venerdì 1 aprile 2016

Ai lati d'Italia - 12. Quello che potrebbe essere



Muggia (TS), 21/8/2015

Direi che è giunto il momento di fare un bilancio della nostra prima esperienza con Airbnb, di cui possiamo dirci soddisfatti. La soddisfazione pare condivisa dai nostri host: se infatti noi abbiamo avuto modo di pernottare a prezzi sicuramente contenuti, loro hanno dovuto cedere al portale una quota di gestione che, in percentuale, è piuttosto ridotta. “Sicuramente più ridotta di quella delle agenzie”, come ci spiega Branka. La nostra seconda host è stata davvero una presenza che percepivamo “nell’aria”, ma l’abbiamo vista solamente al nostro arrivo ed un paio di volte di sfuggita durante il nostro soggiorno, prima dei saluti di stamattina. Abbiamo incontrato più spesso la mamma, che stamattina ci ha salutato offrendoci dei biscotti mentre facevamo la nostra colazione a base di succo di frutta e savijača (strudel) alla crema.
Ultime commissioni tra Parenzo, Cittanova (Novigrad) e Verteneglio, ed ultimissime spese per terminare le kune residue: Laško Pivo, succo di frutta, mignon di Pelinkovac (liquore alle erbe molto diffuso in Croazia). Abbiamo imparato la lezione di lunedì scorso, quando abbiamo deciso di trascorrere la giornata sul litorale sloveno e ci siamo ritrovati incolonnati in una coda da rientro delle vacanze (avevamo evitato apposta il fine settimana, ma non è bastato): anziché l’autostrada percorriamo la vecchia strada che attraversa i paesi e conduce fino a Buie, deviando poi per la dogana di Sicciole. Da qui in poi seguiamo i consigli della bottegaia di Verteneglio e a Capodistria, per evitare di comprare la vignetta, proseguiamo per Ancarano rientrando in Italia attraverso l’ex dogana di San Bartolomeo. Già, perché la vignetta slovena ha un costo che parte da 15 euro. Si tratta di un sistema di pagamento del pedaggio molto comodo, in quanto evita lunghissime code ai caselli mediante dei controlli automatici: sarebbe consigliabile organizzarlo anche da noi, ma la frammentazione nella gestione della rete autostradale sembra un ostacolo insormontabile. La vignetta settimanale che avevamo acquistato all’inizio del viaggio è però scaduta e non esistono vignette giornaliere. 
Giornata nuvolosa anche oggi: sono molto pochi i bagnanti nelle acque dell’Adriatico, che oggi riflette fedelmente il colore plumbeo del cielo. Noi proseguiamo per Muggia, gradevolissima sorpresa: ci fermiamo infatti per una passeggiata per i vicoli tra le due vecchie porte del centro storico, quella in fondo a via Dante e quella della Riva De Amicis, poi saliamo fino al Castello, alla vecchia torre della cinta muraria e alla chiesa di San Francesco, dove due teche ospitano una piccola collezione di presepi provenienti da tutto il mondo. Scendiamo nuovamente e ritorniamo al Duomo, che si caratterizza per la singolare facciata. Abbiamo anche la colonna sonora: un gruppo di ragazzi dal look davvero molto vario (sembrano essersi ritrovati qui per caso!) canta a cappella delle nenie balcaniche: a vederli non lo diresti, ma sono proprio bravi. Camminiamo lungo il molo che ci offre una vista che abbraccia tutto il golfo di Trieste, con la città che ci fronteggia quasi minacciosa con le sue strutture portuali. Scegliamo un ristorante affacciato sul grazioso mandracchio ed ordiniamo un piatto di fusi con tonno, olive, capperi e pomodorini ed uno di calamari fritti.
Pranzando non possiamo fare a meno di discutere su quanto abbiamo visto in questi giorni. Argomento principale della discussione è la Slovenia e la sua storia in rapida evoluzione, il suo essere giovane non solo “anagraficamente” (in quanto nazione autonoma), la sua qualità di vita (apparentemente più alta della nostra) mantenuta senza sfruttare il territorio in maniera intensiva. Sfruttamento molto limitato anche in Istria, dove lo stile di vita, anche nelle zone più interne, ci è sembrato comunque più che dignitoso e dove è possibile incontrare orticelli, piccole greggi, trattorie a carattere familiare, un’economia di piccola scala che non è ancora stata sacrificata per essere gettata nel tritacarne a favore dei soliti colossi.
Parliamo di tutte queste cose e pensiamo all’Italia, ora che siamo ritornati “al di qua”. Parliamo di tutte le cose viste e immaginate durante il nostro viaggio, con quella sensazione che a volte basterebbe davvero così poco, per far andare un po’ meglio le cose e dare vita a… quello che potrebbe essere, ma per ora è solo nella nostra mente.
Intanto ha ripreso a piovere. C’è tempo ancora per un caffè, prima di ripartire. 

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