mercoledì 8 giugno 2011

Un diario piceno - 1. Come olive ascolane

San Benedetto del Tronto, 2/6/2011

Non volevamo nemmeno farlo, questo ponte: tantomeno pensavamo di metterci in viaggio. Non volevamo ritrovarci “strozzati, inghiottiti come olive ascolane, spiedini di carne in fila sulle autostrade”. Citazione di un bel pezzo di Max Gazzé, ma anche omaggio ad una specialità gastronomica della zona nella quale siamo diretti, di cui siamo particolarmente ghiotti.
Non pensavamo di metterci in viaggio, ma poi Francesca ci ha invitato a casa di conoscenti di amici – o qualcosa del genere; la situazione non mi è ancora completamente chiara – a San Benedetto del Tronto. Non abbiamo saputo dire di no. Dopo una lunga discussione abbiamo deciso di spostarci in auto anziché in treno, per approfittare dell’occasione e fare qualche tappa intermedia. Così eccoci in coda ancor prima di Modena. Il pensiero va a Giobbi, fratello di Francesca, che ha lasciato il Monferrato ed ora fa il cuoco da queste parti. Ci viene l’acquolina in bocca, certamente più che all’idea di una rustichella all’autogrill.

Arriviamo a Grottammare solo nel tardo pomeriggio; parcheggiamo nella zona vicino al lungomare, dall’impianto urbanistico tipico della stazione balneare di gusto otto-novecentesco, per poi salire fino all’Incasato Vecchio, sulle pendici della collina. Giusto il tempo di sgranchirsi le gambe e comprare qualcosa per stasera.

Francesca e Stefano ci aspettano in strada; ci troviamo in una zona residenziale tra Sentina e Porto d’Ascoli, i quartieri più meridionali della cittadina di San Benedetto. Ci fanno entrare in un cortiletto dove sta posteggiata da chissà quanto tempo una cinquecento blu scuro. Il mite cagnone dei vicini sta bevendo l’acqua da una vecchia pentola. Dal cortile di fianco arriva il vociare di una cena familiare all’aperto. Raggiungiamo così la casa dove trascorreremo i prossimi giorni.
Nella nostra stanza svuoto la borsa. Le guide, il taccuino di viaggio e il libro acquistato giusto ieri: Viaggi da Fermo – Un sillabario piceno di Angelo Ferracuti, per l’ottima collana Contromano, edizioni Laterza. Potrà essere utile per iniziare a scoprire qualcosa di più di questo angolo delle Marche per noi ancora sconosciuto.

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