lunedì 26 agosto 2013

Amici vicini e lontani - 4. I saliscendi dei miei pensieri



L’Aquila, 4/8/2013

Ci spiace dover lasciare Ameglia, ma al tempo stesso abbiamo voglia di visitare l’Abruzzo, che del nostro viaggio rappresenta la novità principale, se si esclude la tappa nei dintorni di Vasto di tre anni fa. Della Liguria ci porteremo dietro, oltre a tanti ottimi ricordi, anche del pesto e della focaccia, che offriremo stasera ad Elena e Mario. Salutiamo Fausto e Barbara (partiranno anche loro tra poche ore alla volta di Cremona) e ci rimettiamo in cammino.
Tra Lazio ed Umbria si aprono paesaggi per noi in larga parte inesplorati, nei quali fanno la loro comparsa centri arroccati su speroni rocciosi come Narni e città di tradizione industriale come Terni. Tutto intorno verdi boschi e, più su, montagne selvagge. Ci fermiamo alla cascata delle Marmore, che visitai in occasione di una gita scolastica, molti anni fa. Quel che non ricordavo è che per accedere ai punti panoramici migliori è necessario pagare un biglietto d’ingresso: in particolare l’accesso al belvedere superiore, che tentiamo di aggiungere, richiede il pagamento della cifra tutt’altro che modica di 9€. Non c’è il tempo per tentare di raggiungere altri punti panoramici attraverso il bosco, così ci accontentiamo di guardare dall’alto il salto di 165 metri.
Risaliamo in auto un po’ scornati, ma ci rifacciamo subito grazie al paesaggio dolcissimo che si gode tra il lago di Pediluco e Rieti. Qui la strada è un po’ meno scorrevole ma poco trafficata, ed è un vero piacere guidare per le colline tra boschi e campi coltivati.
Lungo la Salaria, poco dopo Rieti, una gigantesca scritta Dvx, composta attraverso il rimboschimento di una porzione della sommità del Monte Giano, ci accompagna per svariati chilometri. Risale ai tempi di Mussolini, ma l’ha fatta ripristinare Francesco Storace all’epoca in cui era presidente della Regione Lazio. Il pretesto è la sua valenza storica: operazione molto discutibile, trattandosi di terreno demaniale.
Ci troviamo dalle parti di Antrodoco. L’inquietudine si impossessa di me. I saliscendi dei miei pensieri assomigliano a quelli delle strade che percorriamo, pur non rispettandone fedelmente l’andamento. Si avvicina la parte emotivamente più pesante del viaggio. Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le immagini dell’Aquila devastata dal sisma di quattro anni fa: la nostra visita alla città non potrà prescindere da quell’evento.
I dubbi si insinuano dentro di me: che ci stiamo venendo a fare da queste parti? A salutare degli amici, e poi? Cosa stiamo cercando? Avremo fatto bene a venire? Provo a non pensarci, guardando fuori i boschi dell’Appennino abruzzese, finché non giungiamo a destinazione. L’accoglienza di Elena e Mario mi aiuta a dissipare i pensieri oscuri. La mortadella di Campotosto, il pecorino ed il Montepulciano d’Abruzzo provvedono al resto.

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