lunedì 4 giugno 2012

Monferrine - 2. Resistenze

Rocca Grimalda, 29/4/2012

A colazione, insieme agli altri ospiti del bed and breakfast, si finisce col parlare di consumo di suolo. Un problema vivo anche da queste parti, ed infatti il movimento per lo stop al consumo di territorio è nato a pochi chilometri da qua. “Io vivevo al limitare dei campi: adesso intorno a noi è tutto costruito”, racconta una maestra di Torino. “Da noi a Novi era la stessa cosa: ho finito col trasferirmi qui”, risponde la padrona di casa. “Ci accorgeremo prima o poi che non mangiamo il cemento”, conclude la maestra. Un po’ come le famose mucche di Luca Mercalli. Per quanto mi riguarda, preferisco la peirbureira di ieri sera.
Ripartiamo per le colline: ci fermiamo a Carpaneta per fare qualche foto, poi a Montaldo Bormida per una breve passeggiata nel centro storico ed infine ad Acqui Terme. Della cittadina piemontese ci colpiscono la quiete dei vicoli e la pulizia delle belle piazze. Piazza della Conciliazione, irregolare nella forma e nell’altitudine, una sorta di grosso teatro all’aperto. Piazza del Duomo, con la ricca Cattedrale di Santa Maria Assunta e la sua grossa cripta caratterizzata da tante minuscole volte e colonne. Piazza della Bollente, così chiamata perché ospita la sorgente d’acqua che sgorga alla temperatura di 74,5°C. Piazza San Guido, dove accompagniamo un caffè con amaretti e baci di dama – dolcetti tipici di queste zone – davanti alla lunga fontana che scende verso le vecchie terme. Altre spazi che scopriamo camminando tra i vicoli, come l’antico chiostro adiacente alla cattedrale o una piazzetta a due passi dalla Bollente, che sembra voler richiamare gli spazi di un antico teatro greco.

Una libreria proprio dietro la Bollente offre parecchi spunti in bilico tra letteratura, musica, cinema, territorio e …gastronomia, aprendoci lo stomaco. Infatti ci fermiamo poco più in là per un tagliere di affettati, tra i quali apprezziamo particolarmente la lonzarda e il salame baciato.
Rientriamo seguendo un percorso alternativo. A Prasco facciamo due passi tra i colli sopra il paese, mentre a Molare ci fermiamo a fare un po’ di foto al castello dei conti Chiabrera Castelli Gaioli Boidi e al palazzo dei conti Tornielli di Crestvolant. “Vedi”, dice un signore ad un amico, indicando Sara, “la signorina viene qui e fotografa questi monumenti, e noi non sappiamo nemmeno di averli”. Anche quest’oggi il nostro ruolo di scopritori e valorizzatori dell’Italia minore ha avuto il giusto riconoscimento.

Langhe e Monferrato sono zone dove la lotta partigiana è stata particolarmente dura; diverse località furono liberate dai nazi-fascisti ancor prima dell’arrivo degli Alleati. Il gruppo folk-rock degli Yo Yo Mundi, formatosi proprio ad Acqui, ha dato il giusto tributo alla guerra partigiana attraverso l’album Resistenza. E’ passato qualche giorno dalla Festa della Liberazione, ma – come sento dire spesso - il 25 Aprile deve essere ogni giorno. E di modi di resistere ce ne sono tanti. Lottare contro la cementificazione selvaggia che deturpa il nostro territorio, per esempio. O valorizzare la provincia dimenticata. Questi sono gli spunti ispirati dalla giornata di oggi.
Seduto nel giardino, tra un capitolo e l’altro de Il compagno di Cesare Pavese, alzo gli occhi verso le colline che stanno in fronte a noi, dove si staglia la sagoma di Silvano d’Orba. Ci muoviamo in quella direzione, per fare ancora due passi prima di cena. Parcheggiamo sotto la chiesa ai piedi del castello Adorno, che però non è visitabile in quanto ancora oggi abitato.
Torniamo quindi a Rocca Grimalda dove ceniamo con ravioli al tucco e tagliolini al pesto, il tutto accompagnato da Barbera del Monferrato. Un menù tra Piemonte e Liguria che è un anticipazione della giornata di domani, quando muoveremo verso Genova.

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