martedì 29 marzo 2016

Ai lati d'Italia - 9. Ćevapi istriani



Mugeba/Monghebbo (Croazia), 18/8/2015

Nel nostro blog abbiamo già avuto modo più volte di parlare di Istria: anche se la vacanza che abbiamo trascorso insieme quasi interamente da queste parti risale a due anni prima della sua apertura, da qui siamo già passati nel 2011 e nel 2012. Ci rimangono però alcuni giorni prima del rientro: esaurito il programma sloveno ci dedicheremo ulteriormente all’Istria croata – che è poi la porzione decisamente più rilevante in quanto ad estensione territoriale – dei cui paesaggi sono perdutamente innamorato. Non mi stancherei mai di parlarne, anche per ragioni affettive.
Oggi scendiamo verso l’estremità meridionale della penisola, attraversando quindi la zona dei casoni (o kažuni), strutture circolari in pietra con tetto a punta che ricordano, più ancora dei trulli della parte centrale della Puglia, i furnieddhu salentini. Forse è per via di alcune affinità con l’Istria (la terra rossa, le rocce, le cavità carsiche) che mi sono molto affezionato anche al Salento: me ne sono reso conto per la prima volta leggendo le analoghe considerazioni della giornalista istriana Anna Maria Mori. D’altra parte questo è il mio imprinting marittimo, insieme alle Cinque Terre: probabilmente sono le immagini della mia infanzia quelle che ricerco nelle giornate estive in riva al mare.
Superiamo Pola e ci dirigiamo verso la riserva naturale del Kamenjak, vicino Premantura (Promontore), dove qualche anno fa abbiamo scoperto alcune delle spiagge più belle dell’Istria. Purtroppo abbiamo sottovalutato l’afflusso turistico di questi giorni: nonostante Ferragosto sia già passato la coda interminabile di persone in attesa di entrare ci spaventa e ritorniamo sui nostri passi, scegliendo una piccola spiaggia nella profonda insenatura tra i promontori di Medulin e Premantura. Qui è possibile attraversare a nuoto la baia e riemergere nella spiaggia del campeggio sulla sponda opposta, per poi rientrare utilizzando il passaggio pedonale che chiude l’ultima parte dell’insenatura, pur garantendone il ricambio d’acqua. Verso il fondo la baia è caratterizzata da acque basse e un po’ limacciose. Questo capita spesso lungo la costa istriana, in quanto le insenature sono spesso profonde parecchi chilometri.
Mangiamo un panino con prosciutto istriano all’ombra della pineta e ripartiamo per Medulin (Medolino), ben visibile da lontano per la sagoma della caratteristica chiesa dai due campanili. Facciamo una pausa caffè e ci dirigiamo verso un promontorio boscoso nei pressi del paese. Tra i pini marittimi ad un certo punto appaiono i resti di una villa romana (ne abbiamo vista una anche qualche giorno fa a Zelena Laguna). Le spiagge sono più tranquille di quella dove siamo stati in mattinata ma l’acqua è un po’ più torbida.
La sera ce ne andiamo a Fontane, a una manciata di chilometri di Mugeba. Ristoranti, negozi, konobe e gelaterie sono concentrati principalmente sulla strada che da Parenzo porta ad Orsera e su quella che conduce al porto. Nelle vie più interne invece incontriamo abitanti e villeggianti che passeggiano immersi in una quiete che ci godiamo fino a che non raggiungiamo la piazzetta di fronte alla chiesa che domina il paese. Allo stesso modo ci godiamo l’ottima cena: insolitamente è stata Sara ad ordinare del pesce, mentre io ho scelto la carne: ćevapi istriani, accompagnati non solo dall’immancabile salsa ajvar ma anche da salsa tartufata e formaggio. Sono entusiasta, non li avevo mai provati in questa versione. Mi sembra un piatto che racchiude in sé la complessità delle vicende storiche di questa terra. La konoba ha un occhio anche per la presentazione, come testimoniano il djuveć e le patatine che abbiamo ordinato come contorno. Alla fine della cena, per addolcire il palato, ci dividiamo una palačinka.

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