venerdì 22 gennaio 2016

Ai lati d'Italia - 3. Acque dolci



Cerklje na Gorenjskem (Slovenia), 12/8/2015

La prima notizia del giorno è che la Slovenia ha appena legiferato sulle unioni omosessuali. No, mi asterrò dal fare confronti impietosi con la situazione italiana. Ricordo solo le estenuanti discussioni sulle coppie di fatto (gay e non) ed il fatto che ad oggi non si è ancora pervenuti ad una norma che assegni dei diritti basilari, quasi che il vuoto normativo porti alla scomparsa effettiva di ciò che appare sgradevole agli occhi di omofobi verosimilmente repressi ma che è sempre esistito e continuerà ad esistere.
Certo, viene da pensare, ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, solo 25 anni fa, la Slovenia era la più settentrionale delle repubbliche federate che componevano lo Stato jugoslavo. Oggi è una nazione sempre più proiettata verso quella Mitteleuropa con cui ha un legame storico che ne ha influenzato la lingua, la cultura, l’architettura, i costumi.
La colazione mi riporta indietro nel tempo, con succo Fructal e gelato nella confezione a forma di pallina. La giusta carica per tornare nel Parco del Triglav, il Tricorno, la montagna più importante della ex Jugoslavia e simbolo della nazione slovena, richiamato anche nella bandiera.
Bled è una delle mete turistiche più conosciute del Paese, come si evince dalla coda di auto all’ingresso del villaggio. Noi svoltiamo in direzione Podhom, pochi chilometri più a Nord, dove parte la passeggiata per la gola Vintgar. Non ce lo aspettavamo, ma anche qui incontriamo turisti provenienti da tutto il mondo. Bisogna ammettere che gli Sloveni hanno fatto un gran lavoro di promozione turistica: in fila davanti alla biglietteria ci sono olandesi, tedeschi, francesi, spagnoli, italiani, israeliani, arabi: ma tra Postumia e Bled abbiamo incontrato anche auto russe, ceche, ungheresi, polacche… Insomma, un patrimonio sicuramente minore rispetto al nostro che però la Slovenia è capace di far fruttare fino in fondo. Viene da pensare alle potenzialità italiane, se solo si riuscisse a valorizzare tutto quanto abbiamo disseminato sul nostro territorio.
La gola Vintgar si trova in mezzo a due profonde pareti rocciose ed è attraversata da un sentiero che si snoda intorno ad un torrente le cui acque riflettono il colore del verde tutto intorno. Scegliamo di percorrere l’itinerario ad anello, decisamente meno frequentato nella parte che attraverso il bosco ci fa salire fino alla chiesetta di Santa Caterina offrendoci un bel panorama sulla valle della Sava.
Rientriamo a Bled e ci troviamo di fronte alla scelta del programma del pomeriggio. Facciamo un bagno tra anatre e cigni nelle acque del lago, che hanno la temperatura giusta per una bella nuotata. Mangiamo poi una kremšnita, dolce che si trova nelle pasticcerie di tutti i paesi della ex Jugoslavia ma che ho scoperto essere originario proprio di Bled. Rinunciamo alla gita sulla pletna, caratteristica imbarcazione del posto, che ci consentirebbe di arrivare fino alla chiesa sull’isolotto in mezzo al lago, immagine da cartolina della Slovenia, così come decidiamo di non entrare al Castello che domina il lago dalla cima di un dirupo, nonostante il Museo al suo interno sembra essere degno di nota.

Percorriamo invece la vallata cieca dove nasce la Sava, ed in mezzoretta raggiungiamo il lago di Bohinj. Ce l’hanno vivamente consigliato due ragazzi incontrati stamattina, così come ci hanno suggerito di non salire fino alla principale attrazione della vallata – la cascata Savica – perché in questi giorni l’acqua è molto poca e perde parte del suo fascino. Camminiamo lungo le sponde del lago (un itinerario consente di percorrerne l’intero perimetro e molti turisti lo affrontano in bicicletta) e ci corichiamo sulla riva facendo anche un secondo bagno. Anche qui, come lungo Isonzo, Idria e lago di Bled, le sponde sono affollate di bagnanti.
Sulla via del ritorno scopriamo quasi per caso la cittadina di Radovljica, dal centro storico medievale piccolo ma particolarmente gradevole. In una gostilnica ordino gli štruklj (rotoli di pasta ripiena di formaggio: in Slovenia sono un piatto tipico, anche nella versione dolce). Ottimi anche i formaggi e le verdure di Sara. Il panorama dalla terrazza, con vista sulle montagne di fronte, è all’altezza della cena.
Quando mangio bene di fronte a un bel panorama, se in assenza di una fetta di azzurro al di sotto della linea d’orizzonte, sono solito dire che “manca solamente il mare”. In Slovenia di mare ne hanno poco, ma sanno come ovviare all’inconveniente.

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