domenica 24 luglio 2016

Siamo andati a Canossa - 2. Partigiani reggiani



Canossa (RE),  3/4/2016

Abbiamo perso le tracce di Cristina, ma fortunatamente incontriamo la signora che lavora in cucina e che ci serve la colazione: marmellata di more e biscotti alle uova, il tutto a base dei prodotti delle cooperative che collaborano con La Quercia.
Partiamo in direzione di Castelnuovo de’ Monti, ripassando da Vetto. Il paese ha avuto un ruolo fondamentale nella lotta dei “partigiani reggiani”, per parafrasare l’ultima hit di Zucchero. Ci siamo fermati ieri sera ed abbiamo letto parecchie informazioni al riguardo sui pannelli di fronte al Municipio.

Abbiamo fatto appena in tempo, qualche anno fa, a visitare l’Eremo di Bismantova: oggi l’edificio, situato sotto l’imponente parete rocciosa, è in fase di ristrutturazione in quanto una grossa porzione di roccia è crollata, colpendo il tetto. Oltre alla via ferrata, infatti, la parete è attraversata da una striscia gialla che identifichiamo come parte del sistema di monitoraggio dei movimenti franosi.
Questa volta riusciamo a salire fino sulla sommità della Pietra di Bismantova, lungo un sentiero piuttosto agevole (non fatevi spaventare dalla verticalità della parete rocciosa: ci vogliono solo 20 minuti!). Come si può immaginare, la vista è notevole: d’altra parte la Pietra di Bismantova, col suo singolare profilo che si distingue chiaramente dalle montagne circostanti e che ha ispirato anche Dante Alighieri, costituisce un riferimento visivo in buona parte dell’Appennino Reggiano. Dalla sommità chiudiamo il percorso ad anello (un’altra ora e mezza di cammino) e ritorniamo nei pressi dell’Eremo.







Il castello di Carpineti è arroccato in cima alla montagna che domina il paese: un borgo in miniatura sormontato da un mastio, davvero molto bello. Il sito è legato alle vicende di Matilde di Canossa, ma il luogo della celebre umiliazione dell’imperatore Enrico IV e del conseguente perdono papale per intermediazione proprio di Matilde, ovvero quello che tutti conoscono come “castello di Canossa”, è situato una ventina di chilometri più a Nord. Ritorniamo proprio a Canossa, approfittando dell’apertura gratuita della prima domenica del mese.
Il castello è recentemente salito agli onori della cronaca per il rischio, per ora rientrato, di un drastico ridimensionamento degli orari di apertura a causa dei paventati tagli ministeriali. Ma un’altra minaccia incombe sul sito: il dissesto dei terreni circostanti. Le rovine del castello sono infatti in buona parte circondate da incredibili calanchi argillosi. Questo è l’ultimo panorama del nostro viaggio prima di rimetterci in moto, accompagnati dall’immancabile tormentone radiofonico primaverile, che da queste parti calza a pennello: PartigianoReggiano!

Nessun commento:

Posta un commento