mercoledì 20 aprile 2011

Gabbioneta Binanuova - Da questa parte del ponte

Giugno 2008

Polo Nord, dice il cartello stradale. Meraviglie della toponomastica della Bassa Padana: potrebbe essere l’inizio del diario di bordo di un esploratore, invece è solo un altro resoconto del mio vagare per la provincia cremonese, e la giornata non ha niente di glaciale. E’ l’inizio dell’estate, e la campagna verde scivola giù oltre la scarpata morfologica, verso il fiume Oglio.
Mi incammino per la stretta strada che porta a Binanuova. Incontro un signore chino tra le colle dell’orto e gli faccio i complimenti per la bellissima insalata: io non sono mai riuscito a farla venire su così bene. “Vorél en poo de gambüus?” mi chiede generosamente. Lo ringrazio ma non voglio abusare della sua cortesia. Gli chiedo però qualche consiglio sull’orto. Mentre stiamo conversando vedo avvicinarsi un auto grigia. “Gh’è riàat el nümer jön”, mi dice il signore. Il numero uno è ovviamente il sindaco in persona, che ferma l’auto in mezzo alla strada e scende a presentarsi. Tanto il traffico lo consente: rimaniamo lì cinque minuti abbondanti e non passa nessuno, così come non era passato nessuno prima.

Gabbioneta e Binanuova, due paesi riuniti in un unico comune il cui territorio si estende lungo il fiume Oglio ed è caratterizzato dalla Riserva Naturale della Lanca di Gabbioneta, un tratto del vecchio corso del fiume ormai quasi completamente interrato, un grosso canneto dalla forma a ferro di cavallo.

Gabbioneta ospita la sede del palazzo comunale, ma Binanuova sembra avere maggiormente conservato un minimo di tessuto sociale, forse per via del suo bar dal gusto un po’ vintage. Arrivando dal Polo Nord si costeggia l’Oglio e da qui si può percorrere la strada delle Maestre, una suggestiva passeggiata che si infila tra le case e la chiesa. Ci si ricongiunge poi alla strada asfaltata che a destra esce dal paese e, dopo avere costeggiato il boschetto e lo stagno dall’evocativo nome di Paradiso delle Oche, si dirige verso Seniga.
Tornando da queste parti mi viene in mente un episodio di qualche mese fa. Mi trovavo nei pressi del ponte sull’Oglio. Era il 24 aprile, un giovedì. Ci si stava preparando al ponte per la Festa della Liberazione. Di fronte a me la sponda bresciana; più precisamente il paese di Seniga, che si erge soprelevato sul fiume con la sua bella rocca. Ma ecco, un po’ più giù, l’orrida visione: su un pontile sventolava un tricolore, ma non era un tricolore normale. Era l’inconfondibile tricolore con l’aquila nera della Repubblica di Salò.

Mi venne in mente quella canzone della Resistenza, basata su un testo di Italo Calvino: Oltre il ponte. Da questa parte del ponte, al sicuro, cantavo tra me e me: tutto il male avevamo di fronte, tutto il bene avevamo nel cuore. Conclusi il mio lavoro e me ne andai. Il ponte - nel senso della festività - mi aspettava.


Buon 25 Aprile.

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