martedì 5 giugno 2012

Monferrine - 3. Scollinamenti


Mattarana, 30/4/2012

Scorrono davanti a noi come flash-back i vigneti intorno a San Giacomo, le due chiese che dall’alto dello sperone roccioso dominano il paesaggio intorno a Rocca Grimalda, i due campanili di Nostra Signora Assunta che svettano nel centro di Ovada.
Come ciclisti della Milano-Sanremo scolliniamo il Turchino, ma dall’altra parte ad attenderci non c’è Paolo Conte seduto in cima a un paracarro, semmai altra pioggia, ancora più di quella che sta bagnando il Monferrato. Altro che primo bagno della stagione! Altro che due passi per Genova, città che in giornate come queste si trasforma in un incubo!
Per dare un senso a questo lunedì ci fermiamo in una trattoria a Mattarana. Davanti ad un piatto di pansotti alle noci e ad un tris di formaggi della Val di Vara parliamo di Liguria. Quella che abbiamo visto l’anno scorso tornando dalle Valli Occitane, raccontata da Rosella Pastorino nel suo libro Il mare in salita. Quella delle immagini drammatiche girate proprio qui intorno l’autunno scorso, nei giorni dell’alluvione (che ha lasciato segni visibili lungo il corso del fiume Vara). Quella terra meravigliosa dai colori abbacinanti che ora, guardando fuori l’Aurelia fradicia d’acqua, sembra così lontana.
Usciamo approfittando di un momento di tregua che il maltempo ci ha lasciato e facciamo due passi in paese. Prendiamo poi l’auto per andare alla ricerca della casa di Antonietta, zia di mia madre. Dopo cinque anni ritrovo la strada al primo colpo. Mostro a Sara il bosco, la terrazza, la casa. Le api hanno nuovamente formato l’alveare tra le imposte e la finestra di una delle camere. L’autostrada, sull’altro versante della vallata, è un brusio lontano, che però tra breve si farà ben più vicino, accompagnandoci fino sulla Cisa, dove scollineremo nuovamente, stavolta verso casa.

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