sabato 24 agosto 2013

Amici vicini e lontani - 2. Movimento lento per l'Appennino Ligure



Ameglia (SP), 2/8/2013

Il caldo estivo sta toccando l’apice in questi giorni, dice la voce alla televisione che rimbomba nel silenzio dei vicoli. Mi fermo all’ombra di una delle tante volte che si trovano lungo i vicoli di Ameglia e leggo su una locandina gli eventi organizzati dal gruppo locale Ameglia Virtuosa: proposte per una diversa gestione del territorio, approfondimento delle tematiche ambientali dell’area della Bocca del Magra, incontri con esponenti dei comuni virtuosi… Qualcosa si muove anche nel Levante ligure, dal basso, nei piccoli comuni. Energia potenziale che diventa movimento.

Ci mettiamo in movimento pure noi, raccogliendo lungo la strada i frutti dei capperi che crescono spontaneamente un po’ ovunque, tra i muretti in pietra intorno al paese. Li conserveremo in barattoli sotto sale nella nostra dispensa, una volta tornati a casa. Approfittiamo del viaggio anche per fare un po’ di scorta di frutti spontanei che non possiamo trovare dalle nostre parti… Se non è Km 0, poco ci manca!
E’ un movimento lento per l’Appennino Ligure, il nostro. Ci incamminiamo lungo il sentiero che attraversa il promontorio e che tra boschi e uliveti, aroma di menta selvatica e pini marittimi, porta a Tellaro. Una volta scollinato ci lanciamo come assetati verso la distesa blu, ai lati della quale riconosciamo le isole del Tino e della Palmaria, Portovenere, La Spezia e tutti i centri abitati che si affacciano sul Golfo dei Poeti.
Fausto racconta con fastidio dei personaggi incontrati in spiaggia dalle parti di Tellaro qualche giorno fa: ricchi milanesi che parlavano solo di soldi. Oggi siamo più fortunati: gli scogli in prossimità dell’abitato sono quasi deserti e le ragazzine sedute a pochi passi da noi nella piazzetta del paese stanno discutendo su chi siano i più fighi di Sarzana e La Spezia. Tellaro è un paese ben tenuto, con molte seconde case, forse meta di un turismo benestante, ma in questo pomeriggio certamente gradevole.

Per cena scendiamo a Cafaggio, frazione di più moderna edificazione situata ai piedi di Ameglia. Entriamo in un ristorante-pizzeria, apparentemente un locale come molti altri. Ben presto la tavolata si riempie di focaccia, insalata di polpo, scampi, acciughe di Monterosso, frittelle di bianchetti e totani fritti. La cameriera ci dà consigli sulla scelta del pesce a seconda della stagione, il pizzaiolo napoletano ci svela i segreti della pizza. Persino Sara assaggia un po’ di pesce: un evento più unico che raro. Complimenti alla cucina: non avrebbero potuto sperare di ottenere un risultato migliore!

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