venerdì 6 luglio 2012

Castelverde - Bicilonga


Giugno 2008
 
Il modo migliore per raggiungere in bicicletta Castelverde provenendo da Cremona è percorrere l’itinerario ciclabile che parte dal quartiere Cambonino, costeggia la pista dell’aeroporto del Migliaro e passa di fronte al ristorante Il Carrobbio. Se è domenica mattina ci si può fermare a consumare una delle ottime colazioni servite dal ristorante, che punta molto sulla qualità e sull’eticità delle materie prime ed offre valide alternative per chi soffre di intolleranze alimentari.
Poco dopo Il Carrobbio si entra nel territorio del comune di Castelverde, caratterizzato dalla presenza di diversi percorsi ciclabili. Bicicletta e cibo: così è iniziato questo racconto. E così proseguirà, come una “bicilonga”, una di quelle manifestazioni che negli ultimi anni si sono diffuse un po’ in tutta Italia. Infatti dopo poche centinaia di metri ecco l’agriturismo Breda de’ Bugni, situato nella cascina-castello quattrocentesca. Vale la pena fermarsi quantomeno per dare un’occhiata a quel che resta della cinta muraria, prima di proseguire verso il vicino centro di Castelverde.
Dalle testimonianze storiche all’epoca contemporanea: Castelverde sembra un nome fittizio, e ormai si adatta meglio dell’antica toponomastica alla distesa di villette colorate costruite negli ultimi anni. Resta poco di Castagnino, il vecchio nome del paese, usato ancora oggi dagli abitanti di più lunga data. Qualcosa però si muove anche sul fronte delle ristrutturazioni: la cascina Ferrari è stata recuperata e vi hanno sede la biblioteca comunale e l’auditorium Fabrizio De Andrè, che ospita le interessanti iniziative del Centro Culturale Agorà.
Da Castelverde, attraversando via Bergamo, si raggiunge agevolmente Livrasco. Qui si trova il Cao-Lila, ristorante messicano che si è premurato di segnalare sul menù i piatti più piccanti contraddistinguendoli con simbologia semplice ed efficace: un peperoncino (picante), due peperoncini (muy picante) oppure tre peperoncini (es como el fuego). Per chi preferisce la cultura nostrana invece ecco la trattoria Franca e Luciano, ritrovo storico dei calciatori grigiorossi. Chi è nato prima del 1980 può provare a riconoscere i giocatori dell’U.S.Cremonese nella foto gigante di fianco al bancone, risalente all’anno della prima, storica promozione in Serie A del dopoguerra.
Proseguendo da Livrasco verso Bettenesco si incontra la ciclabile provinciale dei Navigli. Percorrendola in direzione di Genivolta ci si addentra presto in una pittoresca fascia boscata. Questa zona rappresenta l’estremità meridionale delle valli relitte che tagliano trasversalmente la nostra provincia e che si caratterizzano per la presenza di scarpate e fasce boscate (forse non è un caso che a Castelverde sia presente un attivo gruppo micologico). Per comprendere al meglio la storia di questa parte di territorio bisognerebbe abbandonare la bicicletta e prendere l’aereo, magari uno di quei piccoli velivoli turistici che decollano dall’aeroporto del Migliaro. Si riconoscerebbe immediatamente un grosso rettangolo, situato a lato del Naviglio Civico di Cremona, che taglia di netto l’orientamento prevalente della centuriazione romana presente nell’ager cremonensis, ben visibile ancora oggi. Si tratta dell’area che il ras fascista locale Roberto Farinacci aveva destinato alla realizzazione del nuovo aeroporto della città di Cremona, progetto successivamente caduto nel nulla.
Dopo un paio di chilometri la ciclabile incrocia un’altra strada asfaltata. Girando a sinistra si raggiunge Marzalengo, le cui sorti sono state evidentemente ben diverse da quelle del capoluogo, come testimoniano le insegne di vecchi negozi ormai chiusi o le scritte scrostate sui muri. Rimane la trattoria Fioni, un tempo piuttosto quotata.
Ritornando sulla via Bergamo ecco San Martino in Beliseto, un centro piccolo che però offre ben due alternative per chi vuole fermarsi a mangiare qualcosa: l’Antico Pavone, molto conosciuto per l’ottimo rapporto qualità/prezzo, e la Vecchia Cascina, di cui sono particolarmente apprezzati i piatti a base di pesce.
Da San Martino gli itinerari ciclabili comunali consentono di ritornare a Castelverde e poi portarsi a Castelnuovo del Zappa, località raggiungibile anche tramite strade a traffico molto ridotto come quella che collega Castelnuovo con Polengo. I vari percorsi disponibili possono essere l’occasione per apprezzare le belle cascine disseminate nel territorio comunale: Licengo, Castelletto del Lupo, Mancapane, Cantarane…
Per Castelnuovo vale lo stesso discorso fatto a proposito di Marzalengo: vi sono presenze architettoniche interessanti (la chiesa di San Michele Arcangelo, la cascina Fieschi, il vecchio mulino) ma la relativa lontananza dalle principali vie di comunicazione ha causato un certo spopolamento. I centri di aggregazione rimasti sono il bar dell’oratorio e il ristorante il Valentino. Qui, pochi anni fa, in occasione di una rassegna gastronomica, ho avuto la dimostrazione di come il pesce di fiume, se cucinato da mani esperte, abbia ben poco da invidiare a quello di mare. Meglio la nobilitazione del pesce d’acqua dolce di quella sera rispetto alla mia ultima visita al ristorante, più sottotono, forse perché il ristorante era al completo e la cucina più sbrigativa. I prezzi restano comunque più bassi della media.
Siamo partiti da un centro che ha conosciuto una notevole espansione negli ultimi decenni a causa della vicinanza con Cremona e della presenza di un’importante arteria stradale: analogamente concludiamo la pedalata a Costa Sant’Abramo, un paese che ha cambiato volto in tempi recenti, situato a lato della Castelleonese. Il tragitto da Castelnuovo alla Costa è parzialmente ciclabile, anche se al momento la pista è chiusa per problemi al fondo stradale.
A questo punto dovei parlare della trattoria che si trova lungo la via principale del paese, o della celebre pizzeria situata nelle immediate vicinanze. Invece offro un’alternativa a chi troverà il tutto esaurito in quest’ultima. Io e Sara qualche anno fa passammo una bella serata in un locale situato di fronte alla strada che porta alla chiesa. Era fine estate, e come sempre accade nelle serate di settembre, serene e appena un poco più fresche di quelle che le hanno precedute, avremmo voluto non finisse mai, seduti ai tavoli all’aperto del cortiletto interno.
Così anche il nostro itinerario, volenti o nolenti, si conclude qui. Parleremo in altre occasioni della ciclabile provinciale dell’Antica Strada Regina, che da Cremona, passando per la Costa, porta fino a Soresina. Non rimane che raggiungere Castelverde e tornare verso casa, con il canto delle rane che accompagna il rientro.

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