casa, ma senza successo. Anche "dopo" ho continuato, come se glielo dovessi. Stasera, nel ritrovarmeli di fronte come se nulla fosse in un market locale, mi sono commosso. Era una di quelle cose che credevo non avrei più rivisto, come la Cremo in serie A, d'altra parte... Biagio Antonacci cantava che certe cose non tornano più, ma certe altre sì, evidentemente. Ed oggi, che tutti noi scriviamo quattro cazzate sui social illudendoci che ci siano folle oceaniche che ci leggono, ed invece... Io scriverei solo per lui, e mi sembra ingiusto che chiunque possa leggere ma non lui, con cui vorrei parlare... non dei massimi sistemi, non dei valori che ho ereditato, ma semplicemente del fatto che i Frondi sono ritornati. Comunque sia, affido lo stesso queste parole alla rete, al vento, a quel che è, non si sa mai.



martedì 12 settembre 2023

Cherso, corsi e ricorsi - 2. Tramonto dietro l'Istria 2023

 Cherso (Croazia), 19/08/2023

Mi sveglio prima di tutti ed ho tempo di andare a fare la spesa al Plodine in fondo alla strada. Dopo il conto del ristorante di ieri sera ho già un secondo riscontro: se Schengen segna un punto a favore della Croazia come meta di vacanze, per l’euro vale l’esatto opposto. D’altra parte già a metà gennaio leggevo di proteste per i rincari seguenti al passaggio dalle kune alla valuta europea.


E’ già tempo di lasciare Buzet. Attraversiamo Roc, Plomin, scendiamo a Brestova e ci imbarchiamo per Cherso. Che è poi (non l’ho ancora scritto) la meta principale del nostro viaggio.


Appena sbarcati a Porozine ci imbattiamo in una lunga coda per l’imbarco in senso opposto: d’altra parte è il primo sabato dopo ferragosto. Per noi nessun problema, solo i lavori in corso per l’ampliamento della strada, che effettivamente dall’incrocio per Beli fino al porto settentrionale dell’isola è piuttosto stretta.


Arrivati a Melin, insediamento residenziale-turistico a settentrione del centro storico di Cherso, ci fermiamo a mangiare calamari alla griglia nell’attesa che preparino la nostra stanza, dopodiché ci fiondiamo in spiaggia per il primo, meraviglioso viaggio della vacanza.




“Sarebbe bello tornare con dei bambini, un giorno”, ci siamo detti dodici anni prima di lasciare l’isola di Cres. Ed io, scherzando (ma non troppo) racconto spesso la scena del mio primo tramonto sull’isola, sostenendo che in quel momento ho pensato per la prima volta che ero pronto per avere dei figli. Dopo dodici anni, per certi aspetti anche travagliati ma con anche delle soddisfazioni impagabili, rieccoci qua, di nuovo a goderci quel tramonto, stavolta in quattro, a poche centinaia di metri da dove ci trovavamo nel 2011. Diciamo che il romanticismo di questa scena è interrotto da incombenze dettate dagli aspetti meno poetici dell’essere genitori, ma va bene così. Per noi essere qui, oggi, ha un valore speciale.

lunedì 11 settembre 2023

Cherso, corsi e ricorsi - 1. No frontiere

 Pinguente (Croazia), 18/08/2023


Rimettiamo mano a questo blog dopo un'infinità. In mezzo, una pandemia mondiale, una crisi climatica sempre più conclamata, una guerra più o meno aperta tra potenze nucleari e... due figli che crescono. Noi in mezzo, a cercare bellezza e speranza laddove è sempre più difficile trovarle.


Avremmo anche parecchi arretrati che contiamo di recuperare, dando spazio alle foto di Sara - che su Instagram è sempre molto attiva - ed anche a qualcuna delle mie chiacchiere, prima che i ricordi vadano persi in mezzo a tutto il resto.



Viaggiamo come sempre cercando qualcosa di inedito anche su strade battute moltissime volte, come oggi a Dolo. Anche se la prima immagine è prettamente vintage: parcheggiamo dalle parti del Municipio e subito un cartello ci avvisa che la cabina telefonica davanti a noi verrà rimossa il 28/08. Se decidessimo di fare tappa anche al ritorno non la troveremmo più. Mi viene un irresistibile desiderio di... un'ultima telefonata.



Meglio però concentrarsi sulla cittadina alle porte di Venezia, ideale punto di partenza per una gita lungo la Riviera del Brenta o tra le ville palladiane. Il centro storico si trova infatti su un'isola fluviale e lungo un tratto della sponda settentrionale del Naviglio del Brenta. Ci accolgono il duomo di San Rocco e Villa Andreozzi Bon, poi attraversiamo il Brenta all'altezza dei mulini e passeggiamo tra i due rami del corso d'acqua, in mezzo ai vicoli impreziositi da numerose opere d'arte, prima di gustarci un tagliere di affettati locali.



Dopo pranzo i gemelli si addormentano in macchina e si perdono l'inatteso temporale rinfrescante sul Carso e l'arcobaleno che compare in terra slovena. Tagliamo in direzione Crastoglie per penetrare nel cuore della penisola istriana, attraversando nuovamente il confine dalle parti di Pinguente. Ma è un attraversamento rapido ed indolore. Dal primo gennaio anche la Croazia è nell'area Schengen e l'Istria diventa una meta molto più appetibile senza quelle lunghe attese alla frontiera, anche se, come a Rabuiese, anche entrando in Croazia rallentiamo visibilmente, in preda ad una sorta di timore reverenziale postumo.



La comoda casa dove pernotteremo stanotte è situata alla periferia di Pinguente (Buzet). Il centro è invece arroccato in cima ad un colle ed è servito da un parcheggio da cui una breve passeggiata con vista sulla valle della Mirna (il fiume Quieto) si raggiungono le porte della città vecchia. Passeggiamo a lungo per il pittoresco borgo: i gemelli (e anche noi, a dire il vero) si affezionano in particolare alla piazzetta di Vela Šterna.


Buzet è famosa per i suoi tartufi, ma a cena optiamo invece per fusi ai funghi, mentre Martina sceglie gnocchi al ragù: buongustaia! Il Terrano, invece, è solo per noi grandi!