sabato 11 giugno 2011

Un diario piceno - 3. Articolo 1

San Benedetto del Tronto, 4/6/2011


Il gatto dorme all’ombra del fico di fianco alle scale, il cagnone a quella del nespolo che dà sulla strada; noi invece cerchiamo il sole sulla spiaggia, trovando
anche il tempo, tra un bagno e l’altro, per una sfida a beach-volley con due locali.
Il sole se ne va a metà pomeriggio, mentre noi stiamo già risalendo la va
lle del Tronto diretti verso Ascoli Piceno. Il centro storico della città marchigiana ci compare con le sue numerose torri, incuneato tra le colline ma rialzato rispetto al corso del Tronto e di un suo affluente, il torrente Castellano, che scorrono entrambi in fondo a dirupi boscosi. Entriamo dal ponte di Viale Indipendenza, che ci offre una bella visuale sul Forte Malatesta e sul Ponte di Cecco. Un’altra figura eretica, quella di Cecco d’Ascoli, dopo quelle incontrate in Piemonte un mese fa; ci accoglie in fondo al ponte, appena entrati nel centro storico. Qui infatti è stato realizzato un monumento a ricordo di uno degli ascolani più celebri.
“Questo è il nostro salottino”, dice un ascolano in Piazza del Popolo. Si tratta senza dubbio di una delle più belle piazze d’Italia, anche se noi nel salotto di casa nostra non lasceremmo mai che degli energumeni si prendano a botte; ma oggi in Piazza del Popolo c’è un’esibizione di kick-boxing. Cerchiamo di ignorare l’evento godendo dell’armonia di insieme della piazza, con la chiesa di San Francesco, il Palazzo dei Capitani, il Caffè Meletti, le logge e i porticati che la delimitano.
Piazza Arringo non è da meno, con l’omonimo palazzo, la Cattedrale di Sant’Emidio ed il Battistero. Ma piazze e angoli suggestivi abbondano ad Ascoli, e così camminiamo per le strade piene di gente finché non si fa buio.
Rimane giusto il tempo per un po’ di cazzetti (si tratta di pizzette fritte) e una cacciannanz’, una specie di pizza/focaccia tipica della zona. “Ma che succede a Cremona?” ci chiede il cameriere: si riferisce allo scandalo del calcio scommesse esploso in questi giorni proprio nella nostra città, grazie alle “prodezze” dell’ex portiere grigiorosso Paoloni. Poi il discorso si fa più serio. Si parla di crisi, di precariato, delle poche possibilità che il Piceno offre ai giovani. Siamo in prossimità del confine storico tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie e, in tempi più recenti, della Cassa del Mezzogiorno. Qui terminano le Marche delle piccole aziende, in questa provincia caratterizzata da una giunta di centro-destra (in una regione tradizionalmente “rossa”). Spieghiamo al nostro amico che la crisi c’è anche a Cremona, a suo modo zona depressa (almeno rispetto alle province confinanti). Il discorso sarebbe lungo, ma noi dobbiamo rientrare. Domani si riparte; il ponte sta per finire.
D’altra parte questo è il ponte per la Festa della Repubblica. La repubblica è fondata sul lavoro. E il lavoro è precario. Ognuno tragga le proprie conclusioni.

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