mercoledì 2 maggio 2012

Pensierini toscani della sera - 2. Tra i castagni dell'Appennino


Montecatini Terme, 21/4/2012

Il lussureggiante parco di Montecatini pullula di uomini e donne di ogni età che si dedicano al jogging mattutino nonostante la pioggerellina; il migliore spot per una località termale. “C’è de’ bei posticini pure qua” ci dice un imprenditore in pensione che sta – malvolentieri – portando a spasso il cane del figlio. “Lo sa qual è il problema? Gli stranieri. Quelli cattivi, intendo”. Montecatini non nasconde il proprio benessere. E dove c’è benessere c’è la paura che qualcuno te lo possa portare via. Anche se in questi tempi di crisi il tenore di vita di tanti italiani somiglia sempre più a quello degli extracomunitari, che a loro volta iniziano a tornare nelle terre d’origine perché il gioco non vale la candela.

La mattinata a Pistoia è vivace: è giorno di mercato, e siamo in piena campagna elettorale in vista delle prossime amministrative. La nostra visita prevede il tour degli edifici religiosi della città, il cui elemento distintivo esterno sono le decorazioni in marmo bianco-verde. San Giovanni Fuorcivitas, la cui oscurità dell’interno mette in risalto le vetrate decorate. Il Duomo, con il notevole altare argenteo di San Jacopo, la cripta con i resti dell’originaria chiesa romanica e molti altri motivi di interesse. Il Battistero a pianta ottogonale. Sant’Andrea, con le sue navate singolarmente alte e strette che custodiscono il pulpito di Giovanni Pisano. Molto belli anche i vari palazzi che si affacciano su Piazza del Duomo e gli altri sparsi all’interno della cerchia muraria. Da segnalare l’Ospedale del Ceppo, con i suoi fregi in terracotta invetriata.
Piazza del Duomo ci ha colpito, e prima di partire vogliamo tornarci. Entriamo in un bar dove la bionda cameriera mi da un bel baciottino …(che altro non è se non un panino farcito), prima di prendere la via delle montagne.
Salendo lungo la Porrettana si prende quota rapidamente, passando presto dagli ulivi ai castagni. Scolliniamo e proseguiamo accompagnati dal “suono continuo ed ossessivo che fa il Limentra”, come lo ha definito Francesco Guccini. Il grande cantautore passa ormai la maggior parte del proprio tempo nella casa di famiglia a Pavana, “tra i castagni dell’Appennino”, per citare ancora Amerigo. Data la bellezza di questo posto non so dargli torto. Da queste parti si sono insediati anche gli Elfi, una delle prime comunità rurali d’Italia, tuttora avvolta da un’aura quasi mitologica.
Superiamo il confine tra Toscana ed Emilia per fare due passi nel gradevole centro di Porretta Terme, poi ritorniamo verso Montecatini seguendo un altro itinerario. Sfioriamo Orsigna (quello che fu il rifugio di Tiziano Terzani), poi attraversiamo Pracchia, Pontepetri, Prunetta… A prima vista queste montagne sembrano un po’ meno spopolate di altre realtà. A Marliana mi fermo a guardare un nutrito gruppo di ragazzini che gioca a pallone sul sagrato della chiesa. Un’immagine che dà speranza.
Rimane il tempo per un’ultima tappa a Montecatini Alto, più turistico ma comunque grazioso (e la vista sulla Piana dell’Ombrone non è niente male).
Abbiamo macinato un bel po’ di chilometri anche oggi: ci meritiamo una bella cena. Il classico antipasto toscano, poi fidelini con le arselle (per me) e farro alla lucchese (per mamma) ed infine baccalà alla livornese con ceci.
Pensierino della sera: in questo momento Sara è a spasso per la città di Franco Battiato, così le dedico una delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi, scritta una ventina d’anni fa dal “Maestro”. La cura.

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