sabato 18 giugno 2011

Un diario italiano

Cremona, 13/6/2011

In quella prima domenica di giugno abbiamo lasciato Francesca a godersi un ultimo giorno di mare e siamo ripartiti verso casa. Sarà stato lo strascico della chiacchierata con il cameriere piceno della sera prima, ma in coda in autostrada abbiamo ripreso a parlare di lavoro. Quel lavoro che l’indomani, come ogni lunedì, ci avrebbe atteso.


Ma è tempo di pensare al viaggio estivo ormai: non abbiamo ancora stabilito la meta; sappiamo solo che andremo all’estero.
Negli ultimi due anni d’altra parte non ci siamo potuti lamentare. Abbiamo scoperto tante parti d’Italia mai viste prima; ci siamo entusiasmati e ci siamo arrabbiati, ci siamo meravigliati e ci siamo sconfortati. Sempre alla ricerca di un'Italia che è sempre più difficile trovare. Quella degli antichi mestieri raccontati da Mario Rigoni Stern in Uomini, boschi e api. Quella delle strade fuori mano tanto amata da Paolo Rumiz. Quella che cerchiamo anche nel nostro territorio, magari mentre siamo alla ricerca di qualche vecchia ricetta cremonese, colloquiando con qualche anziana signora o con vecchi osti di paese… Troppo spesso invece incontriamo l’Italia abbrutita dalla televisione di cui con lungimiranza già parlava Pier Paolo Pasolini.
Ma c’è un’altra Italia, troppo spesso nascosta, che però in questa meravigliosa giornata di giugno è tornata alla luce. Un’Italia di indignados che nulla ha da invidiare ai cugini spagnoli. Un’Italia che vuole ancora lottare, ricostruire, partecipare. Un’Italia che vuole riprendersi i beni comuni. Auguriamoci che questo sia solo l’inizio.

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