domenica 23 dicembre 2012

La mia città in quattro stagioni - Inverno




Aria di neve. Una sensazione difficilmente descrivibile, eppure inconfondibile. Potrebbe arrivare anche stasera. E pensare che solo ieri ho inforcato la bicicletta per fare un giro fuori città, invogliato dal cielo terso che mi ha spinto a sfidare l’aria gelida per raggiungere la cascina-castello di Terra Amata, poco dopo il Migliaro. Invece forse domani ci risveglieremo con la città imbiancata, ed i ragazzini faranno a palle di neve sul sagrato di San Luca, di fianco al tempietto.
La chiesa di San Facio, detta anche del Foppone, è il biglietto da visita per il centro di Cremona per chi arriva dal Giardino del Vecchio Passeggio. La grossa cupola svela dietro di sé il Torrazzo, simbolo della città. Le vie del centro brulicano di vita, e sarà così fino all’ormai vicina Vigilia di Natale, quando i ritardatari andranno a caccia degli ultimi regali o di quello che manca per il Cenone. Allora tutto si fermerà. Le campane richiameranno i fedeli  – e non solo loro – alla Messa di Mezzanotte. Il giorno seguente negli androni dei palazzi signorili del centro e di quelli popolari della periferia si diffonderà l’odore del lesso, da accompagnare rigorosamente con la mostarda. Persino il campionato di calcio tra qualche giorno verrà sospeso, e lo stadio Zini rimarrà vuoto. Nessuno intonerà cori a supporto dell’U.S. Cremonese, nella speranza che ritornino, prima o poi, tempi come quelli della vittoria del Trofeo Anglo-Italiano a Wembley o delle tre stagioni consecutive in Serie A.

Mi piace camminare per le strade secondarie del centro, specialmente in primavera, quando dalle finestre aperte giunge il suono dei violini di qualche musicista che si tiene in esercizio. Oggi invece le finestre illuminate sono ben chiuse, ma se guardo in alto riesco ad intravedere mobili Ikea, lampade etniche, antiche pareti affrescate, soffitti in legno. I suoni dall’interno delle abitazioni arrivano più attutiti, compresa la voce di Mina che canta Bugiardo e incosciente e che sembra una trovata promozionale per la città, anche se lei, la Tigre, ormai si fa vedere da queste parti solo occasionalmente.
Lo sguardo corre ancora più su, tra tetti, comignoli, terrazze ed altane, alla ricerca di dettagli buoni per fotografie in bianco e nero. La strana torretta di vicolo Chiesa. Le vecchie insegne di osterie ormai scomparse, come quella dell’Ortaglia (con giuoco delle bocce), dalle parti di Sant’Imerio. Via Porta Marzia, uno degli angoli più immortalati del centro, il cui nome romantico deriverebbe però dal poco nobile appellativo di Porta Marcia, dovuto al fatto che un tempo vi venivano buttati gli scarti del mercato di frutta e verdure. Il Minareto, che compare d’improvviso negli angoli più svariati della città, della cui esistenza mi sono accorto solamente in occasione della mia prima salita del Torrazzo. Non è l’unica torre che porta questo appellativo a Cremona: c’è anche quella della cascina Roncacesina, vicino a Picenengo. In questo caso non si tratta però di architetture neogotiche ma di inusuali forme arabeggianti accostate alla tipologia edilizia rurale cremonese più classica.

Ritorno nelle vie più trafficate. La mia città, come dice qualcuno, è in realtà un grosso paese: incontrerò senz’altro qualcuno con cui fermarmi a bere un caffè. Sotto Natale infatti torna a riempirsi di tutti quelli che sono andati a lavorare o a studiare altrove e che rientrano in occasione delle Feste. Già, perché anche Cremona, nel suo piccolo, è terra di emigrazione, specialmente per i giovani laureati. Da qui, nel ricco Nord, si deve spesso partire, per trovare un lavoro, fosse anche per le città più grandi che si trovano nelle vicinanze, che a raggiungerle con i malridotti treni dei pendolari non sembrano più così vicine.
Dunque verrà presto il tempo dei brindisi con gli amici ritrovati. Di cene e pranzi coi parenti che magari vedi una volta l’anno, del bisèt, della gallina ripiena e del torrone. Dei preparativi per l’Ultimo dell’Anno. Ma anche del primo lunedì dopo l’Epifania, quando già cominci a desiderarla, quell’ancora lontana, nuova primavera.
Intanto penso solo a godermela, la mia città, che con tutti i suoi difetti, oggi mi sembra così bella. E chissà se poi verrà la neve.

1 commento:

  1. Ciao, io sto facendo una ricerca su villa biazzi o la roncacesina, ma non trovo nessuna notizia suinternet. Sai dirmi se è visitabile o dove posso trovare info utili?
    grazie! se puoi scrivimi qui: juray@libero.it

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