martedì 12 marzo 2013

Sotto il cielo di Torino - 1. Dissolvenze

Torino, 17/11/2012

La figura familiare di Leonardo emerge gradualmente in mezzo alla folla all'arrivo dei binari della stazione di Porta Nuova: saluti e abbracci, dopodiché ci infiliamo sotto i portici di via Sacchi. In nemmeno un quarto d'ora raggiungiamo l'appartamento che da qualche mese condivide con Miriam, che ci accoglie con grembiule da cucina e cucchiaio di legno in mano. Siamo a San Secondo, “quartiere residenziale fin troppo tranquillo”, come ci raccontano. Se non altro si dormirà bene, ci diciamo, anche se non è certo questa la ragione della nostra presenza qui: vogliamo invece approfittare dell'ospitalità fornitaci per visitare Torino, dove non veniamo da molto tempo.

Un po' di riposo dopo l'ottimo pranzo, poi altri portici che ci portano verso il centro e ci fanno sentire un po' come Stefano Accorsi e Libero De Rienzo in Santa Maradona, divertente film girato da Marco Ponti nel 2001 nella città sabauda. Presto ci troviamo nel cuore della vita torinese, ben differente dalla quiete di San Secondo. Leonardo mi racconta che dopo la crisi della Fiat Torino ha cercato di ricostruirsi un'identità puntando molto sulla cultura e sulla “movida”.
Passiamo davanti a due dei più celebri musei torinesi: quello egizio in via Accademia delle Scienze e quello del Risorgimento in Palazzo Carignano, sede del primo parlamento del Regno d'Italia. Raggiungiamo Piazza Castello, piena di giovani, la cui presenza sembra quasi stemperare l'aspetto austero del capoluogo piemontese, conferito dai palazzi imponenti e severi, dalle lunghe vie rettilinee, dalle piazze con i loro monumenti equestri.

I numeri di Fibonacci che si rincorrono sulla Mole Antonelliana ci ricordano Dopo mezzanotte. La seconda citazione cinematografica nel giro di poche righe non è solo un omaggio al nostro conterraneo Davide Ferrario, ma ci aiuta ad introdurre la nostra meta: il Museo del Cinema, grazie al quale il monumento simbolo di Torino ha ritrovato una sua funzionalità. Ci aggiriamo in quello che fu il set principale del film girato dal regista nato a Casalmaggiore: molto interessanti i reperti da archeologia del cinema, ma il museo è soprattutto un'esperienza sensoriale, così come l'ascensore dalle pareti vetrate che porta in cima alla Mole. Peccato solo che la serata non sia meteorologicamente delle migliori. Superga ci appare lontana ed il suo profilo è tutt'altro che nitido. Il cielo su Torino cantato dai Subsonica si conferma fosco: meglio guardare di sotto. Il reticolo delle vie cittadine visto dall'alto è un bel colpo d'occhio e le Luci d'artista danno un tocco in più al panorama serale.
Un piatto di tajarin, una bottiglia di barbera ed un bonet, poi di nuovo nella vita torinese. E' presto però per i Murazzi, la zona della movida notturna che si sviluppa lungo il Po. Ci dirigiamo verso Piazza San Carlo, dove è stato organizzato dal quotidiano locale La Stampa un concerto che vede la partecipazione di alcuni tra i nomi più importanti della vivace scena musicale di Torino, Giuliano Palma & the Bluebeaters e Motel Connection su tutti. Quando arriviamo l'ultima band è appena scesa dal palco. Troppo presto o troppo tardi, in questa serata torinese siamo fuori tempo. Meglio tornare nell'appartamento di Miriam e Leonardo per un bicchiere di San Simone, amaro tipico locale, per chiudere la giornata nel modo più consono. Il finale, per restare in ambito cinematografico, è in dissolvenza.
 

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