domenica 26 dicembre 2010

Auguri (solo un poco polemici) di Buone Feste

...Ed arrivò l'autunno, con le sue consuete piogge e le altrettanto consuete frane ed alluvioni. Tra le regioni più colpite la solita Liguria (a Genova ormai sono sufficienti 24 ore di pioggia per causare disastri) ed il Veneto (acqua alta a Venezia ed allagamenti nel Vicentino). Proprio due delle regioni che hanno subito la cementificazione più selvaggia negli ultimi decenni. Sarà un caso? Nonostante ciò, si continua ad investire in Grandi Opere anzichè mettere in sicurezza il territorio...

Ed arrivò anche l'inverno, con le nevicate e le luminarie natalizie che già a fine novembre erano all'ordine del giorno.

Fedeli alla tradizione, stiamo passando il Natale "con i nostri". Per l'Ultimo dell'Anno invece saremo ospiti della zia del nostro amico Fausto in Toscana, come due anni fa.

Non ci resta che fare gli auguri di Buone Feste ed iniziare a preparare i bagagli...

lunedì 20 dicembre 2010

Work in progress

Settembre è il mese in cui si riprendono le normali attività e ci si butta a capofitto sul lavoro: in questo periodo i nostri viaggi sono stati più che altro mirati a migliorare la nostra professionalità svilita da anni di precariato.

A metà settembre sono stato a Sarzana alla seconda ass
emblea nazionale del Movimento Stop al Consumo di Territorio. La scelta degli organizzatori non è stata casuale: pochi chilometri più a sud, a Marinella, si vuole costruire l’ennesimo porticciolo turistico, accompagnato dalla consueta urbanizzazione fatta di centri commerciali, beauty farm e chissà che altro. Il tutto di fianco alla foce del Magra, in un paesaggio suggestivo dove abbiamo consumato una romantica cenetta qualche anno fa al rientro dal mare. Ben altro esempio di gestione del territorio lo troviamo un po’ più ad Ovest, alle Cinque Terre, anche se l’azione del parco non è stata esente da critiche (a ragion veduta, si direbbe dalla recentissima indagine giudiziaria che vede protagonisti il presidente del parco ed il sindaco di Riomaggiore).
La giornata è stata l’occasione per ritrovare le facce note dei comitati ambientalisti cremonesi e ascoltare e conoscere realtà da diversi territori italiani; Firenze, hinterland milanese, Liguria, Bassa Padana, Abruzzo… Storie che hanno un minimo comune denominatore chiamato cemento. Storie che in parte sto ritrovando nel libro “La colata”, uscito pochi mesi fa.
Ma la gita a Sarzana mi ha dato anche modo di mangiarmi degli ottimi sgabei con le acciughe marinate, il superlativo gelato di una genuina ge
lataia del centro, e soprattutto di visitare questa deliziosa cittadina ligure, molto vivace e ben tenuta, che finora era stata per me solo una stazione in cui cambiare il treno per andare al mare.



Vedi Napoli e poi muori. Sara è ancora viva; al rientro dalla due giorni partenopea per l’ennesimo congresso si è presa solamente una bella contrattura alla schiena. Ora se ne sta sul divano mentre la radio parla dell’ennesima emergenza rifiuti in Campania (ma un' emergenza che dura da quattordici anni diventa la norma, per quanto aberrante). “La più viva delle città morte”, così la scrittrice Giusi Marchetta ha definito Napoli. Mi sembra un ottimo riassunto dei racconti di Sara, che con le sue foto ha cercato di rendermi partecipe della sua esperienza che anche stavolta non ho potuto condividere.

sabato 4 dicembre 2010

La pianura e il mare

A Ferragosto eravamo già a Cremona: giusto il tempo per goderci la fine dell’estate. Gli ultimi bagni ce li siamo fatti in piscina o tutt’al più al Trebbia. Ma i vari reportage estivi pubblicati dai giornali italiani in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia sono stati ulteriori spunti di riflessione sul viaggio appena terminato.

Un'altra occasione per rivivere parte della vacanza è stata la visione di “Mar Piccolo” di De Robilant, con le sue drammatiche storie ambientate nei quartieri tarantini di Paolo VI e Tamburi, situati intorno alla gigantesca zona industriale. Anche se Taranto l’abbiamo solo attraversata, le immagini della città pugliese ed i racconti di Mario Desiati li abbiamo ancora impressi nella mente.

Tornando all’unità d’Italia, al rientro dalle ferie mi è capitato tra le mani “Donne” di Ezio Quiresi, una raccolta di immagini fotografiche in bianco e nero realizzate nel dopoguerra in giro per lo Stivale; la tematica è quella della condizione femminile (specialmente quella lavorativa). Lo sfondo è un paese apparentemente molto mutato per certi versi, ma anche uguale a se stesso per tanti altri.

Ezio Quiresi è morto al nostro rientro a Cremona. Un altro lutto per la fotografia cremonese, dopo la scomparsa di Luigi Ghisleri. Ricordo ancora la presentazione del suo volume “Pianura mare”, poco dopo il nostro viaggio nel Delta del Po. Ero andato anche per portargli i saluti di Paolo, incontrato a Ca’ Cornera, con cui aveva realizzato alcune mostre. Al Museo quel giorno giornalisti, politici, persino i due candidati sindaci: mancava proprio lui, il “fotografo del Po”. Peccato non avere avuto modo di conoscerlo personalmente.

Mi piace molto quel titolo…”Pianura mare”… Da l’idea di movimento. E ci ricorda che anche la pianura, prima o poi finisce. Contro quelle montagne che vediamo stagliarsi azzurrognole all’orizzonte, a Nord e a Sud, nelle giornate più serene. Oppure, lasciandoci trasportare dalla corrente del fiume, verso Oriente, nel mare…

Coast al cubo - 15. Sud relativo

Cremona, 12/8/2010
“La torre fu distrutta dai Senesi intorno al 1300”, legge il ragazzo sulla sua guida. “Siena deve sempre rompe’ le balle, ‘n qualche modo”, gli risponde il signore più anziano con accento marcato. Scene di vera toscanità sulla Torre del Candeliere, Massa Marittima. In basso il borgo medievale con le sue strade tortuose, in alto la città nuova dalle vie ortogonali; tutto è come un anno e mezzo fa, la prima volta che arrivammo nella città toscana nel tardo pomeriggio di un Ultimo dell’anno. Allora Massa Marittima ci colpì, al punto che abbiamo approfittato dell’occasione per tornarci oggi.
Da qui parte il nostro ultimo trasferimento verso Nord, quello definitivo, che ci riporta a casa: ci fermiamo solo per un bagno a San Vincenzo. Niente di che, dopo quanto abbiamo visto durante il nostro viaggio.
In due settimane abbiamo percorso 2913 chilometri, attraversato 11 regioni, fatto il bagno in 3 mari ovvero in 5 regioni. Un viaggio molto istruttivo nel Centro-Sud. Ed ora, il ritorno.
Ritorno a Nord, già. Ma ne siamo così sicuri? A Nord di cosa, poi? Più a Nord di tutta la strada percorsa in questo viaggio, certo. Il Nord Italia, quello che ancora si illude che la criminalità organizzata non sia un problema suo, mentre in realtà fa affari anche in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Liguria in combutta con i politici locali. Il Nord Italia che si lamenta degli stranieri dimenticandosi di avere contribuito anch’esso alla massiccia emigrazione dal nostro paese nell’800 e ‘900 ed ignorando che sono proprio quegli stranieri che gli tengono
in piedi le aziende. Il Nord Italia che dice di pagare le tasse per mantenere il Sud ma poi manda in parlamento i mega-evasori fiscali.
Quale Nord? Siamo il Nord del mondo, quel 20% che consuma l’80% delle risorse e poi si lamenta se si trova in casa i disperati che vogliono partecipare al banchetto.
Ma siamo anche Sud Europa, con quei brutti vizi che si cerca sempre di scaricare su chi sta un po’ più a Sud di noi ma che fanno parte del DNA di una nazione che, come si dice spesso, è unita soprattutto nei difetti.
E siamo pure il Sud della Lombardia, la regione che si vanta di essere la più avanzata d’Italia e per la quale contiamo poco o nulla, che ci considera terra buona solo per le discariche. Viviamo in una città da cui i laureati spesso devo
no scappare per trovare lavoro; fanno i pendolari sulle città più grandi e tornano a casa stravolti la sera o nei week-end, magari dopo viaggi in treno in condizioni che poco hanno a che vedere con i paesi più avanzati. E mi sembra di ritrovare, anche se su scala più ridotta, i ragazzi di cui parla Marco Desiati nel suo libro.
Parlo con amici del Sud Italia delle dinamiche sociali dei centri più arretrati e penso a quelle del piccolo paese del Cremonese in cui sono cresciuto: trovo più affinità che differenze.
Al termine di questo viaggio, una cosa è chiara come non mai: il concetto di Sud è qualcosa di molto relativo.