domenica 27 luglio 2014

Just married


Ebbene sì, con i nostri tempi ma al grande passo ci siamo arrivati pure noi. Siccome per il viaggio di nozze ci vorrà ancora del tempo, ci siamo concessi un anticipo di luna di miele. Ieri abbiamo approfittato della presenza di Giovanna ed Emilio, nostri ospiti per l’occasione, e come facevano i nostri nonni, il giorno dopo le nozze dal paese siamo partiti per la città. Una domenica pomeriggio a fare da ciceroni per le strade di Cremona ad una bresciana e un messicano trapiantati in Germania, con salita sul Torrazzo e visita al Museo del Violino.
Oggi abbiamo dovuto riaccompagnare Gio ed Emilio all’aeroporto di Verona, dove si sono imbarcati per tornare a Bonn. E noi? Che si fa un lunedì di maggio all’ora di pranzo all’aeroporto Valerio Catullo? Si programma il rientro concedendosi qualche tappa intermedia. Ritorniamo a Borghetto sul Mincio, sostando sul ponte Visconteo per qualche foto, prima di proseguire per Castellaro Lagusello.



Il piccolo borgo mantovano l’avevamo già apprezzato qualche anno fa, ma la presenza di numerosi banchetti del mercatino dei fiori aveva fatto passare in secondo piano alcuni dettagli che oggi ci godiamo meglio. Castellaro, capitale italiana del tamburello (non lo strumento musicale, ma il poco conosciuto sport) è un paese delizioso e poco patinato nonostante il turismo qui sia una voce importante dell’economia locale. Tra le vie acciottolate ed i piazzali in ghiaia, le botteghe, i ristoranti, i palazzi antichi, le facciate dipinte e quelle in pietra, fino a raggiungere il caratteristico laghetto a forma di cuore ci siamo solo noi ed un’altra manciata di turisti, tra cui un gruppetto di nordeuropei in sella alle loro biciclette. Le dolci salite di queste colline moreniche, poste a cavallo delle province di Brescia, Verona e
Mantova, ben si prestano alle due ruote. Questa è una zona ricca, ed altrove anche piuttosto urbanizzata, ma questo lembo di campagna, grazie al turismo ed alle proprie produzioni enogastronomiche, è stato ben preservato. La posizione intermedia tra le tre città si sente nella parlata dei locali e nella cucina, che abbiamo modo di apprezzare in un’osteria locale. Bigoli fatti a mano e lavarello del Lago di Garda in un posto delizioso, ben arredato, di cui mi conquista tutto. Non solo i sapori (ed il buon prezzo), ma anche il colore verde salvia delle facciate, i riquadri bianchi intorno alle finestre, i vasi di fiori, i tavoli sul terrazzino ed i gradini che conducono sotto il pergolato, il glicine che ci ripara dal sole, i lampioncini come piacciono a noi, gli ombrelloni, la griglia a due passi dove l’anziana signora sta preparando il mio pesce. Per il viaggio di nozze, dicevamo, bisogna ancora aspettare, ma per oggi mi sembra che non manchi proprio nulla.

 

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