lunedì 28 marzo 2016

Ai lati d'Italia - 8. Giochi con frontiere



Mugeba/Monghebbo (Croazia), 17/8/2015

Ci eravamo ripromessi di completare la nostra visita della Slovenia – o perlomeno della parte occidentale del paese, quella che conta le destinazioni turistiche più celebri – con un giro sul litorale. La costa slovena si sviluppa per poco meno di 50 chilometri e conta sostanzialmente cinque centri abitati.
Ancarano è la prima località che si incontra non appena superato il confine italiano: la mia mente torna lì ogni volta che transito dall’omonimo villaggio della Val Trebbia. Si tratta di una località balneare caratterizzata dalla presenza di alcune piccole falesie.
Ankaran è frazione di Capodistria (Koper), principale centro (e porto) della costa slovena, nostra prima meta della giornata. Credo che il ruolo acquisito da Capodistria con l’indipendenza slovena abbia conferito maggiore importanza alla città, il cui biglietto da visita sono la trafficata tangenziale e alcune aree produttive e commerciali di una certa rilevanza. Koper ha però anche una sua importanza storica: alcune graziose corti interne e palazzi in stile veneziano si incontrano appena superata Presenev Trg e poi in Čevljarska Ulica, la vecchia via dei calzolai che oggi ospita numerosi negozi, mentre altri si trovano in Kidričeva Ulica, che scende fino al mare in prossimità della casa di Carpaccio. Ma il cuore della città è in Piazza Tito, dove sorgono la cattedrale ed il Palazzo Pretorio. Qui ha sede il Rettorato dell’Università del Litorale, terzo polo universitario sloveno. Tra gli studenti celebri vi è lo scrittore istriano Fulvio Tomizza (che con il romanzo L’amicizia sta accompagnando il mio viaggio), a
cui è stato intitolato un forum che si è tenuto nelle scorse settimane tra Koper, Trieste (sua città di adozione) e Umago (Tomizza nacque nel villaggio di Materada, a pochi chilometri dalla cittadina croata). Gli incontri ruotano intorno alle tematiche di frontiera, come si può immaginare dalla vicenda personale di Tomizza e da quelle delle tre città, distanti tra loro non più di 50 chilometri, oggi appartenenti a tre nazioni diverse ma protagoniste – e talora vittime – dei “giochi con frontiere” che ne hanno caratterizzato la storia. Prima di lasciare Capodistria ci infiliamo in un locale dove mangiamo bietole con patate, gnocchi agli asparagi e filetto di pesce impanato: un menù schiettamente istriano.


 Come suggerito dalla toponomastica, il centro storico di Isola d’Istria era un tempo scollegato dalla terraferma: questo fatto la accomuna ad altre cittadine istriane situate su un promontorio, come Capodistria e Rovigno. Izola è un antico borgo di pescatori, oggi località turistica di una certa attrattiva. Buona parte del lungomare è caratterizzato dalla presenza di un’area verde dove passeggiare e riposarsi sulle comode panchine osservando i ragazzini che fanno il bagno a pochi metri da noi.
La nostra giornata è stata un crescendo, soprattutto dal punto di vista meteorologico: arrivati in prossimità della Riserva Naturale di Strugnano, dove si trovano un grosso stagno ed alcuni tratti di falesie a strapiombo sul mare, il cielo si è finalmente aperto. 
Arrivati alle porte di Pirano facciamo un bel bagno per poi riprendere la visita. Anche il nostro itinerario è stato un crescendo e ci siamo tenuti il meglio per la parte conclusiva della giornata. 

Piran è certamente la più bella delle località del litorale sloveno. Come tante cittadine della costa istriana è situata su un promontorio, anzi, su una vera e propria “punta”: questo è infatti il nome di uno dei suoi due quartieri storici. L’altro è Marciana, con i suoi vicoli che si inerpicano fino alle mura cittadine. Marciana e Punta sono idealmente separate dalla bellissima Piazza Tartini, realizzata a seguito dell’interramento del Mandracchio e dedicata al violinista e compositore piranese Giuseppe Tartini (che i lettori di Dylan Dog conosceranno bene in quanto autore del Trillo del Diavolo). La piazza è ampia ed è l’ideale per far scorrazzare i bambini, prendersi un aperitivo o semplicemente ammirare i bei palazzi che vi si affacciano. Da Piazza Tartini si può salire fino alla cattedrale di San Giorgio: da qui lo sguardo abbraccia ben tre nazioni, spaziando dal Carso Triestino (riconosciamo il profilo della città con il Faro della Vittoria ed il Castello di Miramare, fino alle falesie di Duino) a Punta Salvore, già territorio croato. Sempre da Piazza Tartini, attraverso vicoli e suggestive piazzette, si può raggiungere la punta della penisola, per poi rientrare dal lungomare.
Rimane il tempo di attraversare Portorose, la più rinomata delle località balneari slovene, e dirigersi verso il territorio croato. Dalla strada gli ultimissimi riverberi del sole ormai tramontato trasformano in grossi specchi i bacini delle saline di Sicciole, che fecero la fortuna delle città di Isola e Pirano e che oggi ospitano un museo. Subito dopo è di nuovo frontiera.

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