mercoledì 20 luglio 2016

Siamo andati a Canossa - 1. Rosso Reggiano



Crognolo, Canossa (RE),  2/4/2016


Venire nel Reggiano senza essere messi all’ingrasso è dura: appena arrivati a Crognolo, minuscolo borgo nei pressi di Borzano di Canossa, siamo stati accolti con un aperitivo a base di Parmigiano Reggiano e salumi locali, accompagnati da Malvasia prodotta da una cooperativa che collabora strettamente con l’Agriturismo La Quercia, dove alloggiamo. Ci siamo poi persi per le strade dell’Appennino: siamo in piena montagna, ed abbiamo fatto incontri con cerbiatti e scoiattoli. Ci siamo infine fermati per cena in un posto incontrato lungo la strada, dove abbiamo mangiato lo gnocco fritto.
Torniamo nel Reggiano a distanza di una settimana: la domenica di Pasqua l’abbiamo infatti passata dalle parti di Cavriago, per la Fiera del Bue Grasso (e avanti di questo passo rischio anch’io di diventare massiccio come una Rossa Reggiana). L’occasione è l’Equo Tube (una sorta di Smart Box le cui strutture sono selezionate sulla base di criteri di sostenibilità) regalato a Sara, che ha scelto l’Appennino Reggiano come meta.

La colazione è a base di marmellata di more e biscotti prodotti dall’agriturismo, ma Cristina – che lo gestisce – già ci propone il pranzo. Il prezzo è favorevole, avendo pernottato qui. Sfruttiamo l’occasione, anche perché siamo in bassa stagione ed il ristorante è aperto solo nel fine settimana su prenotazione. Ci concediamo quindi giusto una passeggiata nei dintorni, tra ligustri, rovi e ginestre, prima di metterci a tavola.
Erbazzone, gnocco al forno, risotto ai funghi, pollo alla birra, peperonata, crostata… Dopo l’abbuffata facciamo penitenza ed andiamo a Canossa, non in senso metaforico ma letterale: il castello di Matilde è a una manciata di chilometri da qui. 
Prima però saliamo al Castello di Rossena, che insieme alla fronteggiante torre di Rossenella fungeva da avamposto della fortezza matildica. Stesso ruolo spettava al castello di Bianello, qualche chilometro più a Nord. Nelle vicinanze si trova anche Votigno, il cui ruolo attuale è di tutt’altro genere. Si tratta infatti di un piccolo borgo ben ristrutturato da una comunità buddista. Tra le architetture tipiche dell’Appennino
Reggiano fanno la loro comparsa icone e bandiere tibetane, creando un’originale commistione.
Ci rimane il tempo per una passeggiata a Vetto e per una cena a base di cappelletti in brodo. Non ordiniamo altro, dopo il pranzo di oggi…

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