mercoledì 4 gennaio 2012

Stessi borghi, stessi colli - 1. Torniella borgo aperto

Torniella, 29/12/2011

Il panorama che ci attende quando appena svegli spalanchiamo le imposte è ancora quello. Per quest’anno, anzi, per quest’ultimo dell’anno, non cambiamo: stessi borghi, stessi colli. E stessa compagnia, eccezion fatta per Stefano, che stavolta se n’è rimasto a Cremona.
Pianifichiamo la giornata davanti alla tavola imbandita per una colazione pantagruelica. Biscotti, marmellate e torte fatte in casa, e poi i dolci tipici del periodo natalizio: panettoni artigianali, torrone cremonese, cioccolatini assortiti…
Fausto e Barbara, che sono arrivati qui martedì, hanno dedicato la giornata di ieri ai bagni termali a Petriolo. Io ho terminato da poco Ti prendo e ti porto via; fumi sulfurei ed acqua calda mi fanno tornare alla mente una delle scene più inquietanti del romanzo di Ammaniti, e per di più non sono un amante delle terme. Meglio così.
Il programma della giornata è un altro, e inizia con la traversata della Maremma: Roccastrada, Gavorrano, Scarlino… Parcheggiamo in un grosso spiazzo e facciamo una passeggiata tra lecci, corbezzoli e querce da sughero, fino a raggiungere la celebre spiaggia di Cala Violina. Ci riposiamo un po’ sulla sabbia osservando di fronte a noi tre imbarcazioni di pescatori che sembrano quasi danzare sullo sfondo dell’isola d’Elba.
La torre dell’inceneritore di Scarlino svetta tra gli ulivi e si innalza nel bel mezzo della piana dietro il Golfo di Follonica, ma noi puntiamo più in alto, verso il borgo arroccato in cima alla collina. Visitiamo il Centro di Documentazione Territoriale, poi saliamo fino alla Rocca Pisana, il punto più alto di Scarlino. Nel frattempo sopraggiunge l’oscurità della sera, che lascia solo le piccole luci sparse qua e là per orientarsi nel panorama della sera maremmana.

Una volpe ci indica la via per Scalvaia, ma in realtà stiamo ripercorrendo le strade che già un anno fa ci condussero in una trattoria molto rustica, dove ceniamo a base di pappardelle al cinghiale e bistecche alla fiorentina. Il proprietario si chiama Gamba come me. “Il mi’ babbo, che ormai è morto, veniva da Biella”, mi spiega. Un altro ceppo, insomma.

Miriam ci raggiunge con Leonardo dopo cena. Vengono da Prato, dove lui ha passato il Natale coi parenti e lei l’ha raggiunto oggi pomeriggio. La casa di Torniella non è molto grande ma le porte per gli amici sono sempre aperte, così com’è aperta la gente di questo borgo, che ti saluta con un cordiale “buonasera” quando ti incontra per la strada. E un bicchiere di grappa di chianti per il brindisi di benvenuto non manca mai.

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