mercoledì 25 ottobre 2023

Cherso, corsi e ricorsi - 8. Assenti e presenti a Plomin

 Sales (TS), 28/08/2023

L'abbassamento della temperatura e l'arrivo delle nuvole, ampiamente preannunciati, ci aiutano a percepire l'ineluttabilità del momento. Nondimeno, dopo avere salutato i nostri padroni di casa Marjia e Robertino, lungo la strada per Porozine fatichiamo a reprimere una certa tristezza.

Sbarchiamo sulla penisola istriana e l'orario del pranzo si avvicina. Dove fermarsi? La scelta ricade su Plomin, il primo abitato che si incontra quando da Brestova, dopo essere risaliti sulla strada principale, si svolta verso sinistra in direzione Pola.


Il biglietto da visita di Plomin (Fianona in italiano) per chi arriva dall'entroterra, ovvero dalla strada che abbiamo percorso all'andata, non è dei migliori: la ciminiera della centrale a carbone situata in fondo all'insenatura è visibile da diversi chilometri di distanza. Ma questo è solo l'ultimo, cronologicamente parlando, degli eventi che hanno segnato le vicende di questo borgo, sul quale la storia sembra essersi particolarmente accanita.

Plomin è collocato sul versante orientale in fondo ad una profonda insenatura, una sorta di porto naturale che ne ha caratterizzato le fortune, fino a quando le rotte commerciali non hanno preso altre vie. Ad oggi il porto è ancora attivo e ben visibile dall'alto del borgo, ma ha perso l'importanza che aveva un tempo.


Al declino ha poi contribuito l'esodo della gran parte della popolazione italiana nel secondo dopoguerra, per le ben note vicende storiche. Oggi, entrando nel centro storico di Fianona e camminando tra le case in pietra, quasi tutte abbandonate e diroccate, la sensazione che provo è contrastante: lo trovo al tempo stesso un posto bellissimo ma che mi dà un'angoscia da togliere il fiato. Poche le case che mostrano segni di vita, almeno nel centro del paese, e le presenze sono costituite dalle sculture che un artista, che qui ha installato il suo laboratorio, ha collocato alle finestre vuote piuttosto che dai pochi passanti, principalmente turisti di passaggio. Qui le assenze si sentono più delle presenze. Ma siccome ho bisogno di almeno un briciolo di speranza, non posso non notare un cantiere: qualcuno sta mettendo mano ad una casa a due passi dalla chiesa di san Giorgio.


Quando abbiamo parcheggiato l'auto abbiamo subito notato una trattoria che sembra avere diverse caratteristiche che la rendono degna di nota: tavoli all'aperto sotto il pergolato di forma irregolare situato sulla sommità di un muro di sostegno che affaccia sulla strada principale, con vista sul borgo (e non sulla centrale a carbone, parzialmente coperta). La cucina sarà all'altezza? La risposta è si. Per Martina gnocchi di patate allo spezzatino, mentre io e Sara ci dedichiamo al tartufo, cui avevamo rinunciato a Pinguente. Tagliata di manzo al tartufo per lei e frittata al tartufo con focaccia fatta in casa per me. Come dessert mi servono plominski krafi, dei tortelli con ripieno dolce. Ripartiamo entusiasti.


Superata Buzet arriva anche la pioggia, che in Slovenia si fa incessante e fittissima. Nonostante questo su Maps impostiamo il percorso senza pedaggi, stanchi di pagare il balzello alle autostrade slovene, e attraversiamo i paesi di Gabrovizza e Osp prime di rientrare in Italia tramite il valico secondario vicino alla frazione di Crociata e raggiungere una allagata periferia triestina.

Il pernottamento sarà a Sales. Chissà com'è, ma ultimamente finiamo sempre in questo minuscolo borgo carsolino. non siamo però attrezzati per la cena e a costo di rischiare di strafare saremo a cena fuori anche stasera. Vogliamo andare sul sicuro: un altro corso e ricorso della vacanza, appena rientrati in Italia da un viaggio in Croazia ci rifugiamo alla trattoria Sociale di Prosecco. Visto il repentino abbassamento della temperatura stavolta ci sediamo all'interno, tra le accoglienti pareti rivestite in legno che ci regalano quasi un anticipo di autunno.



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